⚠️capitolo 51⚠️

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Grace.

Il solo pensiero di non trovare i miei in casa mi toglie un enorme macigno da dosso. Sono usciti alle sette di questa mattina, ovviamente hanno litigato tutto il tempo prima che chiudessero la porta e se ne andassero per i fatti loro.

Il cielo oggi promette pioggia. E' grigio e pieno di nuvole scure. Io sono ancora in camera mia, seduta sul letto a contemplare il nulla.

In questa stanza non c'è gran che. un lettino stretto con una coperta bianca, una piccola cassettiera dove tengo i miei miseri vestiti e due mensole con sopra dei libri. Le pareti sono spoglie e di un allegro grigio.

Basta.

Questa è la mia parte di casa.

Anche la porta è scolorita come la piccola targhetta di legno che è appesa sopra.

Mi faccio coraggi e mi alzo, infilo la mia solita gonna marrone e un maglioncino bianco. Mi lego i capelli in una treccia e mi fermo di fronte la porta. Prendo un bel respiro e la apro.

Sono sorpresa di vedere Julian di fronte a me, con le spalle poggiate al muro. Ha indossato una felpa blu scura e un paio di jeans. I capelli rossi e spettinati lo fanno sembrare più... bello.

-Buongiorno. - mi saluta sorridendo.

Ho sempre pensato di non poter mai vedere un sorriso così luminoso e sincero dentro queste mura. Il cuore, un pochino, mi torna a battere.

-Buongiorno. -

Scendiamo insieme le scale diretti alla sala da pranzo dove possiamo fare colazione in pace, ora che siamo soli.

Non è la prima volta che io e lui siamo insieme senza nessuno nei dintorni, eppure mi sento agitata e nervosa.

-Non mangi quello?- mi domanda con ancora il boccone di muffin al cioccolato in bocca.

Guardo nel mio piatto. Pancake e sciroppo d'acero. Molto, moltissimo sciroppo.

Scuoto la testa. -Mi viene da vomitare.-

-Perché?- sembra allarmato dalla mia risposta.

-Non amo il dolce. Mi disgusta.-

Julian si rilassa, poi scoppia a ridere. -Mi hai fatto prendere un colpo. Allora perché hai un gigantesco piatto di pancake affogati in una glassa zuccherosa?-

-Perché tutti qui dentro sono istruiti nel fare l'esatto opposto di ciò che amo.- gli confesso, ma vorrei ritirare subito tutto.

Gli occhi azzurri di Julian diventano due fessure mentre mi guarda. -I tuoi genitori hanno detto di fare così?-

Ormai è andata. Tanto vale parlare. -Si.-

-Perché?-

Per fortuna la conversazione viene interrotta dal campanello che suona. Minni corre ad aprire ma io le sono subito dietro.

-Chi è?- le domando.

-Il corriere.-

-Lascia, vado io. - le sorrido mentre apro la porta.

Nemmeno il tempo di formulare quella decisione che mi blocco sotto il portico. Una leggera pioggerella bagna la terra.

Voglio tornare dentro ma sento il rumore di un ombrello che si apre alle mie spalle e poi mi copre la testa.

Mi volto e trovo Julian al mio fianco. -Andiamo, sua maestà?-

Forza, Grace, è solo una pioggerella. Non ti può impedire niente.

Sospiro. -Andiamo.-

Camminiamo insieme sotto l'ombrello scuro che ci protegge. Le nostre braccia si sfiorano ad ogni passo. Non proferisce parola ed io altrettanto.

Arriviamo al cancello dove il povero postino si ripara dentro la sua macchina. -Salve!- ci saluta. -Ho un pacco per Anthony Stivens. -

-Lo dia a me.- lui mi porge la scatola e la prendo. -Grazie, buona giornata.- l'uomo ci saluta e sfreccia via.

Ci voltiamo per tornare indietro ma qualcuno mi richiama. -Ma gura un pò. Grace in persona.-

Al solo sentire la sua voce sento un calore dentro di me. -Blake?- mi giro e trovo l'uomo che mi guarda.

Lo riconosco subito. Occhi verde smeraldo, camicia e pantaloni eleganti ma formali, i capelli neri sempre in ordine ora sono arruffati dal vento.

-Non sapevo fossi tornata.- mi dice da sotto il suo ombrello colorato.

-Solo per qualche giorno.- spero di andarmene il prima possibile. Lui lo sa bene.

La sua attenzione si posa al mio fianco, a Julian che regge il manico in un pugno stretto. Le dita sono bianche per la forza.

-Scusami, non mi sono presentato. - gli porge la mano. -Blake Darren, vicino di casa di Grace.-

Il rosso ricambia la stretta. -Julian, amico di Grace.-

Blake mi guarda stupito ma noto della fierezza nel suo sguardo. -E' un compagno di scuola.- lo informo.

-Oh, sono felice che la mia Grace abbia un amico!- rivolge a Julian un caldo sorriso. -Io torno a casa, sono rientrato dal turno di notte e sono stanco morto.- ci saluta mentre si allontana verso la villa dove vive con i suoi genitori.

-Chi è?- mi domanda Julian con tono freddo.

-Blake? Il mio vicino di casa. Lo conosco da sempre. E' un tipo simpatico.- mi devo costringere a stringermi ancora di più sotto l'ombrello altrimenti rischio di bagnarmi.

-Mh.- mugugna lui. Sembra infastidito.

Un sorrisetto maligno mi spunta in volto. -Sei geloso?-

-Di chi? Quello?- sbuffa seccato. -Ti pare. Poi geloso di te?-

Scoppio a ridere. Una risata vera e spontanea. Non ho mai riso così prima d'ora dentro la proprietà dei miei genitori.

Sento il peso dello sguardo di Julian su di me. Mi volto e lo trovo a fissarmi. Ha gli occhi dolci, come se stesse guardando un sogno.

La mia risata sfuma nell'aria. -Che c'è?-

-Sei bella quando ridi.-

Non so cosa succede ma sento il cuore accelerare, qualcosa si mette in volo nel mio stomaco. Ho il volto in fiamme e sono costretta a distogliere lo sguardo dal suo per non svenire. Le gambe sembrano di gelatina e ad ogni passo mi sento cadere.

Che ti succede, Grace? Mi dico.

E' sempre Julian. L'odioso, irritante e presuntuoso Julian.

Ti ha detto una frasina sdolcinata e tu cadi così?

Rientro in casa in silenzio mentre Julian sghignazza e Minni ci guarda con un sorrisino sospetto sul volto.

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Amici del Fantabosco!!!!
Vi sono mancata?! Lo so, vi ho fatto aspettare tanto.
Da adesso riprenderanno le pubblicazioni, ma solo una a settimana
Con il nuovo lavoro non riesco a stare troppo dietro alla scrittura (sono tristissima)

A giovedì prossimo 🩷🩷🩷

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07 ⏰

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