- CAPITOLO 34 -

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DEREK

Derek le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sophy, nuda e sorridente tra le sue braccia, era semplicemente radiosa e lui non riusciva a smettere di guardarla. Aveva paura che, se avesse distolto lo sguardo dalla sua pelle candida, dalle sue labbra morbide e dai suoi occhi luminosi, lei sarebbe scomparsa in una nuvola di fumo e lui si sarebbe svegliato da quello che aveva tutte le carte in regola per essere il più bel sogno che avesse mai fatto.

«Ehi, tutto bene?» gli chiese con voce morbida.

Gli posò una mano sul petto, all'altezza del cuore che non aveva smesso di battere ad un ritmo forsennato sin dal primo istante in cui le loro labbra si erano sfiorate.

«Va tutto fin troppo bene» rispose lui in un mezzo sorriso imbarazzato. Si sentiva ridicolo e sdolcinato. Che cosa gli stava prendendo? Dov'era il Derek forte, inscalfibile e con la battuta sempre pronta?

«E la cosa ti preoccupa» dedusse Sophy facendo scorrere le dita sottili su e giù lungo il suo petto.

«So che è assurdo...»

«Non è assurdo, è umano» lo corresse lei. Il suo sorriso era dolce e rassicurante. «Andiamo sempre a caccia della felicità ma poi, quando finalmente riusciamo a raggiungerne una fetta, abbiamo paura che non sia reale, o che non durerà...»

Ecco, Sophy aveva capito colto nel segno il motivo del suo turbamento. Era incredibile come il loro modo di pensare fosse in armonia, come fossero sempre sulla stessa lunghezza d'onda. Lui era sempre riuscito a comprendere gli stati d'animo di Sophy con un solo sguardo e la cosa stava diventando deliziosamente reciproca.

«Sai Sophy» iniziò lui, delineando con i polpastrelli la spalla e poi il braccio di lei, fino a raggiungere le dita sottili per stringerle tra le proprie. «Il fatto è che sognavo tutto questo da talmente tanto tempo e con talmente tanta intensità che ora, una stupida ed irrazionale parte di me, non riesce a credere che stia succedendo davvero».

Distolse lo sguardo, a disagio, ma Sophy gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a voltarsi nuovamente verso di lei.

«Mi dispiace deludere quella parte di te, ma io sono davvero qui» disse fissando il suo sguardo cristallino e determinato nei verdi e tormentati occhi di lui. «E sono reale, viva come non credo di essere mai stata e, soprattutto, sono innamorata di te».

Derek, commosso da quella dichiarazione, avrebbe voluto ribattere con parole altrettanto potenti, ma in quel momento si sentiva fragile e privo di fantasia, così lasciò che le sue labbra rispondessero per lui.

Sophy accolse il suo bacio ricambiandolo con speculare passione. Fosse dipeso da Derek sarebbe rimasto incollato a quelle labbra dolci e amorevoli per tutta serata ma improvvisamente lei si allarmò.

«Oh no!»

«Che succede?» chiese lui, turbato. Aveva forse fatto qualcosa di sbagliato?

«La riunione!» esclamò lei divincolandosi dalle sue braccia per cercare qualcosa con cui vestirsi.

«Che riunione?»

Sophy agguantò il maglione che lui le aveva prestato e lo indossò frettolosamente. «Al Covo, con Nick e gli altri. Iniziava alle otto, sono sicuramente in ritardissimo! Cosa mi inventerò questa volta?»

Derek attivò lo SmartRing. «Sono le otto e mezza» disse mentre il suo sguardo ed il suo umore si adombravano. «Mi dispiace. Non avrei dovuto farti fare tardi».

Lo infastidiva più di quanto fosse disposto ad ammettere ad alta voce che lei avesse pensato a Nick e a quella stupida riunione mentre si stavano baciando.

MITOCITY 3 - La StrutturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora