Il mattino dopo, Elizabeth e i suoi cavalieri erano schierati in prima linea, le loro figure ferme contro l'orizzonte ancora pallido. Davanti a loro, l'esercito imperiale si stagliava come un'ombra nera, avanzando minacciosamente. Un cupo canto iniziò a risuonare tra le file nemiche, un inno che parlava di morte e distruzione, riempiendo l'aria di un oscuro presagio.
Elizabeth restava in silenzio, il cuore pesante, ma deciso. Poi, come se rispondendo a una sfida invisibile, una voce solitaria si levò tra le fila dei Prime. La melodia che intonava era fiera, luminosa, un inno che sembrava evocare antiche leggende e antichi eroi. Uno dopo l'altro, migliaia di soldati Prime si unirono al canto, la loro voce unita rimbombava con una forza incrollabile:
"Legio aeterna victrix,
Noi marciamo senza paura,
Nel cuore, il fuoco dell'eternità,
Sotto il sole e la luna, sempre avanti,
Mai piegati, mai sconfitti.
Legio aeterna audax,
Ogni passo, un colpo al destino,
Ogni ferita, un segno di gloria,
La nostra forza risiede nel coraggio,
Nella tempesta, siamo la calma.
Legio aeterna tenax,
Ogni avversità è un'opportunità,
Ogni sfida, una nuova vittoria,
Combattiamo per chi non può,
Perché il nostro spirito non conosce catene.
Legio aeterna invicta,
Siamo i figli della luce,
La nostra fede è l'arma più forte,
E anche se la morte ci abbraccia,
Il nostro nome risuonerà per sempre."
Il canto si alzava e si gonfiava, infondendo coraggio e forza in ogni cuore Prime. Elizabeth chiuse gli occhi per un istante, sentendo il potere di quelle parole pervadere ogni fibra del suo essere. Quando li riaprì, c'era una luce nuova nei suoi occhi. Stringendo le briglie con forza, si voltò verso i suoi uomini, alzando la spada al cielo.
"TOWARDS THE SUN!" urlò, la sua voce, un tuono che squarciò il cielo.
Senza esitare, Elizabeth lanciò il suo cavallo al galoppo, carica verso le linee imperiali. I suoi squadroni la seguirono, le loro urla di battaglia risuonando come un'unica voce, una tempesta inarrestabile. La loro furia si abbatté sui nemici, che si ritrovarono travolti da un'ondata di morte e distruzione. Gli imperiali, certi della loro vittoria, furono presi dal panico, molti abbandonarono le armi e fuggirono, altri morirono calpestati nella loro disperata ritirata.
Ma l'impeto della carica si infranse presto contro l'immensa marea delle forze imperiali, e i valorosi di Elizabeth si ritrovarono circondati. Dall'alto delle mura, John osservava impotente la scena che si dipanava sotto di lui, il cuore in tumulto. Non poteva permettere che tutto finisse così.
Con un grido di rabbia, John afferrò la sua spada e si lanciò all'attacco.
Il suo gesto fu subito imitato da tutte le forze Prime, persino i feriti si alzarono per unirsi alla battaglia, la loro determinazione non conosceva limiti. Diximus ordinò alle artiglierie di riaprire il fuoco, e una pioggia di morte si abbatté nuovamente sugli imperiali.
La battaglia divampò con una ferocia ancora maggiore. L'aria era piena del clangore delle armi, dei gridi di battaglia e dei lamenti dei morenti.
John, spada in pugno, si apriva un varco tra i nemici, ogni suo colpo era letale, ogni passo un segno della sua indomita volontà.
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The mitrhil's Saga- Le storie di una principessa ribelle e della sua guardia
FantasyCome tutti sanno alla base di ogni leggenda c'è una verità, una leggenda può essere sotto forma di racconto, altre invece sono contenute in poemi e infine, sotto forma di canti. Duelli, Dame in pericolo, predoni feroci ed eroi dall'armatura sfolgor...