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SOPHY
Durante il mese che seguì quel loro primo incontro clandestino, Sophy e Derek si trovarono nel Limbo ogni giorno, precisi e puntuali come orologi svizzeri. Lei, che trascorreva le sue mattine assistendo Felicity e le sue serate al Covo con i suoi vecchi amici, viveva in funzione di quelle due ore di svago con Derek. Tra di loro, in quei giorni, non era mai successo nulla di più di qualche abbraccio avvolgente e qualche dolce carezza, eppure Sophy si sentiva legata al ragazzo con i capelli lunghi più di quanto si fosse mai sentita legata a chiunque altro. Le loro ore insieme erano sempre diverse e sempre stimolanti. Derek, sebbene fosse turbato dalle continue interferenze del governo nella vita della Struttura, trovava ogni giorno il modo di sorprenderla allestendo location sempre nuove o portandole piccoli regali che lei conservava come preziosissimi tesori. La rosa bianca che le aveva regalato durante uno dei loro più recenti incontri, si stava seccando dentro l'ultima pagina del romanzo d'avventura che le aveva portato la settimana precedente e che lei aveva divorato in poche sere. Ogni mattina Sophy si svegliava con il sorriso sapendo che nel pomeriggio si sarebbero incontrati e ogni sera si addormentava cullata dal ricordo delle risate e delle chiacchiere fatte attorno al tavolo da biliardo o seduti su morbide coperte imbottite. Non mancavano nemmeno le battutine provocanti, il continuo stuzzicarsi e gli sguardi tanto ardenti ed intensi da crepare l'anima. In più di un'occasione, Sophy ne era certa, erano stati ad un passo dal baciarsi eppure, per qualche motivo, non era mai successo. Non che Sophy non lo desiderasse con tutta se stessa; inoltre gli occhi verdi di Derek riflettevano, senza ombra di dubbio, il medesimo desiderio. A Sophy, in genere, la cosa non pesava particolarmente perché era consapevole che il loro rapporto andava oltre la mera fisicità. Quello che c'era tra loro due valeva molto più di qualche bacio appassionato dato nella fretta di ritornare ognuno alla propria vita.
Quella mattina, però, Sophy si svegliò fin troppo nervosa e il pensiero di quei mancati baci non fece che incrementare quel suo turbamento. Si alzò dal letto senza il consueto sorriso e si rifugiò nella doccia augurandosi di far scivolare via insieme all'acqua anche tutto il nervosismo. Non funzionò.
Arrivata a casa di Felicity, la stessa casa in cui era cresciuta, il suo umore non poté che peggiorare. La sua madre adottiva aveva trascorso la notte combattendo con degli atroci dolori in tutto il corpo. I medici le avevano detto che sarebbe potuto accadere, ma fino a quel momento non era mai successo e quindi né Felicity né i suoi cari sapevano cosa aspettarsi. L'infermiera che si occupava di Felicity durante la notte, le aveva infine somministrato un potente antidolorifico che l'aveva fatta addormentare pesantemente. Il preside Pepperdot, che ormai era andato a convivere con Felicity, si offrì di portare con sé i bambini per distrarli un po', Sophy lo ringraziò, poi congedò l'infermiera, che sarebbe tornata a sostituirla dopo qualche ora, e si sedette accanto a sua mamma e le strinse una mano tra le sue.
Sophy trascorse quelle ore a vegliare sul sonno di Felicity raccontandole tutto ciò che, quando era sveglia, non aveva ancora trovato il coraggio di rivelarle. Si sfogò parlando di come erano finite le cose tra lei e Nick e si commosse descrivendo il profondo, ma per lo più platonico, rapporto che aveva con Derek e nell'esprimere ad alta voce quei sentimenti si rese conto di quanto fossero potenti e di quanto, in realtà, ogni cellula del proprio corpo bruciasse di desiderio per Derek.
La donna si svegliò nel primo pomeriggio. Sophy la aiutò a lavarsi e poi si spostò in cucina dove preparò per entrambe una semplice zuppa di patate. Mangiarono in silenzio. Fortunatamente i dolori di Felicity erano diminuiti. Quando Pepperdot rincasò, i bambini accerchiarono la loro mamma che li abbracciò e baciò con infinito amore. Il cuore di Sophy si strinse nell'assistere a quella scena commovente e bellissima. Salutò tutti con un groppo in gola ed uscì da quella casa in cui ormai si sentiva solo un'ospite. Avrebbe dato qualsiasi cosa per essere ancora una bambina, da amare a suon di coccole affettuose e parole dolci, che essere l'adulta carica di mille responsabilità che era diventata all'improvviso scoprendo tutta la verità su se stessa e su MitoCity.
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MITOCITY 3 - La Struttura
Science Fiction-- sequel di "MitoCity - il Segreto" e di "MitoCity - Il Giocatore" -- "Lei non era mai stata la fiamma che rischiava di bruciare Mito City ed il suo equilibrio. Ma era stata l'accelerante che aveva permesso all'incendio di diffondersi distruggendo...