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"Adesso? Ma sei seria?"

Lei era già in bagno a lavarsi le mani e la faccia, per togliersi di dosso gli ultimi rimasugli di tempera. Invece di rispondergli subito, una volta asciugata, si precipitò in camera e si spogliò degli abiti da lavoro che usava quando dipingeva e si mise in tenuta leggera: pantaloncini corti elasticizzati con tasche a cerniera, una maglietta senza maniche e si prese sottobraccio una leggera giacchetta anti vento.

"Certo che sono seria." Ribatté mentre apriva i cassetti dell'armadio alla ricerca di un coltello a lama fissa di media grandezza e dello spray al peperoncino, che era contenuto in una bomboletta a forma di pistola.

Quando vide i due oggetti, Carlo sgranò gli occhi. "E con quelli cosa credi di farci?" domandò attonito.

Fece spallucce "Non si sa mai."

Il giovane si rese conto che stare a disquisire sull'armamentario con cui aveva deciso di rifornirsi non avrebbe portato a nulla. E poi, in fondo, vista la follia che si apprestavano a compiere forse non era poi una brutta idea assumere qualche precauzione in più. Ma proprio perché quella che Adriana era così determinata a compiere rimaneva una follia bella e buona si sentì in dovere di tentare un'ultima volta di portarla alla ragione. 

"Sai che fra poco più di un'ora il sole tramonterà?" le fece notare. 

Lei parve non udirlo nemmeno. "Hai il cellulare carico? Anzi lascia stare, nel caso mettilo sotto carica in macchina mentre andiamo su. Meglio registrarla tutti e due mentre confessa."

Lui decise caparbiamente di non demordere. "Ci vuole una mezz'oretta a salire, ci rimarrebbero pochi minuti di luce."

Come spesso accadeva quando discutevano, quando lei lasciava cadere un discorso per il semplice motivo che la risposta gli sarebbe dovuta già essere palese come lo era a lei senza bisogno di aggiungere altro, e lui continuava a incalzarla, perse la pazienza; alzando gli occhi al cielo in preda all'esasperazione, si decise a rispondergli. 

"MA NON CI ARRIVI? Se è lei la persona che cerchiamo, non c'è nessuna strega che aspetta il calar del buio o la nebbia per coglierci di soppiatto!"

Carlo inarcò un sopracciglio. "Se?"

Adriana sbuffò, irritata, e gli si fece sotto "Ascoltami bene, o è stata lei o è stata qualcun'altra o altro che sia. Il punto è che non abbiamo a che fare con una strega, la Borda o Terminator. Avevamo... avevo visto giusto fin dal principio. È ovvio che mi sono lasciata suggestionare dalla situazione per come appariva e da quel momento ho perso la bussola. Ma ora ci sono più che mai e noi abbiamo il dovere morale di evitare che altri soffrano a causa di questa folle assassina."

<<Che scusa banale tira fuori adesso, però non ha del tutto torto.>>

Evidentemente il fatto di essersi lasciata suggestionare e aver preso una cantonata colossale, finendo con il credere a qualcosa di così evidentemente assurdo e irrazionale irritava profondamente la sua ragazza, la faceva sentire presa in giro e piena di risentimento. Lui, personalmente, invece, si sentiva rasserenato da quel pensiero. Non c'era nessun essere sovrannaturale con cui fare i conti. Quella consapevolezza sarebbe stata sufficiente a farlo dormire di nuovo serenamente e forse, col tempo, a farlo tornare a uscire con il favore del buio e della sera senza sentirsi attanagliare le viscere dal terrore.  Ma al momento era ancora troppo presto per scrollarsi di dosso la paura che fino a quel giorno l'aveva stritolato, per cui, per quanto capisse la logica di Adriana, nutriva ancora qualche timore reverenziale.

Sospirò profondamente. Aveva paura, e quello che stavano per fare andava contro a ogni buon senso, ma non poteva fermarla e assolutamente, categoricamente non era disposto a lasciarla correre quel rischio da sola. "Promettimi solo una cosa però."

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