Non credo di aver mai sentito così caldo in tutta la mia vita. Neanche durante l'inverno, quando mi imbacuccavo e mi appollaiavo davanti al caminetto a casa della nonna. Lei mi preparava i biscotti ripieni di marmellata ai mirtilli e la cioccolata calda e io mi sentivo la bambina più felice al mondo. Non c'erano rumori forti, non c'erano segni rossi sulla mia pelle e, soprattutto, non c'erano lacrime sul mio volto. Sei la mia notte, le dicevo, ma lei non capiva. Se n'è andata senza sapere il significato di quella frase. Da allora non l’ho più detta a nessuno.Sei la mia notte, perché mi riempi di silenzio la testa e di stelle gli occhi.
Avrei voluto dirle questo. Avrei voluto abbracciarla un'ultima volta. Ma adesso, dopo anni, quel calore è tornato di nuovo e mi serpeggia addosso come una carezza vellutata.
Non ho idea di che ore siano, so soltanto che non sono da sola.
Con l’alcool ancora in circolo, cerco di mettere a fuoco la figura imponente accanto a me.
Sembra che abbia combattuto contro il suo stesso istinto, perché il suo corpo non è più appiccicato al mio, ma le sue dita sono strette intorno all’orlo della mia maglietta. La tiene così, come se fosse una questione di vita o di morte, impedendole di sollevarsi e rivelare altre parti del corpo.
Le sue nocche ruvide mi sfiorano la pelle liscia delle cosce e i peli del suo braccio mi fanno il solletico.
La luna proietta un fascio debole di luce su di noi; i miei occhi annebbiati scandagliano con indiscrezione il ragno tatuato sul suo braccio. Cerco di avvicinarmi di più con la testa per osservarlo meglio.
Xavier dorme profondamente, il suo respiro è pesante e tra le labbra schiuse scivola un lieve sospiro.
Cerco di concentrarmi nuovamente sul suo tatuaggio. Contraggo le labbra in una smorfia di disgusto mentre con i polpastrelli traccio il contorno delle zampe del ragno; al tatto la sua pelle sembra quasi ruvida, irregolare, nastri leggermente in rilievo. Sposto il polpastrello sulla testa del ragno, ma qui la pelle è normale, uniforme. La mia mente è ancora troppo annebbiata per poter elaborare qualche teoria sensata, eppure, una domanda inaspettata deflagra tra i miei pensieri: quante bugie riesce a custodire una paura?
Chissà quante volte ha mentito per timore di dire la verità.
Sono cicatrici, quelle?
Sposto lo sguardo sul piccolo tatuaggio sul suo bicipite: un guantone da boxe che stringe un piccolo fiore.
Quante storie racconta la sua pelle? Quanti segreti nasconde tra i reticoli d'inchiostro? Vorrei scavare tra questi disegni avviluppati, scivolare sul suo corpo e racchiudere le sue paure tra le mie labbra.
Il mio respiro si schianta sulle sue costole e il suo profumo mi inebria le narici. Xavier si muove nel sonno e biascica qualcosa di incomprensibile. Appoggio la testa sul cuscino, lui si gira su un fianco, verso di me, sistemando di nuovo il braccio intorno alla mia vita e facendolo scendere sempre più giù; inizia a tastare con la mano le mie cosce, assicurandosi che la maglietta mi copra ancora il sedere. Ma lo fa gentilmente, come se sapesse che il mio corpo odia essere sfiorato in questo modo da mani sconosciute.
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Se le stelle potessero parlare
RomanceDopo la morte della madre, Avery è costretta a seguire il padre a San Diego per conoscere la sua nuova compagna e il suo futuro fratellastro. Però tra le mura della villa dei Dillard vive un'altra anima tormentata, scontrosa e poco incline ad avere...