- CAPITOLO 67 -

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PAMELA SKYLAND


Pamela e Douglas Skyland chiusero la cintura di sicurezza dei seggiolini dei loro bambini in perfetta sincronia. Si sorrisero e chiusero le portiere posteriori per poi aprire quelle anteriori e salire a loro volta nell'auto.

«Emozionata?» chiese Douglas guardando la moglie con tutto l'amore di cui era capace.

«Decisamente!» rispose lei ricambiando quello sguardo.

Il telefono di Pamela squillò per l'arrivo di un messaggio pubblicitario, ma un'ombra attraversò i suoi occhi quando le tornò in mente un'altra giornata, un'altra notifica, un altro messaggio... Ricordava fin troppo bene come si era sentita persa il giorno in cui, dopo aver letto quello strano sms di Douglas, aveva ricevuto una telefonata degli amici di Sophy che lo comunicarono che suo marito era stato Cancellato. Lei non aveva capito subito il reale significato di quelle parole, ma esse erano diventate chiare quando si era recata in quel vecchio albergo e i ragazzi le avevano fatto incontrare Douglas. L'uomo più importante della sua vita, quel giorno, l'aveva guardata senza riconoscerla. Pamela ricordava lo sconcerto provato nel vedere gli occhi di suo marito così vuoti. Una giovane e bellissima dottoressa dai lunghi capelli ramati le aveva spiegato cosa era successo al marito e le aveva assicurato che avrebbe fatto di tutto per aiutarlo; anche a lei, le raccontò, in passato era accaduta la stessa cosa. Pamela non aveva potuto fare altro che fidarsi e quella ragazza, Danielle, non l'aveva delusa. Pochi giorni dopo l'assunzione dell'antidoto, Douglas era tornato quello di prima: si ricordava di lei, dei bambini, del loro passato; ricordava tutto, tranne il fatto di aver dimenticato.

«Pamela, resta con me» disse la voce pacata di Douglas interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Ultimamente le capitava spesso di affogare in quei ricordi, ma Douglas era sempre pronto ad aiutarla a tornare a galla.

Gli strinse la mano che lui le aveva posato sul ginocchio e sorrise.

Quello sarebbe stato un giorno speciale per la loro famiglia. Si stavano recando verso la costa, dove Sophy Catting e Derek Normson li avevano invitati a partecipare ad una delle loro celeberrime feste a bordo piscina. Stando a quanto Pamela aveva capito, quel giorno ci sarebbe stato anche un annuncio importante. Pamela e Douglas erano convinti che si trattasse della rivelazione della data delle nozze di Sophy e Derek. Quei due erano la coppia più bella che Pamela avesse mai visto (dopo la propria, ovviamente) e per lei era semplicemente assurdo che non si fossero ancora sposati.

«Mamma, metti la musica!» ordinò la deliziosa vocina della piccola Nicole.

Pamela sospirò mentre Douglas cercava la stazione radio preferita dei gemelli che trasmetteva solo sigle di cartoni animati e canzoncine per bambini. Pamela si augurò che i bambini, cullati dal muoversi costante dell'auto, si addormentassero presto permettendole di cambiare stazione: non sopportava quella musica.

Il nuovo mondo in cui erano approdati due anni prima si era rivelato molto più accogliente e pieno di risorse di quanto tutti gli ex abitanti di MitoCity si fossero aspettati. Le differenze c'erano – Pamela non era ancora riuscita a comprendere cosa ci trovassero tutti di tanto interessante nei social network o nello streaming online – ma ambientarsi era stato relativamente semplice. MitoCity, infatti, sembrava essere stata costruita ad immagine e somiglianza dei migliori quartieri delle città del mondo reale.

Pamela e Douglas al momento vivevano in una villetta indipendente di recente costruzione, che sorgeva in uno dei tanti quartieri che erano stati edificati proprio per ospitare coloro che erano arrivati da MitoCity. I primi mesi però, quelli che i cinquecentomila profughi avevano trascorso stipati come sardine nella Struttura, non erano stati facili. Agli Skyland, così come a molti altri nuclei familiari, era stata assegnata una stanza di una decina di metri quadri dentro la quale dovevano vivere in quattro tra pianti, pannolini sporchi e scomodi letti a castello. In quel periodo, Nicole e Patrick erano stati molto irrequieti e l'unico sistema per tenerli buoni erano state quelle irritanti canzoncine. Ecco perché, anche a distanza di più di un anno, sentendole Pamela tornava a quel periodo e a quei dannati letti a castello.

«Credi ci sarà anche Nick Donovan alla festa?» chiese Douglas per distrarre se stesso e la moglie da quelle parole cantate con innervosenti voci infantili. «Spero di potergli parlare di uno dei miei progetti per la campagna elettorale...»

«Nick ci sarà sicuramente, ma quel ragazzo ha già molte gatte da pelare. Non sono sicura che sia interessato ai tuoi nuovi progetti pubblicitari» commentò Pamela.

Il ragazzo che era stato capo di MitoCity, una volta approdato al nuovo mondo, non aveva smesso di dimostrare le proprie doti di leader. Il governo del posto aveva espresso diverse perplessità riguardo la sistemazione di quel mezzo milione di persone apparse dal nulla. Con ogni probabilità, senza il provvidenziale intervento di Nick, gli abitanti di MitoCity si sarebbero ritrovati in quartieri ghetto, isolati dal resto della popolazione. Donovan però, con notevole abilità oratoria e grande determinazione, aveva mediato tra le parti riuscendo ad ottenere il clima di pacifica convivenza che ormai vigeva un po' ovunque. Pamela non si era affatto sorpresa quando era trapelata la notizia della candidatura del ragazzo in politica. Naturalmente era stata una novità divisiva ma Douglas, da buon pubblicitario, aveva colto la palla al balzo e si era offerto di aiutarlo nella campagna elettorale e i due avevano avviato una prolifica collaborazione.

«Io spero ci sia Sally» disse invece Pamela. «I bambini si divertono sempre a giocare con il piccolo NJ».

«Quella ragazza ha una grande forza» commentò Douglas.

«Io non so se ce l'avrei fatta al suo posto» sussurrò Pamela torcendosi le dita. Il grido di Sally quando aveva scoperto che il suo ragazzo, Nando, era morto a MitoCity, rimbombava ancora nelle orecchie di Pamela. Quella ragazza, nonostante il dolore, si era rimboccata le maniche e, supportata dai suoi amici, aveva portato avanti una gravidanza difficile e, dopo aver dato alla luce il piccolo e bellissimo Nando Junior, si era messa a lavorare come freelance nel campo dell'informatica e della sicurezza digitale.

«Sì! Voglio giocare con NJ! Voglio giocare con NJ!» iniziò a cantilenare senza sosta il piccolo Patrick.

«Presto potrai giocarci» lo rassicurò Pamela. «Ora perché tu e tua sorella non provate a fare un piccolo sonnellino, così arriverete alla festa belli riposati?»

I bambini fecero una smorfia adorabile prima di ricominciare a cantare con voci squillanti la sigla di uno di quei cartoni animati che guardavano a ripetizione sin da quando erano rintanati nella Struttura. Pamela sospirò, lanciò uno sguardo al sorriso sereno di suo marito e infine si rassegnò: per quel viaggio, non ci sarebbe stata tregua.

MITOCITY 3 - La StrutturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora