1.

6 3 0
                                    

La grande faggeta, nella notte limpida e illuminata da una luna ormai al suo apice tra le stelle, li stava accompagnando nella loro escursione. La strada era tutta in salita, ma i loro programmi per quella prima giornata erano giunti al termine. Pochissimi chilometri per quel loro primo giorno a cui ne sarebbero dovuti seguire altri quattro, fino ad arrivare, alla sera del quinto giorno, in vista di Firenze.

Tutti e tre vivevano e lavoravano a Monghidoro, solo uno aveva dei turni che lo portavano un paio di volte a settimana verso Rastignano. Erano un bel quadretto a vedersi: due uomini con gli zaini traboccanti di roba e una donna con uno zaino a prima vista più leggero, ma in realtà compatto e pesante. Una grossa tenda era legata sopra allo zaino di Marco, facendolo apparire come il più carico, quando invece il bagaglio maggiore lo portava Alberto, che nel suo zaino aveva stipato, oltre agli oggetti personali, anche gli ingombranti sacchi a pelo termici. La stagione era diventata sempre più calda, ma le notti erano ancora fredde, soprattutto lì, a breve distanza dalla cima dell'Alpe a quasi 1200 metri. Marika invece aveva in spalla il materassino gonfiabile, utile per isolarli ulteriormente dal terreno e per garantire un riposo più confortevole.

Proseguivano lungo il sentiero in fila indiana, Marco ad aprire la via e Alberto a chiuderla. Poco dopo il tramonto avevano indossato le torce da testa, ma solo Marika l'aveva accesa, la luminosità regolata al minimo. Non era la sua prima escursione tra i boschi, ma era la prima volta che si trovava a camminare a così tarda notte e, in quella situazione per lei nuova, aveva bisogno dell'ausilio della luce artificiale per guidare lungo la via i suoi passi incerti.

Uno spesso tappeto di foglie umide ricopriva il sentiero, frusciando a ogni loro passo. Sotto al tetto di fronde del bosco non bastava qualche giorno di bel tempo per scacciare l'umidità delle piogge primaverili.

"Dai, Marika, perché non provi anche tu a spegnere quella torcia?" la provocò Marco, voltandosi verso di lei "Altrimenti come fai a goderti la bellezza del paesaggio?"

Lui e Alberto avevano già fatto escursioni in notturna, e nonostante avessero le torce spente si muovevano lungo il percorso cauti, ma con andatura costante e sicura.

"Certo, e se poi dovessi inciampare e slogarmi una caviglia chi mi porta in spalla fuori dal bosco, tu?" replicò prontamente la ragazza.

"Che c'è, ne dubiti? Non vedi che spalle robuste che ha?" intervenne Alberto. "Marco ha ragione, Marika. Spegni la torcia, vedrai che spettacolo. Non fare la fifona. Quando ti ricapiterà di vivere un'esperienza del genere?"

"Insieme a voi due? Se continuate a fare comunella contro di me proprio mai".

Nonostante il rimprovero decise di assecondarli. Le occorsero alcuni istanti perché i suoi occhi si adattassero al cambio di luminosità, ma presto si accorse che, in effetti, la torcia era superflua. La luna, quasi piena nel cielo, inondava il bosco della sua luce argentea. Si guardò intorno. I raggi lunari che filtravano tra le fronde illuminavano il paesaggio, proiettando a contrasto ombre ancora più scure là dove gli alberi si infittivano. I tronchi pallidi si stagliavano intorno a loro come sentinelle silenti.

"Uno spettacolo davvero per nulla spettrale" bofonchiò. Ma era affascinata suo malgrado.

Conosceva bene quelle zone, ma alla luce della luna il paesaggio familiare era cambiato, e lei ora lo scopriva surreale, quasi alieno. Mentre faceva vagare lo sguardo attorno a sé, spingendolo a sondare quel bizzarro mescolarsi di ombre e di luci, il piede sinistro incappò in un sasso, completamente nascosto dalle foglie, e lei si trovò improvvisamente sbilanciata in avanti, evitando la caduta per un soffio. Imprecò ad alta voce e si rivolse stizzita agli amici.

"Ve lo avevo detto che rischiavo di slogarmi una caviglia, ottimo suggerimento il vostro complimenti!" li accusò.

"Non dare la colpa a noi se sei una persona distratta" replicò serafico Alberto.

La BordaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora