🔴capitolo 48🔴

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Grace

Chiudo la porta della mia camera alle spalle. Mi appoggio alla superfice di legno scolorita e sospiro.

Non ci credo.

Julian è a casa mia ed io gliel'ho permesso!

Stupida! Stupida, Grace!

Lo hai portato qua! Dovevi insistere di più, non farlo proprio salire sul quel taxi. Invece no!

La domanda che mi preme da ore, come un tarlo in testa è solo: perché?

Sento la porta di casa aprirsi e chiudersi poco dopo. Sono qui. Chiudo gli occhi.

Calma, Grace. Puoi farcela. Non possono farti nulla con Julian in casa.

Esco dalla mia stanza e trovo Minni che sale le scale per venire da me. -Signorina, i suoi genitori sono a casa.- la dolcezza di questa donna stona con il resto delle persone in questo posto.

-Grazie.- le dico con la voce rotta. Lei sa cosa significa quando sono qui, ci lavora da trent'anni ed ha assistito alle cose peggiori.

Mi ha detto mille volte di chiamare qualcuno ma le ho sempre impedito di farlo. E' tutto sotto controllo, le dicevo sempre. Anzi, lo dico anche oggi.

Scendo le due rampe di scale che mi separano dei miei genitori molto lentamente. Uso questo tempo per prepararmi psicologicamente all'incontro.

Quando arrivo nel grande salone vedo per prima la figura slanciata di mia madre. I lunghi capelli castani sono ancora legati sopra la testa con uno chignion tirato. Indossa il solito talleur grigio che usa in ufficio.

Poi scorgo mio padre, seduto sul grande divano beige. Lui ha i capelli biondo cenere ordinati e pettinati all'indietro. La mascella dura si contrae quando mi vede.

-Ah, eccola.- il tono gelido in cui lo dice indica che è chiaramente infastidito dalla mia sola presenza.

Mia madre si volta e punta i suoi occhi scuri e severi su di me. -Bè? Cos'è questa storia?-

-Hai invitato un tuo "amico di scuola" qui?- dice mio padre.

-Io...- deglutisco a fatica. -Non sono riuscita a fermarlo. E' voluto venire a tutti i costi e...-

-Cazzate!- mi interrompe la donna che dovrebbe essere mia madre. -Sai solo creare problemi! Ora sparisci finchè non serviranno la cena.-

Non me lo faccio ripetere due volte. Giro i tacchi e esco dalla sala.

Mentre svolto l'angolo vengo fermata da una voce. -Non è vero che crei solo problemi.-

Mi volto verso Julian. -Invece si.-

🥀🥀🥀

La prima cena si svolge in silenzio. Con Jul dopo questo pomeriggi non ci siamo più incrociati. Sarà per il fatto che non sono uscita dalla mia camera, o perché ha passato la giornata a presentarsi ai miei.

Fatto sta che ora siamo tutti e quattro seduti al grande tavolo in sala da pranzo a degustare la cena che lo chef personale dei miei ha fatto.

-E' ottimo, signori Stivens.- dice Julian mentre taglia un altro pezzo di manzo.

Mia madre, Claudia Martinez gli sorride amabile. Quanto è brava a fingere. -Ti ringrazio, caro.- poi punta i suoi occhi su di me. Diventano subito più duri. -Non mangi?-

Non so che rispondere. -Si.- mi porto alla bocca un piccolo pezzo e lo ingoio. -E' buono.-

-Chef William ci ha messo ore per preparare questa carne, abbi almeno la gentilezza di mangiarne metà.- mi sgrida mio padre.

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