8. Fuga disperata

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Era pronta.
Quella mattina avrebbe tentato l'impossibile e in qualche modo doveva riuscirci.
La sua agitazione cominciava a farsi sentire e si mise una mano sul cuore come per cercare di rallentare il suo battito.
Si trovava sopra un tetto di un piccolo condominio, luogo dove poteva vedere bene la situazione senza essere disturbata.
Aspettava con apprensione il cambio della guardia che, secondo i suoi calcoli e deduzioni, sarebbe avvenuto di lì a poco.
Indossava la maglietta di Kenjiro e tra le mani teneva quattro bottiglie di whiskey, le più costose che era riuscita a rubare da un magazzino.
Portava con se anche la spada, tenuta fissa sulla schiena e avvolta in un fagotto di stracci luridi.
Non voleva che qualcuno la vedesse portare con se un simile strumento, sicuramente non avrebbero atteso altro che rubarglielo.
Non sapeva cosa davvero significasse quell'arma e perché la madre la teneva sotterrata sotto le fondamenta di casa ma forse era importante.
Era una delle domande che i sicari le avevano posto; dove si trovava una spada o meglio dove la madre la tenesse nascosta ma ovviamente lei a quel tempo non ne sapeva nulla.
In ogni caso per lei rappresentava un ricordo della madre e non aveva intenzione di farselo rubare da chicchessia.
Il rumore di un cancello che veniva aperto la fece guizzare e i quattro uomini, che tanto aveva sperato ci fossero, apparvero sulla soglia delle scale.
Con la loro solita voglia di fare, cambiarono il turno ai quattro gendarmi della precedente guardia.
Un piccolo sorrisetto si disegnò sulle labbra di T/n che, cautamente, cominciò a scendere le scale esterne scalcinate dell'edificio su cui si trovava.
Col tempo aveva compreso che nulla, tranne un buon liquore, avrebbe fatto smuovere i due gendarmi da dell'ingresso e quindi lei avrebbe giocato sulla loro debolezza.
Vicino al cancello c'era una specie di guardiola, costruita con legno marcio con cui ormai le termiti erano andate a nozze.
All'interno non c'erano persone però, veniva utilizzato da quei quattro ubriaconi come un magazzino.
Essendo in accordi con vari spacciatori del quartiere all'interno c'erano parecchie scatole piene di liquori e sostanze illegali.
Erano a volte magnanimi nel fregarne qualche bottiglia, dati i loro accordi, ma se c'era una bottiglia che girovagava solitaria non esistevano ad assaporarne un po' del suo contenuto.
Ovviamente T/n gliel'avrebbe fatta trovare come su un vassoio d'argento.
Si avvicinò senza farsi vedere ad un davanzale di una casetta squallida in mattoni e poi si affiancò alla guardiola.
Non aveva più finestre, erano ormai serrate con assi di legno, per cui l'unico modo per entrarci era aggirarla ed entrare dalla porta principale che però si affacciava proprio di fronte ai cancelli.
Prese un sasso e lo scagliò lontano e mentre i gendarmi si concentrano a capire cosa fosse stato T/n sgattaiolò attraverso la porta.
L'interno di quel bugigattolo si presentava semibuio ma la ragazza poteva notare perfettamente la quantità di scatole accatastate in vari punti, persino sopra una piccola scrivania.
Depositò due bottiglia di whisky sulla sedia sgualcita e poi diete un forte colpo alle assi che tenevano insieme la guardiola.
Si nascose e attese.
Al di fuori sentì brusii finché la porta non si aprì e sulla soglia apparve un gendarme.
"Ragazzi io non vedo niente, siete sicuri di aver sentito qualcosa?" La voce suonò rauca e svogliata.
Si avvicinò fi più e T/n sentì il brivido del pericolo farsi strada dentro di sé.
'Forza, prendi le bottiglie' pensò intensamente finché dopo qualche secondo il gendarme non la notò e la prese in una mano mentre nell'altra teneva ancora il suo fucile carico.
"Ehi ragazzi!" Urlò per farsi sentire da fuori: "vi va un goccio?"
"Spero per te non le hai rubate dalle scatole!" Si sentì in risposta.
"Ehi, non è rubare! È una parte di paga questa. E comunque erano sul tavolo!"
"Porta fuori allora!"
L'uomo voltò le spalle e tornò sui suoi passi, socchiudendo appena la porta dello sgabuzzino.
Cominciarono a giocare a carte, fecero parecchie partite, ma ognuna sempre meno sobri e sempre meno pensate.
Quando ebbero finito le due bottiglie erano un pochino alticci ma non bastava.
T/n estrasse le altre due bottiglie e le poggiò in un angolo a sinistra dell'uscio, di modo che anche a porta socchiusa, potessero notarle.
E così fu.
In quel momento, mentre lo stesso gendarme di prima prendeva le bottiglie, T/n pensò che farli ubriacare era stato letteralmente un gioco da ragazzi.
I quattro uomini cominciarono a bestemmiare, fumare e a volte, a causa di una mossa falsa di un compagno, a tirarsi forti pugni vendicativi.
Davanti ad una scesa del genere non si poteva restare seri e non ridere.
Uno di loro, dopo uno schiaffo, prese persino a vomitare in un angolo.
Alcuni spettatori presero ad avvicinarsi mentre la ragazza sgattaiolava fuori dal bugigattolo.
Tutti videro l'occasione di rubarsi un po' di quel magico whisky e presero ad invadere la zona, portandosi via addirittura interi scatoloni.
La situazione sfuggì vistosamente di mano e i gendarmi presero a barcollare e a puntare in modo malfermo le armi contro quella povera gente.
Alcuni spararono tra la folla e alcuni caddero a terra inermi.
T/n, dall'adrenalina che provava per la fuga, ora provava anche un immenso senso di colpa per aver involontariamente messo in mezzo anche quelle persone.
Si sforzò a non farsi abbattere e guardò il grande cancello che la separava dal mondo esterno mentre le urla cominciavano a diffondersi sotto la terra.
Da quel momento T/n non prestò più attenzione a quello che stava succedendo, si affrettò verso il cancello e con un rapido slancio si aggrappò alle sue sbarre di metallo.
Nonostante il rumore che fece i pareva che nessuno si fosse accorto di lei, tranne qualche passante che strabuzzava gli occhi fissandola.
Sulla cima del cancello c'erano lunghi spuntoni ma lei riuscì comunque a scavalcarli procurandosi solo qualche graffio.
"Evasione!!!"
La ragazza abbassò lo sguardo verso terra e vide due guardie fissarla con le bottiglie tra le mani mentre uno la indicava.
'Merda!' Pensò allarmata distogliendo lo sguardo e concentrandosi al massimo per scendere nella maniera più rapida possibile.
Uno sparo e un dardo colpì una delle sbarre di ferro su cui lei poco prima aveva appoggiato la mano.
'Hanno ancora fin troppa mira.'
Quando mise piede sui gradini dall'altra parte non perse un secondo a salire i gradini a due a due cercando si seminare i gendarmi che già stavano aprendo il cancello.
'Merda, merda. Ormai l'ho fatto!' Si disse.
'Non posso più tornare indietro.'
Si costrinse a guardare solo di fronte a sé e a lasciare che solo il suo udito la informasse della distanza che c'era tra lei e le guardie.
Fortunatamente lei era più agile e veloce di loro.
Era arrivata quasi alla fine e svoltato un angolo la vide.
La luce.
I raggi del sole illuminavano l'uscita anche in fondo all'ultima rampa di scale e la sua vista cominciò a darle fastidio dopo anni passati nell'oscurità.
Quando la luce la investì per un attimo non vide nulla, accecata e allo stesso tempo meravigliata.
"Non uscirai da qui!!!" Una voce dietro di lei urlò e poco dopo il rumore di uno sparo.
Sentì il sibilo del proiettile passarle accanto all'orecchio e un bruciore cominciò ad espandersi mentre un liquido caldo cominciava a scenderle lungo il collo.
Le aveva colpito il lato dell'orecchio.
Si sentì benedetta nuovamente dalla mano di dio per la sua fortuna e cominciò immediatamente a salire l'ultima rampa.
Quello che non aveva calcolato però si fece vivo qualche istante dopo.
Due figure in cima alle scale con in mano dei fucili la stavano puntando.
C'erano altri gendarmi all'uscita?!
Quando spararono T/n fece appena in tempo a coprirsi il viso con le braccia che un proiettile le perforò l'avambraccio.
Un dolore lancinante cominciò ad espandersi ma non poteva fermarsi.
Al secondo sparo la ragazza provò un'altra strategia, spostarsi rapidamente di lato in modo da ridurre le possibilità di centrarla.
Anche questa volta solo un proiettile la colpì e la coscia cominciò ad ardere di dolore.
Era arrivata in cima, travolse uno dei due gendarmi rubandogli di mano l'arma e imbracciandola mirando dritto al suo collega.
"Molla l'arma!" Ringhiò lui ma T/n non aveva di certo intenzione di mollare la presa.
Si accorse però che l'altro gendarme che era riuscito a rincorrerla da sotto era quasi giunto in cima e allora si che lei sarebbe stata in svantaggio.
Con rapidità miro alla spalla dell'uomo di fronte a sé e sparò ancora prima che lui potesse reagire.
Il suo fucile cadde di mano e lei si voltò cominciando a correre via il più velocemente possibile.
La sua gamba bruciava di dolore mentre ancora un gendarme sparava alle sue spalle cercando di prenderla.
"Prendetela!!" Gridò all'improvviso e T/n poté vedere a destra e a sinistra uomini armati che cominciavano a rincorrerla.
Si ricredette avendo pensato che il peggio era riuscire a superare il cancello nella città sotterranea.
In realtà il peggio doveva ancora arrivare.

4chiacchiere in compagnia:
Bene ragazzi, siamo arrivati alla fine anche di questo capitolo. Tra poco anche Erwin farà la sua prima comparsa e chissà cosa accadrà tra i due?
A domani!
😘 SilverANBU

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora