- CAPITOLO 68 -

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SOPHY

«E con questo ultimo vassoio abbiamo finito» disse Derek abbracciando Sophy da dietro per poi posarle un bacetto leggero sulla guancia.

«Direi di sì. Ed è tutto assolutamente perfetto» rispose lei facendo vagare lo sguardo nel vasto e luminoso salone che, in vista dell'imminente arrivo degli ospiti, era ingombro di vassoi posati un po' ovunque e carichi di invitanti stuzzichini preparati in casa e di gelidi bicchieri di champagne.

La villa arroccata sulla scogliera in cui Sophy e Derek si erano trasferiti da quando erano approdati nel mondo reale era la quintessenza della perfezione, almeno secondo Sophy. Gli spazi, dalle linee semplici e pulite, erano distribuiti su due livelli. Al piano terra si trovavano un'appartata e romantica sala lettura con le pareti piene di libri dal pavimento all'alto soffitto, una sala hobby con tanto di tavolo da biliardo, una sala cinema con una trentina di poltroncine ed una macchina per fare i popcorn, una spaziosa cucina abitabile e un ampio soggiorno dotato di ogni comfort che affacciava, tramite una lunga parete finestrata, su un patio, dotato di un'elegante zona bar e barbecue, oltre il quale troneggiava la vera regina della casa: una grandissima e profonda piscina a sfioro oltre la quale non si vedevano altro che cielo e mare.

Al piano di sopra, oltre a diverse stanze per gli ospiti e alla lussuosa suite matrimoniale affacciata direttamente sul mare, c'erano una sala da bagno degna di un centro benessere, un'elegante studio vista mare e una stanza con tre pareti ed il tetto di vetro. Quello era il posto preferito in assoluto di Sophy, era la location perfetta per dipingere ma anche per passare le notti abbracciata a Derek a guardare le stelle dopo aver fatto l'amore. Quella stanzetta sospesa sul mare le ricordava il loro Angolo.


Il viso di Derek portava ancora i segni del suo scontro frontale con quel masso, quando il governo gli aveva offerto una cifra astronomica in cambio di quel rimaneva del progetto MitoCity e dei dati, attuali e pregressi, di quell'esperimento, ma lui si era fortemente opposto a quella vendita. Non voleva che tutto ricominciasse da capo, aveva già commesso una volta l'errore di fidarsi dei potenti del mondo e non aveva nessuna intenzione di commetterlo di nuovo. Così aveva affidato i propri registri e l'ultimo server rimasto attivo a Nick che se ne stava occupando in parallelo alla propria nuova vita da attivista politico.

Fortunatamente Marcus non aveva mentito: la sua nuova versione di MitoCity era pacifica e pressoché utopica. I centomila Cancellati non erano stati aiutati a ricordare ma erano stati indirizzati, senza l'ausilio degli Inibitori, verso uno stile di vita sano, basato sulla collaborazione ed il rispetto reciproco. Nick, di tanto in tanto, monitorava la situazione ma, in quei due anni, non era mai dovuto intervenire in alcun modo e, lui e Felicity ne erano sicuri, non sarebbe successo neanche in futuro. In fin dei conti forse Marcus era stato l'unico a cogliere la vera essenza di quell'esperimento: condurre un casuale gruppo di persone verso la realizzazione di una società ideale.

Sophy e Derek, società ideale o meno, avevano deciso che non si sarebbero mai più immischiati in quella faccenda. Il loro intento, sin dai primi momenti in cui erano approdati alla Struttura, era stato quello di lasciarsi tutta quella storia alle spalle una volta per tutte. Non ci erano riusciti davvero – e quella festa ne sarebbe stata la dimostrazione – ma avevano fatto di tutto per tenersene il più lontano possibile.

Per mantenere fede a tale promessa, due anni prima Derek aveva stretto degli importanti accordi con una delle più prestigiose aziende dell'hi-tech. Ne era nata una collaborazione e, sotto il logo che Sophy avrebbe per sempre associato a MitoCity, erano arrivati in commercio una serie di prodotti brevettati proprio da Derek. I robot per il delivery, le pareti-schermo personalizzabili e - soprattutto - gli SmartRing avevano riscosso un successo esorbitante che aveva portato il conto bancario di Derek a crescere a dismisura in pochissimi mesi. La prima folle spesa del ragazzo era stata proprio quella meravigliosa villa a picco sul mare. Sophy si sentiva in debito con lui per quella incredibile dimora e, anche se Derek non voleva nemmeno sentirne parlare, lei si era promessa che avrebbe trovato il modo di ripagarlo, almeno in parte, di quell'enorme spesa. Aveva cominciato a dipingere con regolarità ed era riuscita a racimolare un bel gruzzoletto vendendo alcuni dei suoi migliori paesaggi e delle sue nature morte ma era consapevole che, finché non avesse avuto il coraggio di mostrare al mondo le tavole relative a MitoCity, non sarebbe mai riuscita ad emergere come artista in quel mondo troppo competitivo. Sophy metteva il cuore in ogni dipinto, ma in quelli che parlavano del suo passato regnava una malinconica magia che nessun paesaggio da sogno avrebbe mai potuto racchiudere.

MITOCITY 3 - La StrutturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora