Piani e messaggi

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Pavel, con il cuore che batteva all'impazzata, spronò nuovamente il cavallo, cercando di spingerlo ad aumentare l'andatura, la povera cavalcatura volava come il vento anche se ormai era allo stremo.

Il miagolio delle pallottole attorno a lui lo avvertirono che gli inseguitori erano più vicini di quanto non s'immaginasse, si abbassò sul cavallo per offrire meno bersaglio ai soldati mentre il cavallo s'infilava nella selva.


Era uscito abbastanza facilmente dalla città di Lugira fingendo di avere ordini urgenti e grazie alla sua parlantina era riuscito ad ingannare il corpo di guardia alle porte della città, ma il giorno dopo sulla sua strada aveva trovato un'altro posto di blocco e aveva deciso di non fermarsi. Aveva sparato due fucilate contro il gruppo di soldati che sbarravano il passo, e poi aveva spronato il cavallo continuando a correre disperatamente attraverso la campagna. Tuttavia nonostante la sorpresa dovuta alle fucilate Pavel si era presto reso conto che era inseguito da un gruppo di imperiali decisi a fermarlo.

Grazie alle redini spinse il cavallo verso il folto della selva sentendo il vento e le foglie sferzargli il viso e la paura montare dentro di sé. Una volta uscito dalla selva continuò a cavalcare fino a quando nella pianura risuonò il colpo di una fucilata poi il suo cavallo stramazzò a terra e Pavel fu sbalzato violentemente di sella, rotolando sul terreno, stordito, si rialzò a fatica, iniziando a correre di nuovo, le gambe che sembravano fatte di piombo, mentre il rumore dei cavalli degli inseguitori si avvicinava sempre di più.

Corse mentre udì chiaramente una pallottola colpire il terreno vicino a lui e una voce imperiosa s'udì: "Fermo o ti uccidiamo come un cane."

A quelle parole Pavel si fermò poi alzò le mani tremanti e si volse, trenta soldati imperiali avanzavano armati di carabine, l'ufficiale che li comandava lo fissò: "Come mai fuggivi?"

Pavel provò a mentire: "Ho importanti ordini da parte del Governatore Generale..."
L'ufficiale lo colpì con lo scudiscio: "Stronzate, tu sei un vigliacco disertore. Sei feccia e come tale, sarai passato per le armi."

Commentò sprezzante mentre Pavel sentì in bocca il sapore metallico del sangue.

All'improvviso il terreno tremò, poi una cometa di fuoco esplose dietro gli imperiali che urlarono sorpresi mentre i cavalli nitrirono e si diedero alla fuga, alzando lo sguardo Pavel vide arrivare verso di lui due mostri di metallo, dalla cui testa, posta verso il centro del carro, sporgeva un tubo da cui uscì con un boato un'altra cometa di fuoco.

Poi dal ventre del mostro e dalla sommità del carro uscirono migliaia di piccoli dardi di metallo che crivellarono le armature dei soldati imperiali.

Dietro quei primi due mostri ne apparvero altri due da cui vide apparire dei soldati con armature bianche erano i Prime, Pavel riconobbe immediatamente le armature distintive e un barlume di speranza si accese nel suo cuore.

Mentre i soldati avanzando armati di fucili che non aveva mai visto circondando i soldati nemici.

Uno dei soldati, un giovane dai capelli castani che sembrava un comandante, corse verso di lui seguito da altri due che puntarono le loro armi su Pavel "Chi sei?" chiese con tono autoritario, ma non ostile.

"Un messaggero" rispose ansimante, cercando di recuperare il fiato. "Devo vedere Alain la Gaia, la madre di John Nova."

Il giovane soldato lo fissò per un momento interdetto, poi annuì e fece cenno agli altri di abbassare le armi. "Vieni con noi," disse, il graduato poi salì in groppa ad uno dei cavalli imperiali e gliene diede un'altro facendogli cenno di seguirlo.





The mitrhil's Saga- Le storie di una principessa ribelle e della sua guardiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora