Pochi secondi, un paio di minuti, qualche ora...nessuno dei due avrebbe saputo dire quanto tempo fossero rimasti fermi a guardarsi, avvolti da quella cappa di attonito silenzio.
È difficile da sopportare, il silenzio. Lo si può fare solo con la coscienza linda e l'animo sereno, ma lo spirito di entrambi era in tumulto, sconquassato dagli eventi, e quel muto interludio risultava semplicemente insopportabile.
Fu Adriana a rompere quella bolla sospesa nel tempo fatta di sguardi increduli, ma priva di parole; lo fece perché sentiva di non poter sopportare un secondo di più l'atmosfera che si era venuta a creare, né i cupi pensieri che, alimentati dal silenzio, trovavano spazio per radicarsi nella mente e crescervi rigogliosi.
"Tutto questo è ridicolo, mi auguro che tu te ne renda conto" sperò che, se non le sue parole, almeno il suono della sua voce, che trapassava la notte troppo quieta, potesse in qualche modo stemperare la tensione "Non penserai davvero che un sogno basti a..."
"Dimmi, amore" la interruppe Carlo "l'incubo dal quale ti sei svegliata in lacrime e terrorizzata...cosa riguardava?"
Pose la domanda a bruciapelo, senza preamboli. Anche lei aveva avuto un incubo, un incubo talmente angosciante da spingerla a svegliarlo quando aveva avuto bisogno di uscire dalla tenda per svuotare la vescica; e quella era una coincidenza maledettamente troppo grande per poter essere...beh...una coincidenza, appunto.
Era la domanda che lei in assoluto temeva di più, ed era arrivata così, senza darle il tempo di prepararsi a riceverla. Il nodo che le asserragliava le viscere si dipanò violentemente. Un conato la sorprese e nulla di ciò che fece fu in grado di ricacciarlo indietro. Si afflosciò sulla pancia con le mani a terra e vomitò. Un paio di scariche, leggere ma violente; istantanee e improvvise.
Si sforzò di raddrizzare la schiena, di recuperare un contegno come se nulla fosse successo, nonostante la testa avesse preso a girarle e il cuore le facesse i salti mortali in petto. Con tutta la dignità possibile date le circostanze, si passò la manica del pigiama sulle labbra, per tamponare eventuali residui.
Avrebbe voluto poter dare la colpa del suo repentino malessere all'aggressione subita, ma non poteva mentire a sé stessa. Prima che Carlo ponesse la domanda aveva avuto solo vaghi ricordi di quell'incubo, che pure al momento le era sembrato così reale e vivido, ma ora, quasi la domanda del suo ragazzo lo avesse riportato di colpo alla superficie, lo rivedeva nitido davanti a sé.
Era stato quel carosello di immagini, riaffiorate dai recessi del suo io in cui la mente aveva tentato di seppellirli, a farla stare male. Come avrebbe potuto essere altrimenti?
La creatura senz'occhi, che li strappava al suo ragazzo, che li inseguiva per la foresta... ce n'era abbastanza da far rivoltare lo stomaco a chiunque.
E quella litania fastidiosa, che ti prendeva sotto pelle...
Si adoperò strenuamente per mantenersi ancorata alla razionalità, ne aveva bisogno come un naufrago di una scialuppa, perché l'abisso in cui si stavano addentrando era un mondo oscuro e senza luce, fatto di presentimenti e ipotesi in cui si poteva solo annegare.
Che importanza aveva che cosa aveva sognato? Poteva essersi trattato di un incubo dovuto all'ansia, giusto? In fondo la situazione in cui si erano trovati a bivaccare... di certo lasciava spazio alle suggestioni, no?
E il fatto che lei avesse sognato che fossero stati aggrediti, e poco dopo era accaduto davvero... beh, le coincidenze esistono. O forse si era trattato un presentimento. Tutto, tutto, ma non quell'idea che subdolamente strisciava tra i suoi pensieri, eludendo ogni suo tentativo di cancellarla.
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La Borda
Mystery / ThrillerCos'è più scontato di un horror in cui a farne le spese è una giovane coppia che, in una notte buia e tempestosa, si accampa in tenda sotto un'uragano? Forse un'amicizia tra due giovani ragazze, destinata al tracollo a causa di un mostro fuoriuscito...