- EPILOGO -

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- EPILOGO -

SOPHY


Il giorno dopo la festa, quando finalmente Sophy e Derek finirono di riordinare gli ampi spazi della loro meravigliosa villa sulla scogliera, la ragazza si sentiva ancora euforica nel ripensare all'entusiasmo con il quale i loro amici e parenti avevano accolto la notizia dell'uscita del libro.

Derek, che si era allontanato per rispondere al telefono, riapparve davanti alla sdraio sulla quale lei si stava rilassando. Sophy si concesse un secondo per ammirare gli addominali scolpiti che facevano capolino dalla camicia estiva lasciata aperta sopra il costume da bagno. Il suo sguardo salì placidamente verso i pettorali allenati, accarezzò il viso dagli affilati lineamenti velati di barba per poi perdersi nel verde brillante dei suoi occhi. Quel ragazzo, perfetto in tutto e bello come un dio, era suo. Sophy, di tanto in tanto, si domandava ancora cosa avesse fatto per meritarsi una tale fortuna.

«Chi era al telefono?»

«L'editore» rispose lui posando il cellulare sul tavolino per poi sedersi accanto a lei.

«E perché?»

«Oh, niente di che» disse lui abbassando lo sguardo. Un ciocca di capelli scuri si liberò dal codino legato dietro la nuca e gli scivolò accanto al viso. Sophy provò l'impulso di risistemargliela dietro l'orecchio. «Voleva sapere quando avrei inviato le ultime pagine...»

«Le ultime pagine?» chiese Sophy dimenticando per un attimo quella seducente ciocca ribelle. Si sedette più dritta. «Abbiamo inviato tutto settimane fa! Che cosa significa questa storia?»

«Stai tranquilla» disse lui con un ampio sorriso. Le posò una mano sul ginocchio e iniziò a disegnare con il pollice piccoli cerchi sulla sua pelle nuda. «Ho tutto sotto controllo, anzi, mi azzarderei a dire che sto scrivendo quelle pagine proprio in questo momento».

«Che vuoi dire?»

Sophy era confusa, ma quella confusione si trasformò istantaneamente in folle emozione e irrefrenabile batticuore quando Derek, fissandola con quei suoi occhi magnetici, posò un ginocchio a terra e le prese le mani tra le sue.

«Sophia Rebecca Catting» cominciò con la voce arrochita dall'emozione. «Io ti amo».

"Anche io ti amo, Derek Normson" avrebbe voluto rispondere lei, ma la gola secca e la mente in subbuglio glielo impedirono.

«Sophy, io ti amo come non ho mai amato nessuno. Amo ogni tuo pregio ed ogni tuo difetto» continuò mentre gli occhi le si riempivano di lacrime di pura commozione. «Amo i tuoi grandi occhi dolci. Amo i tuoi riccioli scuri e profumati, ed amo trovarmeli sempre tutti in faccia mentre dormi rannicchiata tra le mie braccia. Amo il modo in cui muovi le mani ed amo quando sei agitata e allora diventi goffa ed impacciata. Amo i tuoi lineamenti delicati e morirei sulle tue labbra dolci e carnose. Amo il tuo corpo esile e non mi stancherò mai di venerare la morbidezza delle tue curve. Amo sentire la tua pelle sotto le dita ed amo addormentarmi avvolto dal tuo profumo. Amo le tue ciglia lunghe e mi piace vederle tremolare mentre dormi. La mattina amo persino sentirti russare mentre ti preparo la colazione».

Sophy si indignò dandogli uno schiaffetto sulla spalla. «Io non russo!»

«Oh sì, piccola, tu russi! Ma se può consolarti posso dirti che lo fai in modo davvero adorabile».

Sophy lo fulminò con lo sguardo, ma lui le diede un bacetto sulla fronte e lei non poté non tornare a sorridergli.

«Ecco un'altra cosa di te che mi fa impazzire: amo quando hai il broncio perché ti ho fatta arrabbiare ma poi mi scuso, ti bacio e tu ricominci subito a sorridere».

MITOCITY 3 - La StrutturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora