Il peso del comando

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Era passata una settimana da quando gli Spectrum erano partiti ed Elizabeth stava per avere una crisi isterica.

All'inizio era andata bene, il caso aveva voluto che incappassero in un nuovo contingente di 300 soldati mandato da Peter in rinforzo del campo, a quei soldati gli Spectrum avevano preso la vita e le armi.

Vestiti da soldati imperiali si erano confusi facilmente con i soldati imperiali le cui armature a piastre e i loro elmi con la celata che non mostrava il viso tranne che per gli occhi, appena entrati si erano divisi i compiti che John aveva fornito loro in precedenza.

La cosa più delicata ed il compito primario era quella di trovare dove fossero detenuti i bambini prigionieri, avevano scoperto che erano stati rinchiusi in un recinto di pietra alto un metro e ottanta, coperto da una grata di ferro, erano nutriti con pane e acqua, tenuti svestiti ed esposti alle intemperie sorvegliati a vista da guardie armate.

Con la scusa di fare pattugliamenti a lungo raggio, a coppie, gli Spectrum avevano iniziato a dare informazioni ai compagni lasciati fuori che poi riferivano al Consiglio di guerra.

Così in appena una settimana Elizabeth aveva ottenuto tutte le risposte che desiderava.

La vita dei prigionieri era così ordinata: la sveglia era alle prime luci dell'alba e si procedeva all'appello, se un prigioniero mancava e non era né morto né malato, il primo pasto era revocato, altrimenti veniva fornito loro una brodaglia calda e una fetta di pane nero di segale, avevano poco tempo per mangiare e poi dovevano iniziare a lavorare.
Quando il sole era allo zenit era data una zuppa di di verdure essiccate e bruchi, la sera erano date due fette di pane e una brodaglia scura ottenuta dal sangue di suino e vino aspro.

Il campo era strutturato su una pianta quadrata, in cui erano presenti diversi settori, verso la porta nord era stata installata la forgeria e le abitazioni dei soldati, a est er apresente la miniera, a ovest la falegnameria e a sud dove c'era il porto c'erano i bacini di carenaggio e la sartoria.

I quattro settori erano divisi da corridoi formati da due palizzate, sorvegliate costantemente dalle sentinelle; coloro che oltrepassavano il corridoio senza permesso, non eseguivano bene il loro lavoro o semplicemente per capriccio dei carcerieri, venivano condotti nella piazza centrale e lì puniti.

Le punizioni erano pubbliche e i carnefici infierivano sul prigioniero con pugni, calci con scarpe chiodate, schiaffi, mazze di legno e di ferro, pungoli arroventati, braci ardenti, frustate con catene o altri attrezzi.

Se invece il prigioniero era stato considerato reo di morte, era presto preso, legato ad una barra di ferro incandescente su cui viene appeso e arrotolato, in modo che il palo restasse bloccato tra l'incavo delle braccia e l'incavo delle gambe. Successivamente venivano legate le caviglie con i polsi. Il condannato veniva appeso a circa un metro dal suolo e lasciato in quella posizione finché il sangue non sarebbe più circolato e il corpo si sarebbe gonfiato fino a far cessare il respiro.

Altrimenti i condannati a morte erano uccisi tramite crocifissione, impiccagione o altri metodi inventati dai sadici carnefici. Poche volte avvenivano fucilazioni, perché gli Imperiali non volevano usare le armi da fuoco per i prigionieri, tuttavia, le sentinelle erano autorizzate a sparare sui prigionieri al primo accenno di ribellione.

Le donne erano tenute nella zona della sartoria, le detenute che si ribellavano, tentavano di evadere o compivano atti di sabotaggio vero o presunto, venivano rinchiuse nella prigione del campo che erano otto gabbie di ferro da 1,8 x 1,8 metri, una cella di sicurezza senza servizi igienici o possibilità di ripararsi dal freddo e dal caldo, sollevate dal terreno e poste sopra una fossa in cui erano sempre presenti braci ardenti.

The mitrhil's Saga- Le storie di una principessa ribelle e della sua guardiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora