capitolo 15

60 7 2
                                    

Julian

-Piano! Hai stretto troppo!- la ammonisco.
Grace stringe ancora di più. -Oh, che sbadata.-
-Stronza.- sibilo. Questa cosa non la tocca minimamente.
Ci stiamo preparando per scendere nel pozzo, così lo abbiamo nominato, e Grace è l'unica che sa legare queste imbracature.
-Ehm... Volete fare a cambio? - ci chiede Lili da dietro la spalla dell' arpia.
-No preoccuparti, sopravviveremo.- la rassicuro.
Non sembra funzionare. Storce il naso. -Ma vedo dura. Sarà una lunga discesa.-
Finalmente Grace finisce di legare le corde. -Andiamo.-
Scenderemo io e lei. Gli unici due con delle esperienze in scalate.
-Se dovete litigare, fatelo ora e non la sotto, che noi non recuperiamo nessun cadavere.- ci canzona Elian mentre ci infiliamo nel pozzo.
Grace ed io lo ignoriamo e iniziamo a scendere.
Man mano che proseguiamo diventa sempre più buio.
-C'é puzza di vecchio.- si lamenta Grace. -È anche pieno di ragnatele.-
-Lo puliremo domani, ora scendi.-
Gli appigli della scala di ferro sono ricoperti di polvere, ragnatele e forse altro.
Per fortuna che abbiamo i guanti, non so quanto apprezzerei di toccare a mani nude quella roba.
Ad un tratto Grace urla.
Mi volto verso di lei né non la trovo. -Grace?-
Per un secondo non risponde. Mi sale il panico.
-Tutto bene!- la sua voce arriva da sotto di me. -C'é un pioli mancante, sono scivolata.-
-Tutto bene voi? Abbiamo sentito urlare. - grida Elian da sopra.
-Stiamo bene.- rispondo.
Continuiamo a scendere mentre tutto diventa sempre più nero, sporco e asfissiante.
-Ti sei spaventato?- mi domanda Grace.
-Quando?-
-Quanto sono caduta. -
Rido. -Ti pare? Mi hai solo colto di sorpresa. -
-Pensavi fossi caduta.-
Si, in effetti. -Come avremmo spiegato la tua assenza alla scuola e ai tuoi genitori?-
-Non penso che ai miei importi molto.-
Non ribatto, anche perché siamo arrivati finalmente alla fine del pozzo.
-Sembra un corridoio- dico analizzando il posto. -Per di là.- indico il punto da dove filtra una cuoca luce fredda dalla parete.
Grace batte sul muro. -È fatti di legno. Aiutami.-
Ci mettiamo a spingere quelle che devono essere delle casse. Riusciamo a creare un passaggio abbastanza ampio per poterci infilare in mezzo.
Grace passa per prima. -Che puzza!-
Siamo costretti a tapparci il naso e la bocca. -È una fogna.-
-Ma perché c'è un passaggio per una fogna?-
Siamo sulla banchina al lato di un canale di acqua putrida.
-Ci sono dei topi!- dico indicandone due che corrono su dei tubi sulla parete.
-Questa posto fa schifo. - concorda Grace. -Che ore sono?-
Guardo l'ora dal telefono. -Le dieci e mezza. Da che parte andiamo?-
Lei guarda a destra e sinistra. -Decidi tu.-
-Destra.-
Mentre camminiamo noto che ci sono un sacco di insenature e piccoli corridoi come quello da cui siamo appena usciti lungo tutto il canale.
-Non mi sembra un posto sospetto, certo, è inquietante ma non capisco perché il passaggio segreto.-
Alzo le spalle. -Contunuiamo a girare, magari troviamo qualcosa.-
Lei non mi sembra molto sicura. -Diciamo veloce. Non mi piace stare qui.-
Neanche il tempo di fare due passi che sentiamo un forte rumore metallico che ci fa pietrificare.
-Odio avere ragione.- borbotta Grace.
-Sarà un topo.- tento di rassicurare più me stesso.
-Si, un topo gigante che viene da Chernobyl!- il tono sarcastico nella sua voce mi fa salire ancora più ansia.
Il rumore di passi blocca la conversazione.
-Arriva qualcuno. - dico prima di nasconderci in uno dei vicoletti bui.
Tento di sporgermi verso l' esterno senza farmi vedere.
I passi si avvicinano sempre di più. Provengono dal lato opposto al nostro del canale dell' acquitrino.
Con la poca luce a disposizione vedo la figura di una donna camminare per la banchina di cemento.
Ha lunghissimi capelli neri, lisci e scompigliati. Un abito bianco. Eppure non è questo a farmi gelare il sangue nelle vene.
Il candido vestito è sporco. Pieno di macchie scure di fango, strappi e... Mi blocco.
Grace mi tira la manica per attirare la mia attenzione su di lei.
"Che succede?" Mi chiede con gli occhi.
"Dobbiamo andarcene appena se ne va" mimo con la bocca.
Sembra confusa. Ma non ribatte quando la donna sparisce e corriamo fuori.
-Cosa hai visto?- mi chiede mentre risaliamo.
Deglutisco. -Una donna...-
-E...- mi invita a continuare.
-Ok sui vestiti... Era tutto strappato, coperto di terra e...- il solo ripensarci mi terrorizza. -Sangue. Coperto di sangue -

Artemis CollegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora