Dopo la battaglia

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Dopo la caduta di Lugira, John ed Elizabeth si ritrovarono immersi in un turbine di doveri e responsabilità. La vittoria, sebbene dolce, portava con sé un fardello pesante. La città doveva essere ripristinata, i prigionieri disarmati e trasferiti, e gli abitanti rientrati nelle loro case.

John trascorse gran parte della giornata nella zona di comando, fianco a fianco con Caesar. Il loro compito principale era organizzare il trasferimento dei prigionieri nei campi allestiti nelle zone di Gavialis. Le tensioni erano alte e i tafferugli non mancavano.

"Guarda, Caesar, dobbiamo mantenere l'ordine, manda più Cremisi nella zona d'imbarco dei prigionieri, se perdiamo il controllo ora, sarà il caos." disse John, osservando un gruppo di prigionieri agitati.

"Va bene comandante, farò applicare le regole di guerra " rispose Caesar, mentre dirigeva un gruppo di soldati verso i prigionieri.

Nel frattempo, Elizabeth guidava uno squadrone di cavalleria con Balduinus al suo fianco. Mentre attraversavano le strade della città, Balduinus non perdeva occasione per darle consigli su come amministrare il territorio.

"Elizabeth, ricorda che la chiave per governare è l'equilibrio. Devi essere ferma ma giusta. Gli abitanti devono sentirsi sicuri, ma anche sapere che le leggi saranno rispettate, devi essere capace di rassicurare sempre il popolo, qualsiasi cosa accada. " spiegò Balduinus, osservando un gruppo di cittadini che rientravano nelle loro case.

"Sì, Balduinus. Sto cercando di imparare il più velocemente possibile. Ma c'è così tanto da fare, tuttavia Peter mi ha fatto pensare a molte cose." rispose Elizabeth, mentre dava ordini ai suoi uomini di aiutare a riparare le difese della città.

Uno dei momenti più critici della giornata, quando i prigionieri venivano imbarcati sulle navi, scoppiò un tafferuglio. Un gruppo di prigionieri, disperati, tentò di ribellarsi.

"Fermi! Tutti fermi!" gridò John, cercando di mantenere la calma mentre avanzava verso il centro della confusione.

"Non possiamo essere trattati come animali! Dove ci state portando?" urlò uno dei prigionieri, brandendo un pezzo di legno come un'arma.

"Non siete animali. Siete prigionieri di guerra, e come tali, sarete trattati secondo le leggi della guerra. Ma ora, se non vi calmate, ci saranno conseguenze, andrete in campi di prigionia, dove verrete schedati poi riceverete del cibo e un posto dove dormire e poi verrete inviati nuovamente alle vostre case." rispose John con fermezza, mantenendo lo sguardo fisso sul prigioniero.

Nel frattempo, Elizabeth era occupata a ripristinare l'ordine tra gli abitanti. Un gruppo di civili era in conflitto con alcuni soldati riguardo la distribuzione delle risorse.

"Per favore, calmatevi tutti! Stiamo facendo del nostro meglio per assicurarci che tutti abbiano ciò di cui hanno bisogno," disse Elizabeth, avanzando tra la folla.

"Ma non abbiamo abbastanza cibo! Come possiamo fidarci di voi?" gridò una donna, con un bambino in braccio.

"Capisco la vostra preoccupazione. Vi prometto che faremo tutto il possibile per risolvere la situazione. Vi chiedo solo un po' di pazienza," rispose Elizabeth, cercando di rassicurare la donna.

La giornata fu lunga e faticosa, e solo al tramonto John ed Elizabeth riuscirono a ritrovarsi davanti alle loro tende. Entrambi erano esausti, ma c'era una luce nei loro occhi, un senso di realizzazione per ciò che avevano raggiunto.

"È stata dura, ma abbiamo fatto un buon lavoro," disse John, osservando il cielo che si tingeva di rosso.

"Sì, ma c'è ancora tanto da fare. Domani sarà un altro giorno impegnativo," rispose Elizabeth, guardando la città che iniziava a calarsi nella quiete della notte.

The mitrhil's Saga- Le storie di una principessa ribelle e della sua guardiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora