...che un giorno ho da fare tra stanco don don di campane...

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"Ed è proprio nelle giornate più uggiose, quelle in cui la nebbia pare si possa tagliare con un coltello, quelle in cui si fatica a vedere a un palmo dal naso, che più spesso si rivela, non vista, ai poveri malcapitati che hanno la sfortuna di imbattersi in lei. E credetemi se vi dico che pochi sono quelli che l'hanno incontrata e sono tornati indietro per raccontarlo!"

Il portico di legno scuro scricchiolò sotto il loro peso.

La calda estate era infine giunta, portando con sé afa, umidità e quel fastidioso appiccicume con il quale convivevi da quando sorgeva il sole, fin dopo che da ore si era accomiatato all'orizzonte.

La nonna di Giusy si diede una leggera spintarella con i piedi e continuò a far ondeggiare la sedia a dondolo.

Mery osservò la sua amica titubante, mentre un lieve pulsare alla testa la costringeva a portarsi una mano alla tempia.

"Canali, fossi, acquitrini..." l'anziana scoccò un'occhiata accusatoria alle due giovani "...maceri. È lì che si annida, pronta a confondersi nella bruma e a ghermire tutti quanti."

Giusy appariva leggermente diversa; i tratti delicati del suo viso avevano qualcosa di differente. Faticava però a mettere a fuoco ciò che vedeva. Il mondo le appariva appena ovattato.

"Perciò se stiamo lontane dall'acqua non ci potrà mai prendere, giusto nonna?"

Che tono innocente. Mery represse un risolino sapendo come le marachelle che combinavano cozzassero pesantemente con quel tono da oca giuliva.

Un luccichio balenò negli occhi della signora Franca. Poteva essere vecchia, poteva faticare a reggersi ancora in piedi alla sua veneranda età, poteva perfino scordarsi di avere gli occhiali addosso, ma non si sarebbe certo fatta mettere nel sacco dalla sua nipotina più piccola.

Sapeva bene quel che lei e la sua coetanea combinavano quando fingevano di fare delle semplici scampagnate.

E d'altro canto nei dintorni non è che ci fosse granché di altro da fare. Di certo le ragazze non facevano nulla che non avesse fatto anche lei, negli anni della propria gioventù.

Voleva semplicemente sincerarsi che stessero attente e che, se possibile, evitassero tuffi e bagni in posti lontani da un'eventuale presenza di adulti. O di soccorsi.

Per cui, a costo di fare la parte della vecchia pedante, ogni occasione era buona per metterle in guardia con quella storia che una vita prima avevano raccontato a lei per incuterle paura e disagio di fronte alle pozze profonde di acqua ferma e scura.

"Esatto mia cara, più voi ve ne terrete alla larga meglio sarà. La Borda ha la tana proprio dove le acque sono più insidiose."

"Ma allora basta tenersi lontano da dove vive, le altre sono tutte sicure." Mery udì le parole lasciare la sua bocca senza che le avesse richiamate. Più che padrona del suo corpo si sentiva una passeggera, una spettatrice. Un'ennesima fitta alla tempia la costrinse ad aggrottare la fronte. I capelli dorati le caddero davanti agli occhi.

Nessuno parve far caso al suo malessere.

"Non è così semplice" rispose prontamente l'anziana massaggiandosi una mano artritica. Credevano forse di metterla nel sacco? Illuse. "Nessuno sa dove sia la Borda e lei è furba. Si sposta sempre e cambia zona di caccia in continuazione. Si sa solo che è perennemente in agguato tra semplici pozzanghere o grossi acquitrini. Il più delle volte usa la nebbia per celarsi, ma chissà... un giorno di questi potrebbe anche decidere di farne a meno e in men che non si dica zac... ce l'avreste alle spalle e sarebbe già troppo tardi per voi."

La folata di vento che si alzò in contemporanea con la fine della sua frase suscitò più gelo di tutte le raccomandazioni espresse fino a quel momento. Nell'aia vecchi barattoli arrugginiti rotolarono fino al confine con i campi e un grosso nuvolone oscurò per un attimo il sole.

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