40. Sconfitta

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Il giorno della partenza arrivò così in fretta che nemmeno se ne resero conto.
Tra tutti sembrava che solo Marika esternasse una certa preoccupazione e ansia. Continuava a far cadere le cose a terra e la cavalla era agitata perché sentiva la paura della ragazza.
Si partiva in piena notte e, puntuali come un orologio, il corpo di ricerca si radunò di fronte al grande cancello del Wall Maria.
T/n abbandonò momentaneamente la postazione per dirigersi al centro dove anche gli altri capitani erano riuniti.
Erwin fece il suo discorso e rispiegò bene il piano d'azione e poi tornarono tutti alle proprie postazioni.
"T/n."
Erwin la chiamò con tono serio e deciso e poi la guardò attentamente.
In cuor suo stava davvero soffrendo ma non poteva darlo a vedere, né a lei né agli altri, eppure non era riuscito a resistere nel chiamarla.
"Comandante." Rispose la giovane donna che non capiva cosa volesse Erwin.
"Niente... Scusa. Torna pure alla tua postazione." Disse infine lui e T/n, che conservava ancora un po' di speranza, le caddero le braccia dalla delusione e se ne andò nella direzione da cui era venuta.
"Sei scemo?" Disse Hanji, anch'essa delusa da Erwin dopo aver osservato tutta la scena.
"Sono il comandante." Disse lui guardandola serio: "e mi devo comportare come tale."

Quando i cavalli si riversarono oltre le mura, T/n poté osservare le espressioni meravigliate dei suoi sottoposti alla vista di tutta quella terra libera.
Poté riconoscere in loro sé stessa, le prime volte che usciva in spedizione e osservava l'orizzonte estendersi all'infinito, senza l'interruzione di un qualsiasi tipo di mura.
Era il sogno di chiunque.
Altair proseguiva con passo deciso e a volte troppo rapido, tanto che T/n si ritrovava a dover costringerlo a rallentare per mantenere l'andatura generale.
"Cavolo! Non scherzava quando diceva che era un buon cavallo!" Disse sorpreso Joe alle sue spalle.
"Non è sempre stato così." Disse T/n ricordando quanto era successo il giorno in cui era stata disarcionata in piena corsa.
"Le credo. Non ha perso il suo passo pesante però è molto abile nel mantenerlo e sembra che gli piaccia anche." Rispose Joe.
"Sei un esperto di cavalli vedo!" Aggiunse il capitano.
"Può giurarci, capitano!"
"Adesso concentriamoci sulla missione. Non è uno scherzo e se manchiamo qualcosa siamo finiti tutti. Aprite gli occhi!" Li ammonì poi T/n e proseguirono costeggiando un lungo filare di alberi al limitare di un fitto bosco.

Quando giunse l'alba decisero di posteggiare per qualche ora in un castello diroccato, in disuso da secoli, e poi ripresero la rotta a sud senza incontrare grandi pericoli.
Fu a metà mattina, quando il sole prese a splendere in cielo che si imbatterono in un fitto banco di nebbia.
L'uso della pistola per fumogeni dava la direzione a tutto il gruppo che si mantenne unito fino alla fine.
O almeno era quello che credeva T/n.
Quando la nebbia cominciò a diradarsi notò che mancava mezzo plotone di sinistra.
La squadra vicina aveva avvistato dei giganti e tutti dedussero che i soldati scomparsi fosse opera di quelle creature immonde.
Alla parola "giganti" a Marika quasi non partiva un colpo e T/n le fece fare cambio posizione con Joe, mettendola dietro di sé.
Anche Mike aveva fatto la stessa cosa con lei quando era entrata a far parte della sua squadra e, nonostante il brutale incidente, più volte le era stato d'aiuto.
Voleva che anche Marika potesse sentirsi un po' più sicura.
Erwin aveva dato la notizia di una sosta nelle zone di un piccolo laghetto, di modo che anche i cavalli avrebbero potuto abbeverarsi, e poi sarebbero ripartiti.
Ma qualcosa andò storto quel primo pomeriggio.
Un gruppo numeroso di giganti si stava avvicinando al lato destro dell'armata e prontamente T/n sparò un fumogeno rosso in aria per segnalare l'avvistamento.
"State calmi, non fatevi prendere dal panico!" Gridò il capitano ai propri soldati ma proprio quando finì di pronunciare quelle parole 5 o 6 giganti uscirono all'improvviso dalla protezione del bosco.
T/n non perse altro tempo e conficcò i rampini del primo gigante che le capitò a tiro.

"Comandante! Il lato destro!" Aveva esclamato Sarah alle spalle di Erwin.
"Merda..." Quasi lo sussurrò per la paura che lo inondò da capo a piedi in una sola volta.
T/n era proprio là e anche tutti gli altri. Stavano morendo come il resto del lato sinistro quella mattina.
"Non possiamo andare avanti così!" Dichiarò lui, il cuore che gli batteva in gola.
"Andiamo ad aiutare!"
Un altro fumogeno rosso si alzò dalle retrovie e un altro ancora dal lato est.
Erano finiti all'improvviso in un mare di guai e Erwin puntò il cavallo dritto verso la posizione della squadra di T/n.
"Dividiamoci e prestiamo soccorso!" Disse infine per poi perdersi nel baccano della battaglia.
Quando raggiunse T/n, lei stava tagliando di netto la collottola di un gigante mentre atri 4 erano già a terra, i corpi fumanti.
Si accorse che a combattere erano soltanto lei e altri due dei suoi ragazzi mentre altri giganti si stavano avvicinando da nord.
Senza perdere altro tempo Erwin, preso da una rabbia incontrollabile, uccise gli altri giganti e costrinse i sopravvissuti a rimettersi in sella e a ritornare verso le mura.
Quel giorno il corpo di ricerca subì molteplici vittime innocenti e fece il suo ritorno alle mura due giorni più tardi, affranto e deluso dalla conclusione della spedizione.
T/n aveva passato tutto il viaggio con dietro Marika che continuava a piangere a dirotto. L'aveva ritrovata ai piedi di un albero, da sola, mentre il cadavere della sua dolce cavallina giaceva ai suoi piedi.
Era stata una fortuna per lei che T/n l'avesse ritrovata mentre per Kimiko e Noah non era andata così bene.
I loro cadaveri erano a pezzi dentro dei teli sudici, sepolti da altri corpi senza vita sul carretto delle emergenze.
Marika piangeva anche per quello e a Joe sembrava che i giganti gli avessero mangiato la lingua.
Non aveva più tanta voglia di scherzare e parlare animatamente.
Noah era stato il suo migliore amico fin da quando erano bambini e non poteva credere che fosse finita in quel modo.
Mentre conduceva il suo cavallo e il baio di Noah verso casa, non poteva credere che non l'avrebbe mai più rivisto.
Trevis era quello che se l'era cavata meglio di tutti. Era stato un portento nel mantenere il sangue freddo e il suo contributo era stato una manna dal cielo per T/n che rischiava di dover fare tutto il lavoro da sola e non era sicura di poterlo fare in tempo.
Il suo cuore si frantumò quando dovette dare la spiacevole notizia ai genitori di Noah mentre per quanto riguardava Kimiko sembrava che fosse sola al mondo.
Avrebbe voluto conoscerli di più e aiutarli ma questo non era più possibile.
Lasciò due giorni liberi ai tre ragazzi per cercare di calmarsi e ritrovare un po' più di forza nell'andare avanti.
Lei invece era disperata e sembrava che quella sensazione non volesse lasciarle un attimo di pace.
Era convinta di poter riuscire a portare qualsiasi peso pur di trovare le risposte alle sue domande. Pur di combattere per la libertà che le era stata donata. Per Kenjiro, per Erwin... Per sé stessa.
E invece si rese conto che quel peso nel cuore era troppo grande da dover sopportare.
La vita stava andando avanti e gli allenamenti ripresero ma lei non era veramente lì con loro.
La sua mente divagava e anche i suoi sottoposti se ne erano resi conto fin troppo bene.
"Non è colpa sua." Aveva detto Trevis, una sera dopo cena, mentre si avviavano alle loro stanze.
"Avrei potuto agire in un altro modo forse."
"Che altro modo c'era? Ci hanno attaccati da tutti i fronti."
"Avrei dovuto vederli molto prima che accadesse e avvisarvi."
"Ma non è così. Non si vedevano."
T/n non disse più nulla ma Trevis sembrava intenzionato a saperne di più.
"Il comandante mi ha chiesto di starti vicino quando ha ripreso il comando del corpo di ricerca."
"Davvero?" Chiese confusa T/n senza dare troppa importanza a quelle parole.
Trevis annuì.
"Sembrava particolarmente preoccupato per te. Forse non sono affari miei ma c'è qualcosa fra te e il comandante Erwin? Eppure non vi parlate mai."
T/n adesso aveva cambiato atteggiamento e sembrava sorpresa dal racconto del ragazzo ma poi la sua espressione tornò a farsi buia come prima.
"Non c'è niente tra noi." Dichiarò a testa bassa.
Trevis sapeva che quella era una bugia ma non si espresse.
Al contrario si limitò a dire: "Allora a vedere lui sembrava che volesse proteggerti."
"Il comandante fa così con tutti i suoi sottoposti."
Ancora una volta Trevis non le credette ma la tristezza di quei giorni non gli permise di insistere.
Si salutarono ed entrarono nelle rispettive camere ma nessuno dei due chiuse occhio quella notte.

4chiacchiere in compagnia:
Non so se ultimamente sto facendo questi capitoli un po' troppo corti o non so 🤔 a volte scrivo eccessivamente mentre altre volte mi sembra di scrivere troppo poco.
Fatemi sapere se avete voglia! Io accetto qualsiasi tipo di consiglio!
A presto!
😘 SilverANBU

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora