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DEREK
Qualche ora prima.
Quella mattina, Derek si svegliò di ottimo umore. La sera precedente tra lui e Sophy era scattato qualcosa. Derek aveva desiderato baciarla per tutto il tempo in cui erano stati insieme, ma si era costretto a non calcare la mano in alcun modo. Quei loro scambi al confine tra l'amichevole provocazione e l'irriverente seduzione, però, gli avevano lasciato addosso una languida ed inebriante sensazione di possibilità.
Purtroppo quello stato d'animo ebbe vita breve. Derek lo sentì scivolare via non appena varcò la soglia del suo ufficio e fu costretto a scontrarsi con una drammatica commistione di vecchi e nuovi grattacapi. Sulla sua scrivania erano state impilate una quindicina di cartelline colorate che Derek sapeva per esperienza contenere problemi di medio o grande rilievo, sbuffò e si mise al lavoro, non immaginando che il peggio doveva ancora arrivare. Stava lavorando da almeno tre ore quando Meg entrò nell'ufficio quasi senza bussare. Derek si voltò verso di lei, aveva i capelli in disordine e l'espressione trafelata.
«Che succede?» chiese, in allarme, leggendole in faccia un altro enorme problema.
«Felicity Frost è stata investita da un'auto pirata» raccontò lei, lapidaria. «Pare sia molto grave. Abbiamo già inviato due unità di cura sul posto».
«Ben fatto». Fortunatamente il suo gruppo aveva ormai imparato a gestire quel tipo di emergenze in completa autonomia. «Sophy?»
Il suo pensiero era subito volato a lei. Sapeva già cos'era successo? La ragazza era molto legata alla madre adottiva, quella notizia l'avrebbe distrutta. Gli si era strinto il cuore. Desiderò correre da lei per abbracciarla forte e provare a darle un po' di conforto.
«Era in ufficio accanto a me quando è successo» spiegò Meg, tetra. «Dopo che le ho dato la notizia è corsa fuori, le mancava il respiro».
Derek chiuse gli occhi, soffrendo all'idea del dolore di Sophy.
«Devo trovarla» decise alzandosi dalla scrivania.
Il destino, però, quel giorno non sembrava essere dalla sua parte: proprio in quel momento scattò l'assodante allarme della Struttura.
«Proprio ora?» esclamò, carico di rabbia e frustrazione. «Devo andare da lei prima che si attivino i sistemi d'emergenza».
«Derek ascoltami» lo fermò Meg prendendolo per le spalle. «Non è la prima emergenza per Sophy, saprà come comportarsi. Quando la Struttura riemergerà dal bunker potrai andare da lei».
«No, voglio andare da lei ora» ribadì Derek, il suo tono che non ammetteva repliche.
«Non credo tu possa farlo».
«Perché?» ringhiò incenerendo la ragazza con lo sguardo.
«Perché questo è più urgente». Meg attivò il proprio SmartRing per mostrargli qualcosa.
Derek si avvicinò per guardare meglio. Le immagini inquadravano la zona attigua al Portale e al centro della scena c'era Marcus Catting. L'uomo non aveva ancora superato nessuna delle linee di sicurezza, ma gridava come un dannato mentre sferrava pugni e calci alle guardie. Purtroppo Meg aveva ragione. Quella storia necessitava dell'assoluta precedenza.
«Come è possibile?» imprecò Derek colpendo la scrivania con un pugno. «Doveva rimanere isolato e sotto stretta sorveglianza!»
«Non so come sia successo» sospirò Meg, mentre l'allarme continuava a suonare.
«Non è colpa tua» la rassicurò Derek, «ma dobbiamo rimediare al più presto, prima che lo stato di emergenza ci isoli in questo Edificio».
Derek e Meg raggiunsero Marcus poco prima che l'uomo mettesse le guardie definitivamente ko. Fu lo stesso Derek a buttarsi nella mischia per fermarlo. Gli chiese come avesse fatto ad arrivare ancora una volta lì, ma non rispose limitandosi a ridere come un folle.
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MITOCITY 3 - La Struttura
Science Fiction-- sequel di "MitoCity - il Segreto" e di "MitoCity - Il Giocatore" -- "Lei non era mai stata la fiamma che rischiava di bruciare Mito City ed il suo equilibrio. Ma era stata l'accelerante che aveva permesso all'incendio di diffondersi distruggendo...