- CAPITOLO 47 -

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PETRA

Petra Hardy non riuscì ad impedirsi di fare una smorfia a metà tra il disgusto ed il disprezzo mentre, sullo schermo proiettato sulla parete che aveva di fronte, Derek si piegava sul collo di Sophy. Quel ragazzo sapeva essere smielato tanto quanto era intelligente: una combinazione di caratteristiche che Petra non riusciva davvero a tollerare.

I due giovani piccioncini innamorati si presero per mano e cercarono un taxi con un'urgenza che Petra non ebbe la superficialità di confondere con il mero desiderio di appartarsi. La donna sapeva bene che Derek si era avvicinato all'orecchio della ragazza per rivelargli un'idea che veniva dal passato ma che avrebbe cambiato il futuro di tutti. Lo sapeva perché lei stessa era stata folgorata dalla medesima intuizione mentre osservava Derek fissare lo stadio con gli occhi sbarrati. Frugò nei cassetti della propria memoria e, una volta capito a che periodo si riferisse quel ricordo fondamentale, Petra estrasse da un cassetto più concreto un'unità di memoria digitale. La data segnata sul piccolo dispositivo faceva riferimento al periodo durante il quale Derek lavorava al progetto MitoCity al fianco di Clotilde. Collegò la scheda di memoria allo SmartRing e proiettò sulla parete una scena alla quale aveva assistito tramite le telecamere che, all'insaputa dei suoi dipendenti, aveva disposto sin dal principio in tutti i luoghi comuni da loro frequentati.

Derek e Clotilde erano seduti a quel tavolino da almeno quattro ore quando il cameriere si avvicinò per servire loro l'ennesima tazza di te bollente. Fuori dal bar la fredda nebbia notturna imponeva il suo grigiore su tutta la città. Clotilde ringraziò il cameriere e si sistemò una ciocca di lunghi e setosi capelli neri dietro l'orecchio prima di avvicinare la bocca alla tazza fumante. Gli occhi verdi di Derek si sollevarono dalle carte che ingombravano il tavolo per seguire i movimenti di quelle labbra dalle quali sembrava non saper distogliere lo sguardo . Si erano dichiarati i rispettivi sentimenti da poco, ma la loro storia d'amore clandestina era già degna delle migliori fiabe romantiche.

«Ehi, mi stai ascoltando?» lo rimproverò Clotilde facendolo tornare alla realtà.

«Sì, scusami» si riscosse lui. «Stavi parlando di stadi...»

«Esatto» disse lei ridacchiando mentre alzava gli occhi al cielo. «Stavo dicendo che credo che sia la migliore opzione, se non l'unica concretamente realizzabile».

«Pensi davvero che ci sarà bisogno di far uscire dal progetto tutti gli abitanti di MitoCity contemporaneamente? » Ogni malizia era svanita dal tono di Derek, sostituita da una preoccupata serietà.

«Non lo so» sospirò lei. «So solo che quello che stanno facendo i nostri capi non mi convince per niente e che i volontari dell'esperimento meritano una possibilità di fuga».

«Pregando che non servirà mai» disse Derek in tono mesto mentre beveva un sorso rovente del proprio tè verde.

«Pregando che non servirà mai» ripeté Clotilde fissando i suoi occhi di cristallo in quelli di lui.

Petra imprecò tra sé e sé. Quella conversazione rivelava così tanto dei due giovani idealisti! Era stato un primo campanello d'allarme che lei e tutti i suoi sottoposti avevano deliberatamente scelto di ignorare, convinti che né Derek né Clotilde avrebbero mai avuto il coraggio di ribellarsi concretamente al sistema che aveva dato loro un lavoro ed un obiettivo concreto.

«Se dovesse essere necessario allontanare tutti dalla città nel minor tempo possibile» considerò Clotilde con gli occhi brillanti di intelligenza, «non sarà sufficiente avere un Portale sicuro e pronto all'uso, occorrerà anche avere i mezzi per convogliare la popolazione verso il Portale e convincere tutti ad attraversarlo».

MITOCITY 3 - La StrutturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora