capitolo 12

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Grace

Guarda te se dobbiamo risistemare questo casino!
Il sole fuori sta tramontando, dipingendo il cielo di un rosso acceso che pian piano scema e diventa nero.
Mi sento sempre triste quando cala il buio. Ogni volta so che passerò le ore a guardare il soffitto, a sentirmi sola.
Raccolgo delle matite che sono cadute durante "l' ispezione".
-Mai sto spezzando la schiena.- Lili si stiracchia.
-Fai pure una pausa.- le dico mentre sistemo le matite nel portapenne.
-Vado a prendere qualcosa da mangiare in mensa.- mi dice. -Vuoi qualcosa?-
-Qualche snack salato.- odio il dolce, eccetto rare eccezioni.
-Torna subito. Prendo qualcosa anche per gli altri.- esce e si chiude la porta alle spalle.
Appena và via mi fermo e sospiro.
Guardo il casino che ho intorno.
Improvvisamente vedo nella mia mente un immagine simile.
Giochi sparsi per terra, pupazzi sbrindellati, urla, insulti...
Mi tremano le mani e mi si blocca il respiro.
Ogni volta è sempre la stessa storia, sempre lo stesso schema.
A ridestarmi dalla mia mente infame è il cigolio dell' anta dell'armadio.
Ci rifletto un po' prima di avvicinarmi, poi muovo i primi passi verso di lui.
Ogni volta che ci sono questi rumori significa qualcosa.
Esamino la struttura di legno scuro.
Cerco qualcosa, una scritta, uno scomparto nascosto, un biglietto.
Non lo so neanche io cosa cerco.
Mi ridesto e lo osservo.
Poi l'idea più stupida che potessi avere. Spingo l'armadio di lato, in modo da rivelare il muro dietro.
Ed ecco la cosa più assurda che potessi trovare.
Nel muro che una serratura.
-Grace! Possiamo entrare?- è Elian.
Mi allontano da lì e vado ad aprirgli.
-È anche peggio dal vivo.- esclama incredulo guardando il caos.
-Gia e abbiamo risistemato la gran parte.- Lili e di ritorno proprio ora.
Passano alcuni minuti dove mettiamo apposto la stanza.
-Julian?- chiede Lili. -Dove a essere qui un quarto d'ora fa.-
Elian sbuffa. -Di quello la non ci si può fidare. -
Spero si palesi nel giro di dieci secondi sennò lo vado a prendere per i capelli.
-Guarda che sono qui.- ecco che il rosso arriva. -C'era la Cliff fuori dal nostro corridoio, non voleva andarsene.- sbuffa. -Mi osserva anche a me.-
-Considerando i casini che voi due fate, mi sembra logico.- ribatte Elian.
Questi due non sono mai andati d'accordo.
-Ok, basta così. - li interrompo prima che si menino. -C'é qualcuno in corridoio?-
Lili va subito a controllare dopo aver posato i vari snack che aveva rimediato sul suo letto. -No, nessuno.-
-Bena. Chiudila.-
Lei obbedisce e torna tra di noi.
-Julian, hai il libro?- domanda lei.
Annuisce e lo prende dal suo zaino. -Torna.- lo passa alla mia compagna di stanza.
-Elian, hai la chiave?- chiedo alio migliore amico.
L

ui si fruga tra le tasche e me la porge.
-Devo farvi vedere una cosa. - annuncio a tutti.
Mi avvicino all armadio e lo sposto leggermente, in modo tale che tutti possano vedere.
Loro mi guardano come se non capissero cosa sto facendo.
-È... Un muro- dice Julian
-Ma dai, genio del crimine!- dico sarcastica. -Guarda meglio.-
Lui alza il dito medio ma torna ad osservare la parete.
Le sopracciglia gli si corricciano. -Quello è...-
-Ma toppa?- finisce la frase Elian.
Annuisco. -Vediamos e ci entra? -
Tratteniamo il respiro mentre infilo la chiave nella serratura.
Entra perfettamente.
La giro.
C'è un rumore, quello di una serratura che si apre.
Spingo la parete che... si muove?!
La cazzo di parete si sta muovendo!
È leggera, non è fatta di mattoni, ma di legno, noto.
-Cosa cazzo è?!- esclama Lili.
-Non ne ho la più pallida idea. - dico incredula mentre osservo il pozzo nero che ci ritroviamo sotto il naso.
-È... una specie di ascensore? Ma senza la parte meccanica, solo la tromba.- spiega Elian.
-Ma a che serve una roba del genere in una camera di uno studente?- domanda Julian.
Mi volto verso di loro. -Scendiamo?-

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