Contraccolpo

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La carovana di profughi si snodava lungo la strada polverosa come un fiume lento e costante di persone, un miscuglio di umanità, lingue e ranghi sociali si mischiavano, si urtavano, litigavano lungo quella strada per raggiungere la capitale del regno di Gavialis, Lugira.

Ex mezzadri sfruttati dall'impero, mercanti in fuga con le loro merci in sacchi e ceste, signori locali con il loro seguito, soldati mercenari o disertori il cui volto era segnato dalla stanchezza dai segni della paura. Bambini orfani giravano sperduti, elemosinando un pezzo di pane ogni volta che la carovana si fermava. Pastori conducevano le loro bestie, le pecore ammassate strettamente tra i carri e i pedoni. Famiglie intere tiravano carretti carichi di pochi averi e ricordi.

In mezzo a questa folla variegata camminavano John ed Elizabeth, indossavano pesanti mantelli di lana e guidavano per la cavezza un somarello che sul dorso portava due sacche con pochi viveri, due coperte e stoviglie di legno.

Sotto il mantello indossavano due armature prese a due fucilieri imperiali caduti, le cotte presentavano caratteristiche simili ma con alcune leggere differenze personalizzate.

L'armatura di John era appartenuta ad un ufficiale, un Magister Militum robusta e funzionale, progettata per garantire protezione senza compromettere la libertà di movimento. Comprendeva una corazza leggera fatta di piastre di cuoio rinforzato da metallo sui punti critici, come il petto, le spalle e le braccia. Le gambe erano protette da cosciali e ginocchiere in metallo leggero, mentre gli stivali erano rinforzati per resistere a terreni accidentati. Il casco, anch'esso leggero ma resistente, presentava una visiera apribile e un cimiero decorativo con simboli imperiali.

Elizabeth indossava un'armatura simile, ma con alcune modifiche in quanto appartenente ad un classico Velines, la corazza era più leggera e flessibile, composta principalmente da cuoio rinforzato e maglie metalliche leggere. Le spalline erano più snelle e flessibili per consentire una gamma completa di movimenti durante la mira e lo scocco delle frecce. I gambali e gli stivali erano leggeri ma resistenti, ottimizzati per la velocità e la manovrabilità.

Entrambe le armature erano adornate con dettagli imperiali distintivi, come stemmi e simboli, che denotavano il loro status di soldati dell'impero. Su una spalla tenevano i loro fucili e nelle cinture avevano le giberne e il fodero per la daga/baionetta.


Mentre camminavano Elizabeth osservò le persone intorno con uno sguardo misto tra la compassione e la tristezza, dopo tanto tempo in guerra pensava di averci fatto l'abitudine a vedere la sofferenza che traspariva chiaramente sui volti di coloro che erano stati costretti a lasciare le loro case, a cercare rifugio altrove, lontano dalla guerra e dalla distruzione ma non era così, si sentiva costantemente in colpa per quelle persone.

I profughi avanzavano con fatica, scambiando parole sussurrate, lanciando sguardi furtivi alle guardie imperiali che pattugliavano il percorso, pronte a riportare indietro chiunque cercasse di fuggire.

Quando la carovana si fermò, John ed Elizabeth si prepararono da mangiare con le provviste che avevano con sé:

"Sarebbe bello andare a caccia." esclamò Elizabeth osservando i boschi vicino alla strada: "Sono sicuramente ricchi di cacciagione."

John si limitò a sorriderle:

"Si ma attireremo l'attenzione, in questo momento siamo fucilieri imperiali e non possiamo uscire dai ranghi."

Replicò mentre, attirati dall'odore del cibo che cuoceva sul fuoco, un gruppo di bambini si avvicinò al somarello, gli occhi spalancati dalla curiosità e delle ciotole in mano. Elizabeth sorrise e fece cenno loro d'avvicinarsi mettendo in ogni piatto la zuppa di riso con formaggio, che i bambini afferrarono con gratitudine. Era un gesto piccolo, ma in quella carovana significava molto.

The mitrhil's Saga- Le storie di una principessa ribelle e della sua guardiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora