CAPITOLO 36: i Ricci

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Il momento era arrivato, mi trovavo sull'entrata della stanza dei colloqui e infondo alla stanza seduti al tavolo mi aspettavano i miei genitori. Appena mi videro subito sorrisero, ma sicuramente quel buon umore sarebbe sparito dopo avergli detto la notizia.

Liz mi accarezzò la testa, come se già sapesse quello che dovevo fare, mi incamminai verso loro nascondendo l'ansietta che avevo nel corpo.

Entrambi si alzarono per abbracciarmi

<<Piccola mia, come stai?>> mio padre mi accolse fra le sue braccia baciandomi la testa, contavo più su di lui, forse perché è sempre stato il più comprensivo rispetto a mia madre.

<<Bene papà, sono felice di rivedervi>> mio padre si staccò e venne accanto a me pure mia madre accarezzandomi i miei capelli scuri. Subito dopo si sedettero davanti a me, io ero seduta con le mani incrociate.

<<Come sta andando? Con Natasha tutto ok?>> mi domandò papà, Natasha era la prof che mi avevano assegnato per fare lezioni in privato.

<<Tutto bene, me la cavo abbastanza>> annuì e poi vidi mia mamma guardarmi in modo strano
<<Elisa, che succede? Devi dirci qualcosa?>> ecco, se c'era qualcosa a cui non sfuggiva a mia madre erano le emozioni, aveva notato che ero un po' nervosa, senza tanti giri di parole decisi di iniziare a confessare.

<<No non succede nulla, però si dovrei dirvi una cosa>> picchiettai le dita sul tavolo sotto lo sguardo dei miei genitori

<<E dicci, sai che puoi dirci tutto no?>> guardai mio padre per poi guardare le mie mani
<<Eh che so che non la prenderete bene>>
<<Ma tu almeno parla così capiamo>> sospirai e incrociai i loro occhi con i miei

<<Diciamo che qui dentro ho trovato una persona che riesce a farmi stare davvero bene, anche se all'inizio non l'avrei mai detto, non avevamo un bel rapporto, ma poi con il tempo qualcosa è cambiato qualcosa si è accesso>> mia mamma si mise subito una mano sopra la bocca

<<Ferma, ho già capito, ti sei fidanzata?>> ecco cosa intendevo quando dicevo che a lei non sfugge niente, mio papà guardò lei poi me con aria stupita, però ora sembravano tranquilli, ma perchè non sapevano ancora con chi mi ero fidanzata.

<<Ah pensa un po', entri qui dentro e trovi l'amore, sentiamo chi è il fortunato>> presi un attimo una pausa per dirlo, poi sentì la sbarra dell'entrata sbattere, segno che qualcun altro detenuto era entrato per vedere i parenti.

Mi girai ed eccolo, guardai il giovane Ricci andare verso suo padre e suo fratello, prima che raggiungesse il suo tavolo mi guardò per qualche secondo negli occhi, potevo leggere benissimo quello che voleva dirmi, di non avere paura e dire tutto come stava. Sorrisi per poi rendermi subito conto che avevo davanti i miei genitori.

Mi rigirai immediatamente e vidi mia madre con una faccia alquanto seria

<<Non mi dire che ti sei fidanzata con Ciro Ricci>> e tombola, il gioco è fatto
<<Si, ascoltate so che suo padre è uno dei boss più potenti di Napoli lo so, ma non mi interessa del suo cognome, lui mi fa sentire bene, ve lo posso assicurare nessuno mi ha mai fatta sentire così amata come lui>> mia mamma girò lo sguardo verso la famiglia Ricci, mio padre guardò verso il basso.

<<Tesoro, posso capire che lui ti faccia sentire così ma devi capire che la sua famiglia è pericolosa>>
<<Ma cosa potrà mai farmi? Io e lui stiamo bene insieme, questo è l'importante, poi della sua famiglia cosa posso farci?>>
<<Ma tu fra tutti proprio di un camorrista dovevi innamorarti?>> eccola l'acidità di mia madre che venì fuori
<<Si mamma, non posso farci nulla, non posso comandare i miei sentimenti mi dispiace>> incrociai le braccia
<<Dovreste importarvene della mia felicità, non della sua famiglia e tutte ste cazzate>>
<<A Filippo gliel'hai detto?>>
<<Si e non mi parla più da una settimana, ditemi voi se vi pare normale>>

<<Non ho parole sinceramente, tu sei una ragazza per bene, non è adatto un ragazzo così per te>>

<<Invece sì che è adatto, e sai perché? Perchè dopo tutte le delusioni che ho ricevuto lui mi ha portato una luce di speranza facendomi sentire completa e amata da qualcuno e se a voi questo non va bene, non posso farci niente>> mi alzai strusciando le gambe della sedia a terra facendo rumore, me ne andai sentendo mio padre richiamarmi ma ne avevo già abbastanza.

Mentre stavo uscendo sentì lo sguardo di Ciro su di me ma ero troppo impegnata a scappare da quella situazione scocciante.

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SPAZIO AUTRICE
Ciao belli! Scusate la piccola assenza ma lo studio mi sta tenendo un attimo più impegnata, ma sono qui sempre ovviamente. Grazie mille per i 14 mila lettori, sempre più in alto!❤️

M'ARREVOUT' O CORE // Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora