- CAPITOLO 43 -

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MEG

Il giorno prima

Meg completò l'ennesima ripetizione prima di fermarsi per una breve pausa. Prese la borraccia e fece una lunga sorsata di bevanda energetica.

La palestra, in giornate come quella, era per lei una manna dal cielo. Quando Meg era nervosa riusciva a sfogarsi solo così: sollevando pesi e facendo infiniti piegamenti. In realtà conosceva anche un altro ottimo metodo di rilassamento dei nervi, ma quel giorno rotolarsi tra le lenzuola con la prima persona disponibile non avrebbe fatto altro che incrementare il suo disagio. Derek era andato da Sophy per farle una sorpresa di compleanno e Meg, che aveva scoperto solo il giorno prima che il ragazzo si incontrava con Sophy nel Limbo da almeno un mese, era assolutamente certa che i due sarebbero finalmente finiti a letto insieme. Erano due persone meravigliose e sembravano fatti l'uno per l'altra, eppure il cuore di Meg era andato in mille pezzi quando lui le aveva raccontato, con gli occhi traboccanti d'amore, della torta a sorpresa e della stanza piena di coperte e cuscini color pastello. Meg sognava di essere guardata in quel modo sin dal primo momento in cui aveva incontrato gli occhi verdi di Derek. Lui, però, l'aveva sempre vista solo come una sorella. Con il tempo Meg se ne era fatta una ragione, aveva conosciuto molte altre persone e si era divertita. Poi però alla Struttura era arrivata Sophy, con quei suoi grandi occhi chiari e dolcissimi e quel temperamento ribelle. Meg aveva sentito il proprio cuore ricominciare a battere e si era illusa di avere una seconda possibilità di innamorarsi. Ciò che legava Sophy e Derek, però, era fin troppo chiaro ed evidente e Meg, in più di un'occasione, aveva cercato di spingerli l'una tra le braccia dell'altro. Ma, sebbene consapevole che da loro non avrebbe mai avuto nulla più di una sincera amicizia, Meg non aveva mai smesso di amarli entrambi.

Ed era proprio quell'inossidabile quanto inutile sentimento ad innervosirla così tanto: ora che Derek e Sophy si erano ritrovati lei sarebbe rimasta sola con le proprie illusioni. Posò la borraccia e tornò a sedersi sulla panca piana.

«Meg» la chiamò una voce nota irrompendo nella palestra deserta.

«Kora!» salutò Meg sorridendo alla bellissima morettina con la quale aveva trascorso più di una notte insieme. «Sei qui per allenarti? Unisciti a me, ho ancora una decina di ripetizioni da fare».

«Non sono qui per questo» disse Kora, i lineamenti stranamente tesi. «Da quanto tempo sei chiusa qui dentro?»

«Beh non saprei» rispose Meg sollevando la mano per guardare l'ora sullo SmartRing. «Quattro ore?»

Era troppo tempo, persino per una ragazza allenata come lei. Come aveva fatto a non accorgersi dello scorrere del tempo? La sua immaginazione, come a ricordarle il perché di quella distrazione, si prodigò nel mostrarle sensuali immagini di Derek e Sophy tra quei cuscini color pastello.

«Cavolo, allora tu non sai nulla!» disse Kora, più a se stessa che a lei.

«Non so cosa?»

«Beh, sono cambiate molte cose in queste ore...»

Meg sentì lo stomaco sprofondare, e non per la carenza di calorie dovuta al troppo allenamento. Il viso di Kora era enigmatico ma la sua tensione era evidente. «Di che si tratta?»

«Derek è a MitoCity» cominciò Kora abbassando lo sguardo.

Meg non si scompose. Ne era perfettamente a conoscenza.

«E il Portale è chiuso» aggiunse Kora.

No, impossibile.

Derek non l'avrebbe mai fatto. Si era prodigato anima e corpo per riaprire il Portale e non l'avrebbe chiuso per nessuna ragione al mondo. Eppure lo sguardo di Kora non mentiva, la ragazza era sinceramente preoccupata. Meg rimase ad osservarla in silenzio e lei continuò: «Tua madre l'ha sostituito. Ora è lei a gestire la Struttura».

MITOCITY 3 - La StrutturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora