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"Tu che ne pensi di quello che ci ha raccontato?" domandò Adriana, mentre attraversavano la strada davanti alla caserma dei carabinieri, diretti verso la piazza in cui avevano parcheggiato la macchina. 

Ansiosa com'era di sviscerare subito l'argomento neanche si era accorta di come Carlo avesse inconsciamente allungato il passo, per allontanarsi quanto più in fretta possibile dalla caserma. Semplicemente, istintivamente allungò il passo a sua volta per adattarlo all'andatura di lui. 

"Boh, non saprei..." rispose lui, senza sbilanciarsi. 

La ragazza riusciva a stento a contenere l'eccitazione, ripensando a tutte le cose che avevano appena scoperto, e la reazione a dir poco tiepida del suo fidanzato la lasciò perplessa. Accelerò ulteriormente il passo, sorpassandolo, per avere così modo di guardarlo in volto e studiarne l'espressione. 

"Che succede? Ti vedo più pensieroso del solito. Se qualcosa non ti torna dimmelo pure, senza timore" lo incoraggiò.

Lui esitò un attimo. Una donna poco più grande di loro, con un bambino che avrà avuto tra sì e no quattro anni, passò loro accanto, e in un attimo Carlo si sentì fin troppo consapevole di essere in un luogo pubblico, frequentato da molte altre persone oltre a loro. Persone che, per la maggior parte, sembravano badare ai fatti propri, intente com'erano a passeggiare, o a cercare un po' di sollievo sulle panchine dal caldo insolitamente opprimente di quella giornata. Ma che avrebbero potuto comunque tendere l'orecchio verso la loro conversazione. 

Non aveva la più pallida idea di dove quello scambio di battute avrebbe potuto condurli, di cosa sarebbe potuto sfuggire dalle sue labbra o da quelle di Adriana, e quello era un paese piccolo, dove le voci giravano in fretta. Essere quasi preso per pazzo dal nipote di Cristiano gli era decisamente bastato, non aveva alcuna voglia di ripetere l'esperienza. 

"Ti dispiace se continuiamo la conversazione lungo la strada verso casa?" domandò alla ragazza, rivolgendo un'occhiata carica di significato verso un piccolo capannello di pensionati fermi a poca distanza da loro. A distanza d'orecchio, per essere precisi. 

"Oh, sì, certo" acconsentì lei, cogliendo la sua preoccupazione. 

La giornata calda fuori stagione si stava facendo sentire anche dentro la macchina. Quando entrarono una vampata calda li accolse inaspettatamente, per cui aprirono le portiere per far girare l'aria prima di partire. Adriana scandì lo scorrere di quegli istanti battendo nervosamente il piede a terra. Presto ritenne che l'aria avesse girato più che a sufficienza, per cui salì in auto, lato passeggero, allacciandosi sbrigativamente la cintura e rivolgendo a Carlo un'occhiata colma di impazienza. 

Il ragazzo, con un sospiro, si affrettò a mettersi al voltante e a riprendere il discorso precedentemente interrotto. "No, è che mi sembra tutto troppo assurdo; sia quello che ci è successo sabato che la storia che ci ha appena raccontato quell'agente. Abbiamo fatto entrambi un po' la voce grossa là dentro, ma dimmi la verità, dove pensiamo di documentarci? E soprattutto, vogliamo davvero farlo? Sì, insomma, non sarebbe meglio lasciarci tutto alla spalle e continuare con le nostre vite?"

Adriana quasi non credette alle proprie orecchie. 

"Non pensi che se c'è davvero qualcosa nel bosco sia meglio per tutti che venga fermato? A noi è andata bene, ma se per altri così non fosse? Non so, chiamalo senso civico, però ritengo che qualcosa dobbiamo fare, anche solo cercare di approfondire meglio la vicenda. Ogni indizio magari potrà essere d'aiuto per..."

Carlo sospirò profondamente ancora una volta. "Apri gli occhi amore!" la esortò, con tutta la dolcezza della quale era capace, mentre compiva la manovra per uscire dal parcheggio. Si era reso conto che, tra loro due, era lei quella che aveva preso l'aggressione più sul personale, ed era pure logico, considerando che ne era stata la vittima principale, ma tentò lo stesso di farla ragionare. "Cosa credi che siamo in grado di fare tu o io? Non saprei nemmeno da dove partire, questa è materia per la polizia. Se anche fosse tutto vero, se esistesse un qualche tipo di nesso tra le cose, se ci fosse qualcuno che sistematicamente si diverte ad attaccare la gente nei boschi durante le notti di nebbia... beh... abbiamo solamente due segnalazioni a distanza di vent'anni. Di cui una peraltro nemmeno ufficiale. Non è molto da cui partire. Anche ammesso che trovassimo altri casi correlati, di sparizioni durante delle notti nebbiose, questo in che modo ci aiuterebbe? Non è un film questo, ma la vita vera, le cose non sono semplici come in televisione, e né tu né io siamo poliziotti."

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