Capitolo quattordici

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Pensavo che vedere papà fare il romanticone con Brooke mi avrebbe dato il voltastomaco, eppure non è così

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Pensavo che vedere papà fare il romanticone con Brooke mi avrebbe dato il voltastomaco, eppure non è così. Sento soltanto un grande vuoto e un senso di tristezza dentro di me. Perché ha sempre dato attenzioni a tutte le altre donne, tranne a quella che teneva realmente a lui. Non metto in dubbio l’affetto di Brooke nei suoi confronti, ma quello di mia madre era un amore in grado di dissipare l’oscurità e far spazio alla luce. Lei prendeva tutte le cose difficili, ne scioglieva i nodi e poi le rendeva semplici.

Mia madre si è beccata tutta la merda e adesso un’altra donna si prende la versione migliore di mio padre. Mi piace pensare che stia davvero cambiando e che non si tratti di un miraggio. Mia madre mi diceva che tutti abbiamo un lato migliore, che mostriamo nei momenti peggiori. E io mi chiedo quanto tempo ci metterà il mio lato migliore a farsi vedere, perché continuo a sentirmi una figlia terribile, un peso di cui mio padre avrebbe potuto farne a meno.

Non vedevo papà così contento da quando l’estate scorsa vinse una cassa di birra dopo aver vinto a carte nel locale di Earl. E adesso la sera sorseggia cocktail sul terrazzo mentre lascia baci languidi sul collo di Brooke.

Ma, a parte questo, forse sto iniziando ad abituarmi a questa routine, anche se è sempre strano sedermi al loro stesso tavolo e fingere di essere contenta di essere qui.

Mi spoglio della mia rabbia quotidiana e guardo il piatto davanti agli occhi.

Loro ridono e scherzano tra di loro. Con la coda dell’occhio vedo papà dare un bacio sulla guancia a Brooke; le sussurra qualcosa all’orecchio che la fa ridere ancora di più.

Liam sembra totalmente disinteressato alle loro effusioni.

Ho un terribile mal di testa e i ricordi di ieri sera mi fanno sentire un’idiota. Non ho neanche il coraggio di guardare quel quasi un metro e novanta di oscurità e odio che di solito siede accanto a Liam. Ma lo faccio e con sorpresa noto che la sedia è vuota.

Prendo la mia tazza preferita, quella gialla con le margherite, e mi verso del latte.

«Buongiorno», esclamo attirando l’attenzione di mio padre.

Liam solleva la testa il tanto che basta per lanciarmi un’occhiata torva.

«Tesoro», dice papà alzandosi in piedi. Mi stampa un bacio sulla tempia e stiro le labbra fino a formare una smorfia e non un sorriso come avevo programmato. «Hai un aspetto terribile. Come hai dormito?»

Rilascio un sospiro pesante, che di certo non passa inosservato. Brooke mi sorride dolcemente, i suoi occhi luminosi fanno il tifo per me e mio padre.

«Ho dormito bene», rispondo sottovoce. Papà si acciglia e avvicina di più il viso al mio. Mi prende il mento tra le dita e mi chiede di alitargli in faccia.

«Non mi sembra il caso, mi sono appena svegliata», rispondo con una risata nervosa.

«Per caso ieri sera hai bevuto?», domanda sempre più confuso.

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