- CAPITOLO 26 -

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SOPHY


«Ci vorrà circa mezz'ora per raggiungere l'ospedale» spiegò Nick mentre saliva in macchina dal lato del guidatore. «Abbiamo dormito poco ultimamente, ma puoi cogliere questa occasione per riposarti un po'».

«Grazie per il pensiero» rispose Sophy sedendosi sul sedile del passeggero e allacciandosi la cintura. «Ma non credo che riuscirei a dormire in questo momento. Sono troppo in ansia».

«Non devi preoccuparti di nulla. Il peggio è passato» cercò di confortarla Nick. «I medici dicono che, da quando si è svegliata, Felicity è in condizioni stabili. Tutti i parametri sono buoni e lei è stanca ma completamente cosciente».

«Questo lo so» rispose Sophy. «Ma non hanno escluso che ci potrebbero essere delle conseguenze...»

«Andrà tutto bene» affermò Nick voltandosi verso di lei. I suoi occhi blu come l'oceano erano calmi, la mano posata sulla sua era ferma e rassicurante.

Sophy gli posò un lieve bacio sulle dita poi, quando lui iniziò a guidare, si voltò verso il finestrino e si perse nei propri pensieri. Dopo tutto ciò che era successo sulla scrivania di Nick, i due avevano approfondito il discorso anche nella camera di lui. Si erano amati, con trasporto e disperazione, per tutta la notte. E per i due giorni successivi. Si erano concessi delle pause per mangiare e dei brevi ed appaganti sonnellini, ma i loro corpi, incapaci di concedersi riposo, avevano preferito continuare a cercarsi, ancora e ancora. Mentre avvinta a Nick, Sophy riusciva ad arginare tutte le ansiogene riflessioni che le mozzavano il respiro e le annebbiavano i pensieri.

Quella mattina, dopo ben tre giorni di lussuriosa attività, Sophy si sentiva le membra piacevolmente indolenzite, ma la mente non era riuscita ad alleggerirsi. La notizia del risveglio di Felicity dal coma era arrivata alle prime luci dell'alba, mentre le mani forti di Nick le stavano massaggiando il collo e le spalle. I medici erano stati chiari: Felicity era sveglia e stava bene, ma non erano da escludersi delle serie conseguenze. Sophy era scoppiata in lacrime quando aveva sentito la parola paralisi comparire tra le ipotesi sul futuro della sua madre adottiva. L'abbraccio di Nick non era stato sufficiente ad alleviare il senso di colpa che le schiacciava il cuore: Ivan aveva investito Felicity per attirare l'attenzione di Sophy. Quindi lei, a conti fatti era la principale responsabile di ciò che era successo e questo era un peso davvero troppo grande da sopportare.

«Credi che si ricorderà di me?» chiese Sophy, tornando al presente mentre lottava contro le lacrime che le si erano di nuovo accumulate negli occhi. Si era posta quella domanda diverse volte da quando aveva deciso di varcare il Portale per MitoCity. Se non era ancora andata in ospedale era solo perché Nick non glielo aveva permesso promettendole di portarcela lui stesso non appena la donna si fosse svegliata. Sophy aveva deciso che sarebbe stata accanto a Felicity in ogni caso, come una sconosciuta o come una figlia, ma dopo aver visto che per Nick era stato facile ricordarsi di lei, una parte di lei sperava che lo stesso sarebbe accaduto con Felicity, che per anni l'aveva cresciuta come la più amorevole delle mamme.

«Ti ha cresciuta come una madre» disse Nick mentre voltava a destra, passando accanto alla vecchia casa dei Catting. «Sono sicuro che l'amore che prova per te le permetterà di bypassare facilmente la Cancellazione, come è avvenuto con me».

Nick aveva ricordato improvvisamente tutto ciò che c'era da ricordare ed era stata una fortuna immensa. Da sempre Nick e i ragazzi del Covo avevano lottato contro gli effetti della Cancellazione. E, sebbene le statistiche suggerissero che nella quasi totalità dei soggetti i ricordi potevano riemergere completamente, spesso il processo era lungo e complesso e necessitava di molto tempo e di parecchio lavoro.

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