Capitolo trentacinque

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«Scappa.»

Dovrei farlo. Dovrei uscire fuori da questo posto, eppure sono ancora qui. Ho gli occhi incollati su Xavier. Finirà presto, ha detto. Molto presto.

«Xavier!», grida Liam cercando di sovrastare lo schiamazzo e prendendo a gomitate tutti quelli che gli stanno intorno. Vorrebbe raggiungerlo, ma qualcuno gli impedisce di avvicinarsi ulteriormente al ring.

Rimango immobile a fissare la scena davanti a me. Xavier barcolla all’indietro, il sangue gli cola lungo la guancia. Gocce cremisi si sedimentano tra le crepe di quel sorriso pigro e tremulo.

Si lascia picchiare di nuovo come se fosse intrappolato in un incubo e volesse svegliarsi. Ed è tutta colpa mia. Liam si irrigidisce e stringe i pugni; si lancia nuovamente in avanti, un ragazzo gli dà una spinta violenta e lo fa arretrare.

Apro le braccia per accoglierlo e impedirgli si cadere. Xavier ci rifila un’occhiata fugace e incassa un altro colpo violento nello stomaco. È tutta colpa mia, continuo a ripetermi. Riesco quasi a vedere la rabbia nei suoi occhi da quaggiù.

E lui continua a lanciarmi occhiate furtive, quasi come se volesse comunicarmi qualcosa. Un altro pugno sullo zigomo e un altro sguardo verso di me. Cosa sta facendo?

Mike si lamenta accanto a me, Rora è rossa in volto e il sudore le fa brillare la pelle. «Giuro che salgo là sopra e gli spacco la faccia io stessa!», grida stringendo i pugni accanto ai fianchi.

Liam mi spinge da parte e si prende la testa tra le mani.

«Avanti, smettila di giocare!», gli dice gridando a pieni polmoni, le sue dita si incurvano intorno alle ciocche dei suoi capelli biondi mentre le stringe con vigore.

Un’occhiata fulminea mi colpisce in pieno e intravedo di nuovo quel sorriso crudele sulle labbra.

L’hai voluto tu, mi sta dicendo.

La folla erompe in un coro di acclamazioni all’improvviso e Liam si rilassa. Punta lo sguardo su suo cugino ed entrambi si guardano in un modo che io non riesco a comprendere. Anche se non mi coinvolgono nella loro conversazione silenziosa, capisco ugualmente che qualcosa sta per succedere.

Xavier si asciuga il sangue all’angolo della bocca con il braccio e scuote la testa con aria divertita.

«Ho puntato su di lui! Forse non avrei dovuto», si lamentano due ragazzi alle nostre spalle. 

Lo sguardo di Liam mi cade addosso come un macigno. È talmente pesante che non riesco a sostenerlo. E oltre il velo di delusione che gli copre le iridi, scorgo un vortice di dubbi nelle sue pupille. Dilata leggermente le narici e ruota la spalla, scrollandosi di dosso la mia mano.

«È colpa tua. Gli hai fatto qualcosa», dichiara, la sua è un’affermazione decisa. «Se gli succede qualcosa, con me hai chiuso», sentenzia.

Un insieme di sussulti inizia a strisciare tra la folla, quasi come se fosse diretto verso di me. Per un attimo cala il silenzio. Riporto lo sguardo su Xavier e Liam sposta l’attenzione su Danny e i suoi amici.

Se le stelle potessero parlareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora