Capitolo quarantasei

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Gli occhi fiammeggianti di Xavier non mi si schiodano di dosso

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Gli occhi fiammeggianti di Xavier non mi si schiodano di dosso. È come se all’improvviso avesse deciso che Noah non è, dopotutto, così degno di starmi accanto. Oppure mi sta mettendo alla prova? Sono in grado di ignorarlo e andare davanti davvero? Certo che sì!

Quello che doveva essere un incontro inaspettato e piacevole si è trasformato in un gioco pericoloso.

Noah appoggia il braccio sulle mie spalle. «Capisco», risponde attirandomi a sé, come se volesse marcare il territorio.

«No, non credo tu abbia capito», ribatte Xavier posando il bicchiere sul tavolino alla sua destra.

«Amico, ho capito benissimo invece», Noah fa scendere la mano sulla mia vita e lo sguardo da predatore di Xavier si sofferma sulla sua presa, quasi come se volesse staccargli il braccio con una semplice occhiata.

«Primo: non sono tuo amico», si alza in piedi e fa un passo verso di noi muovendo il collo a destra e sinistra lentamente. Deglutisco mentre la sua stazza torreggia su Noah e la sua voce stentorea mi scivola addosso provocandomi un brivido. «E secondo: mai fare arrabbiare l’agnellino, Noah», gli strizza l’occhio sfoggiando quel suo sorriso di scherno e poi si allontana.

Tae guarda Xavier a bocca aperta e poi dà una gomitata a Liam. Quest’ultimo fa scivolare una banconota sul suo palmo e io spalanco la bocca, scioccata.

«Business», spiega Tae con un sorriso innocente.

«Quel tizio mi odia?», chiede Noah abbracciandomi e poggiando il mento sulla mia testa.

Vorrei rispondere, però penso al suo gesto innocente. È una cosa che fa anche Xavier quando mi abbraccia: appoggia il mento sulla mia testa e mi massaggia la nuca con dolcezza. Non credo che ci abbia fatto caso.

«No, lui non odia nessuno», per poco non mi strozzo quando pronuncio l’ultima parola.

«I fratelli sono così: protettivi da far schifo», mormora alzando gli occhi al cielo.

«Lui non è il mio fratellastro», gli ricordo strizzando gli occhi infastidita.

«Però si comporta come se lo fosse. E poi, fa parte della famiglia, no? Non c’è molta differenza tra lui e Liam.»

La differenza è che con uno ci ho scopato!

Vorrei urlarlo a pieni polmoni, ma non credo sia un dettaglio importante in questo momento.

Quando suonano il campanello, sento i peli del corpo rizzarsi. È la mamma di Xavier.

I miei occhi tormentati cercano Liam. Lui sorride con aria complice e al contempo triste. E in questo preciso istante mi rendo conto che forse il nostro rapporto non è poi così diverso dai fratelli che condividono lo stesso sangue. Attraverso un solo sguardo ci diciamo già tutto.

«Scusa, devo cercare-», mi blocco non appena sento Brooke all’ingresso.

Mi avvicino con cautela, intravedendo la figura esile e minuta di una donna bionda.

Se le stelle potessero parlareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora