Scontro tra potenze

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L'alba sorse sulla piana dell'Aldertag, illuminando il terreno con una luce dorata. Mentre i raggi del sole si diffondevano, rivelavano l'imponente forza imperiale schierata in tutta la sua terribile efficienza. Migliaia di fanti con armature rosso sangue avanzavano in prima linea, il fucile "donkey" saldo sulla spalla e le baionette scintillanti alla luce del sole. Avanzavano in quadrati ordinati, guidati da ufficiali a cavallo che tracciavano un percorso sicuro per i loro uomini. Dietro i quadrati di fanteria, i soldati trascinavano pezzi d'artiglieria, catapulte, cannoni e baliste pronti ad essere messi in batteria. Il cielo, intanto, si riempì di strani palloni, ciascuno con ceste colme di nemici pronti a lanciarsi in battaglia dall'alto.

Dietro le artiglierie, si muoveva la cavalleria imperiale, migliaia di cavalieri accompagnati da carri catafratti, le armature scintillanti riflettendo la luce del mattino. A chiudere la marcia avanzavano i Kerberos, l'élite imperiale. I monaci guerrieri oscuri indossavano armature che ricordavano la corazza degli scorpioni, un design oscuro e intimidatorio che incuteva timore. I segmenti articolati delle loro corazze garantivano agilità e protezione, decorati con dettagli minacciosi.

Ai fianchi delle forze principali, si muovevano truppe leggere di arcieri e balestrieri, pronti a scatenare una pioggia di morte sui nemici. Chiudevano lo schieramento i reggimenti di zappatori, genieri e bombaroli, pronti a distruggere le difese nemiche con esplosivi e macchinari di assedio.

Il suono dei cupi corni, dei tamburi e dei pifferi accompagnava la marcia, un ritmo sinistro che riecheggiava nella piana. Ogni passo era sincronizzato, un'impressionante dimostrazione di disciplina e potenza militare.

Dall'altra parte della piana, l'enorme fortezza dell'Aldertag si ergeva imponente e silenziosa. Nessun rumore proveniva dalle sue mura, solo un cupo silenzio che faceva da contrasto alla cacofonia imperiale. Elizabeth fissò John, immobile accanto a lei nella prima linea di trincee. John, serafico e calmo, osservava l'enorme forza nemica che avanzava verso di loro.

"John, sono tantissimi," sussurrò Elizabeth, l'apprensione evidente nella sua voce.

"Sapevamo cosa aspettarci," rispose John, la sua voce calma e rassicurante. "Manteniamo la posizione e seguiamo il piano."

Le prime cannonate imperiali arrivarono con un boato assordante, scuotendo la terra sotto i piedi dei Prime. Le esplosioni furono devastanti, sollevando colonne di fumo e detriti. Le trincee tremavano mentre i proiettili nemici cadevano con precisione micidiale travolgendo e sconvolgendo le linee di difesa.

Elizabeth si appiattì contro una parete della trincea mentre sentiva il rumore delle esplosioni riecheggiare nella sua testa.

Le truppe Prime al sicuro nei ricoveri tenevano le loro posizioni, i corpi schiacciati contro il terreno mentre le esplosioni nemiche creavano crateri attorno a loro. Le urla dei feriti, si mischiavano agli ordini e alle grida d'incitamento.

"Augustus!" gridò un ufficiale, precipitandosi verso John, il volto sporco di polvere e sangue. "Non possiamo resistere a lungo così!"

"Resisteremo quanto serve," rispose John, determinato mentre il bombardamento imperiale continuava senza sosta, ma i Prime non cedevano. Le linee reggevano, e ogni secondo che passava avvicinava la loro controffensiva.

Nel caos , Elizabeth di fianco di John aspettavano. ogni tanto si scambiavano uno sguardo, un muto accordo di fiducia e determinazione.

All'improvviso, il bombardamento imperiale cessò. Un silenzio surreale calò sulla piana, interrotto solo da una voce che urlò: "Arrendetevi! Cedete le armi".

John si sporse oltre il parapetto e vide che le forze imperiali si erano fermate, aspettando la resa.

John rimase un momento in silenzio, poi guardò il trombettiere vicino a lui. "Lancia il segnale," ordinò con calma, il trombettiere sollevò il suo strumento e suonò una nota acuta e penetrante.

The mitrhil's Saga- Le storie di una principessa ribelle e della sua guardiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora