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Solitamente avrebbero lasciato spalancato il cancello di casa, soprattutto visto che era un sabato pomeriggio assolato e piacevole, ma dopo l'aggressione era difficile riprendere certe abitudini. Gesti semplici, come lasciare aperto un cancello, sono possibili solo quando ci si sente al sicuro.

Dopo l'aggressione avevano faticato e riprendere il solito stile di vita; ovviamente alla sera si sentivano entrambi più protetti entro le quattro mura domestiche, familiari e rassicuranti, che erano diventate il loro nido, rifugio e porto sicuro contro i pericoli in agguato nel buio. Nessuno dei due era più rimasto fuori dopo il tramonto, nemmeno per le cose più banali. Avevano un'enorme stufa a legna, con una larghissima superficie riscaldante e forno annesso, in ghisa, un'enorme struttura di più di duecento chili.

Per trasportarla in casa e superare l'ostacolo di quei sei scalini posti tra la porta d'ingresso e il piazzale all'aperto dove parcheggiavano le macchine, avevano sudato sette camicie. I due trasportatori l'avevano definito "un lavoro per soli uomini", e Adriana non se lo era fatto ripetere due volte, lieta per una volta di poter sfruttare la propria condizione. 

L'avevano scelta insieme quella stufa e sapeva che il peso si aggirava intorno ai duecentocinquanta chili, ciononostante era rammaricata di vedere il suo fidanzato e il padre di lui,  il suo aspirante futuro suocero, spaccarsi la schiena a quel modo. Si erano aspettati tutti e tre che l'oggetto fosse trasportato tramite gru, verricelli o comunque con un qualche tipo di carrello elettrico automatico. Invece i due corrieri si erano presentati con un carrello classico, su due ruote e, insieme a Carlo e suo padre, Antonio, l'avevano issato gradino per gradino fino su in casa.

Quei pochi scalini erano valsi a entrambi qualche giorno a letto con un fortissimo mal di schiena, ma dopo quell'immane fatica la stufa era stata sistemata al posto di quella vecchia, in cucina, ma rivolta verso la sala, cosicché il calore potesse andare a riscaldarli anche mentre erano sul divano. 

Anche in quella tarda primavera soleggiata alla sera, quando le temperature si mitigavano, e si alzava un vento spesso sgarbato che riportava il fresco, era piacere osservare le fiamme crepitare, e godere del tepore sprigionato dal fuoco. E poi le fiamme danzanti erano di grande conforto per lo spirito, quando scendeva la sera. Prima dell'aggressione non tenevano legna in casa, per evitare che insieme ai ciocchi entrassero anche cimici e altri insetti sgraditi. Si limitavano a uscire sul terrazzino coperto e a prendere quel che serviva. Dopo quella notte sull'Alpe però, anche solo muovere quei pochi passi fuori dalla porta al calar del buio si era fatto insopportabile. Avevano recuperato una cassetta e, prima che il cielo si oscurasse, si assicuravano che fosse ben stipata di legna. 

Anche con la spazzatura avevano fatto uguale; conservavano la plastica e il vetro dentro due botti di compensato fuori, ma avevano iniziato a tenere tutto in casa per poi liberarsene la mattina dopo con il favore del sole.

Carlo era riuscito a reagire meglio rispetto alla propria ragazza. Anche se solo durante il giorno, aveva ripreso quasi subito a uscire per svagarsi, a incontrare gli amici. L'aggressione lo aveva segnato, ma era determinato a non permettere che la paura lo privasse delle cose che amava. D'altro canto però non era lui quello che si era visto afferrare per i capelli nelle tenebre da un essere che pareva uscito dal mondo degli incubi. Per Adriana tornare alla normalità era stato più difficile, e solo grazie all'aiuto, alla perseveranza e all'amore del suo ragazzo era riuscita a muovere i primi, esitanti passi verso un ritorno alla vita di tutti i giorni. Quando il sabato prima Carlo aveva tanto insistito per trascinarla sul monte Lolla, dentro di lei era scattato qualcosa, qualcosa che l'aveva sempre accompagnata durante tutto il corso della sua vita. La voglia di rivalsa. Non aveva mai sopportato che qualcuno le dicesse cosa fare, non permetteva a nessuno di manipolarla e soprattutto odiava a morte chi le faceva dei torti. Se accadeva doveva a tutti i costi vendicarsi o pareggiare i conti nel modo che la sua testa riteneva corretto.

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