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SOPHY
Del tragitto in macchina da quel vicolo al Covo, Sophy ricordò solo la pioggia che colpiva incessantemente i finestrini ed il calore rassicurante delle mani di Derek che la sfioravano ad ogni sosta cercando di riconnetterla alla realtà. Il suo tocco protettivo e la sua voce gentile, infatti, erano tutto ciò che le impediva di sprofondare nell'abisso del proprio senso di colpa. L'orrore di ciò che aveva commesso era ancora una presenza soverchiante che la stritolava, ma le parole di Derek erano riuscite a scalfirne la nera e coriacea superficie.
"Tu non sei un'assassina! Ti sei solo difesa"
Derek parcheggiò davanti al hotel, fece il giro dell'automobile e, dopo averle aperto la portiera, le fece passare un braccio dietro le ginocchia e l'altro dietro la schiena, poi la sollevò come fosse una piuma. Sophy sapeva di poter camminare ma non si oppose, stare tra le sue braccia era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
Prima ancora di varcare la soglia del grande edificio, Sophy sentì delle voci familiari provenire dall'interno. La notizia di ciò che le era successo si era diffusa fin troppo rapidamente. Nella hall, infatti, oltre a Nick, Sally, Danielle e Sam, c'erano Felicity, Pepperdot e persino Marcus. Le loro voci si sovrapponevano in una chiassosa cacofonia, ma Sophy riuscì facilmente ad intuire di essere l'argomento principale di ogni loro discorso. Sembravano preoccupati e lei tremò all'idea di dover raccontare ancora una volta ciò che le era accaduto, ciò che aveva fatto. Affondò la testa nell'incavo tra la spalla e il collo di Derek e si augurò che la credessero svenuta, o magari anche morta.
«Sophy!»
«Eccovi finalmente!»
«Ero così preoccupata!»
«State bene?»
«Che cosa è successo?»
Vennero travolti da tutte quelle attenzioni non appena fecero ingresso in quella che era stata una hall.
«Sophy sta bene» disse Derek, la voce calma e pacata di chi non ha intenzione di ammettere repliche. «Ivan l'ha aggredita in un vicolo. È ancora scossa, ma sta bene. Vi prego di lasciarci del tempo. Saprete tutto, ma non ora».
Sophy, il cuore colmo di gratitudine, non sollevò il viso dal suo collo ma gli fece intuire il proprio ringraziamento accarezzandogli la nuca e posandogli un fuggevole bacio sulla spalla.
Nessuno dei presenti si oppose alle parole di Derek, così lui continuò a camminare stringendola tra le braccia. Erano a pochi passi dalle scale quando Sally parlò: «Meg ha riaperto il Portale. Lo abbiamo messo in sicurezza mentre eravate via».
«Ottimo Sally, grazie» rispose Derek, asciutto. «Nick, credo che i tempi sono ormai maturi: convoca una riunione con tutti i ragazzi del Covo. È arrivato il momento di raccontare a loro e ai signori qui presenti il nostro piano per domani sera».
«Consideralo fatto» rispose Nick con serietà. «Riprenditi Sophy, abbiamo bisogno di te».
Lei non rispose ma sentì il cuore balzarle in gola.
«Avremo bisogno dell'aiuto di tutti» lo corresse Derek. «Ma se lavoreremo tutti insieme ce la faremo».
Derek portò Sophy nella camera che condividevano, le fece posare i piedi a terra e quando si allontanò di un passo, un freddo improvviso la fece rabbrividire.
«Stai bene?» le chiese, vedendola tremare.
«Ho bisogno di una doccia».
Non vedeva l'ora di ripulirsi dalla sporcizia di quel vicolo e, soprattutto, dal sangue.
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MITOCITY 3 - La Struttura
Science Fiction-- sequel di "MitoCity - il Segreto" e di "MitoCity - Il Giocatore" -- "Lei non era mai stata la fiamma che rischiava di bruciare Mito City ed il suo equilibrio. Ma era stata l'accelerante che aveva permesso all'incendio di diffondersi distruggendo...