- CAPITOLO 42 -

47 4 0
                                    

- 42 -

DEREK

«Se non riusciamo riaprire il Portale verso il mondo esterno non avremo alcuna possibilità di salvare tutti» constatò Nando.

«Sai che ci stiamo lavorando» gli ricordò Sally.

«Ad ogni modo, anche disponendo del Portale, i problemi non sarebbero finiti» aggiunse Danielle, «fuori di qui verremmo comunque perseguitati dal Game Master. È lui il vero problema».

«Un problema di cui sappiamo ancora troppo poco» chiosò Sam sbuffando.

Derek li osservò discutere senza interromperli. Era estremamente grato a tutti loro per il lavoro che stavano facendo e soprattutto per la fiducia che gli avevano accordato. Non era certo di meritarsela, ma era determinato a ripagarli risolvendo la situazione di MitoCity una volta per tutte. Purtroppo, però, avevano ragione. Le criticità erano fin troppe: il Game Master, sebbene impossibilitato all'azione diretta dalle protezioni che loro stessi avevano eretto attorno a MitoCity, li teneva sotto scacco. Quel pazzo avrebbe attaccato e lo avrebbe fatto senza pietà, restava solo da capire come e quando.

Quando Sophy e Nick erano usciti per andare rispettivamente da Felicity e ad una riunione di governo, Derek e gli altri avevano provato a ragionare su una soluzione per salvare MitoCity. Dopo diverse ore erano giunti ad un'unica conclusione su cui erano tutti d'accordo: occorreva riaprire il Portale. Purtroppo, si trattava di una missione pressoché impossibile poiché a MitoCity tecniche e materiali erano troppo scarsi ed obsoleti per adempiere a quel compito. Si trovavano ad un punto morto.

Derek indossò le cuffie. Voleva analizzare per l'ennesima volta la propria conversazione con il Game Master, nel frattempo Nando e Sam uscirono per un caffè mentre Sally e Danielle intavolarono una dettagliata disquisizione su come, se e quando il Portale fosse stato pronto, avrebbero potuto convincere l'intera popolazione di MitoCity ad attraversare un passaggio misterioso verso un mondo del tutto ignoto. Derek aveva appena sentito il Game Master chiamarlo per nome, con quella strana e familiare inflessione nella voce, quando qualcuno entrò nel Limbo.

Sophy varcò la soglia dell'ufficio per prima, seguita da Nick che le posò subito una mano sulla spalla. Derek non vi diede peso perché tutta la sua attenzione fu catalizzata dall'espressione atterrita di Sophy.

«Che cosa è successo?» le chiese coprendo la distanza che li separava con due grandi passi. Le prese il viso tra le mani. Aveva la pelle fredda e madida di sudore. «Ehi, Sophy, parlami». I suoi occhi cristallini erano lucidi di lacrime e sconcerto.

«Marcus» balbettò mentre Derek la accompagnava verso una poltroncina e la faceva accomodare per poi inginocchiarsi di fronte a lei. «Marcus è a MitoCity».

Lo sgomento pervase l'ufficio e si diffuse in un'ondata di sussurri perplessi.

«Come è possibile?» chiese Derek, incredulo.

Il racconto di Sophy e Nick lasciò Derek di stucco. Il Game Master aveva permesso a Marcus di attraversare il Portale un attimo prima di chiuderlo perché sapeva che quella mossa li avrebbe destabilizzati.

«Vi ha assicurato che starà dalla nostra parte?» chiese per la seconda volta facendo vagare lo sguardo tra gli occhi azzurri di Sophy e quelli blu di Nick.

«Sì» rispose il ragazzo. «Quando gli abbiamo spiegato la situazione ha capito che stare dalla nostra parte è l'unica cosa che può fare se vuole provare a salvare la sua famiglia e MitoCity».

«Vi è sembrato sincero?»

«Sì» disse Sophy, laconica. «Ne sono assolutamente certa».

«Bene» sospirò Derek passandosi una mano tra i capelli. «Ogni aiuto è bene accetto».

MITOCITY 3 - La StrutturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora