Mentre la caduta di Oroppo avveniva, John ed Elizabeth erano seduti ad uno dei tavoli della mensa della nave da trasporto quando vennero avvicinati da quello che sembrava un menestrello con i capelli color paglia e un'aria misteriosa.
"Posso unirmi a voi?"
Esclamò il nuovo arrivato reggendo in mano la sua ciotola con dentro la sua razione, i due gli fecero posto e il giovane sorridendo si presentò come Pavel.
"So che tu sei un Prime," disse, dopo aver sorbito due cucchiate di brodaglia scura, John rimase in silenzio un momento, poi appoggiò il cucchiaio lentamente:
"Come fai ad esserne così sicuro ragazzo? Sei certo delle accuse che dici?"
Pavel annuì:
"Ho sentito la tua canzone stanotte, la cantava anche mio padre. Il suo nome era Edmund Arax, comandante del secondo battaglione presso lord Crowe del regno di Gaugamela, caduto alla Rocca di Dathomir."
John fu sorpreso. "Edmund Arax? Era uno dei comandanti morti assieme a Lord Crowe. Come fai a saperlo?"
Pavel annuì, il volto segnato da una tristezza profonda. "Ho letto la lettera che tu hai scritto a mia madre."
Esclamò estraendo una sdrucita pergamena e porgendola ai due, John rimase immobile un momento, poi si alzò e uscì all'aria aperta mentre Elizabeth fissò incuriosita la lettera: "Posso?"
Pavel annuì: "Prego."
Con reverenza Elizabeth aprì lo scritto e lesse:
"Carissima Signora Arax,
Mi dispiace profondamente doverle scrivere questa lettera, ma credo che lei abbia il diritto di sapere la verità su ciò che è accaduto al suo amato marito, Edmund Arax, capitano del secondo battaglione delle forze di Lord Crowe nel Regno di Gaugamela.
Come lei già saprà ormai, visto che le notizie corrono, abbiamo affrontato una terribile resistenza contro le forze dell'Impero di Titanus alla Rocca di Dathomir.
Lord Crowe mi aveva dato l'ordine di difendere con i miei Cremisi fino all'ultimo il porto per permettere alla popolazione di fuggire, non sto a narrare in questa missiva quanto sia stata una lotta disperata, ma abbiamo fatto tutto il possibile per resistere.
Dopo aver imbarcato i miei uomini, mi sono diretto a cercare Lord Crowe e gli altri ufficiali nella città in rovina.
Purtroppo ho trovato il suo corpo il giorno successivo, completamente nudo, appeso ad un palo tra le macerie fumanti. Gli aggressori gli avevano inflitto torture indicibili: gli avevano strappato la barba, cavato gli occhi, tagliato le orecchie, frustato e amputato mani e piedi. L'avevano lasciato lì, morente. Cercai di salvarlo, ma con il suo ultimo respiro, Lord Crowe mi chiese di salvare sua figlia, Clelia, dalla prigionia.
Edmund, il suo valoroso marito, invece lo trovai nella prima linea, circondato da trenta Imperiali che aveva ucciso prima di soccombere. Ho seppellito i corpi dei soldati con le loro armature, è stato un atto di rispetto per coloro che hanno dato la vita per una causa così nobile.
Le scrivo questa lettera con il cuore spezzato, sapendo quanto lei ami suo marito e quanto il suo sacrificio significhi per lei e per la nostra causa comune. Mi scuso per il dolore che deve provare in questo momento di perdita insopportabile. Mi impegno a portare a termine la missione che mi è stata affidata da Lord Crowe. Farò tutto ciò che è in mio potere per riportare Clelia sana e salva a casa. Ho giurato di farlo, in onore della sua memoria e del suo coraggio.
Con profondo rispetto e dolore,
John Nova dei Prime, Ex baccelliere di Lord Crowe."
Elizabeth abbassò la missiva visibilmente commossa "Perché sei qui, Pavel?" esclamò con il tono ora più amichevole.
"Penso per fame," rispose Pavel con un sospiro. "Dopo la morte di mia madre, la crisi è arrivata. Voglio andare a Lugira per vedere se posso vivere lì... o meglio, quello era il mio piano." poi le sorrise e andò a prendersi un'altra porzione di brodaglia.
Elizabeth raggiunse John sul ponte della nave, era seduto su un rotolo di corda e fissava l'orizzonte:
"Credi che dica la verità?" John rimase a lungo in silenzio: "Quel ragazzo conosce un canto andato perso nel tempo, retaggio di un popolo la cui identità non esiste più in quanto piegato dall'Impero." poi rimase in silenzio a guardare l'acqua che scorreva.
"John, qualcosa non va?"
Esclamò con apprensione Elizabeth, John si fermò un momento poi le sorrise: "No, sto bene, solo, non mi aspettavo di trovare il figlio del comandante Edmund Arax nell'Impero."
Concluse con un mezzo sorriso e lo sguardo distante.
All'improvviso dopo una svolta del fiume la città di Lugira si presentò davanti ai loro occhi come un vasto alveare di attività militari.
Da quanto potevano vedere il Governatore Generale Arlet aveva trasformato ogni angolo e vicolo in un bastione di difesa.
Le antiche mura che circondavano la città erano ora state rinforzate con nuove strutture in metallo e pietra, torri di guardia si stagliavano alte nel cielo, equipaggiate con macchine da difesa, catapulte, baliste e cannoni montati su piattaforme mobili erano posizionati strategicamente sulle mura, pronti a respingere qualsiasi assalto.
All'ingresso della città, il panorama era dominato da migliaia di soldati che marciavano in perfetta sincronia, le loro armature scintillanti sotto il sole. Squadre di fanti, cavalleria e artiglieria si muovevano con precisione disciplinata, eseguendo ordini e preparandosi per la battaglia imminente. Il suono delle trombe e dei tamburi di guerra riempiva l'aria, accompagnato dal frastuono delle armi che venivano distribuite e delle armature che venivano indossate.
Accampamenti militari si estendevano al di fuori dalle mura della città creando una seconda linea di mura, tende colorate e strutture temporanee erette per ospitare le truppe. Ogni accampamento era un piccolo villaggio a sé stante, con soldati intenti a riparare equipaggiamenti, cuochi che preparavano pasti caldi e ufficiali che discutevano strategie attorno a tavoli ingombri di mappe. Le forniture di cibo, acqua e munizioni venivano trasportate continuamente su carri pesanti, mentre i fabbri lavoravano incessantemente per mantenere le armi in perfetta efficienza.
Dalla posizione su cui si trovavano a bordo della nave John ed Elizabeth notarono venir caricati su carri, donne, bambini e anziani che lasciavano la città per trovare rifugio altrove lasciando posto ai nuovi soldati arrivati. Le loro facce erano segnate dalla fatica e dalla paura, i loro occhi riflettevano la tristezza di essere costretti a lasciare le loro case. I soldati imperversavano tra di loro, dando ordini perentori e assicurandosi che l'evacuazione procedesse senza intoppi, il suono dei loro stivali che battevano il selciato creando un ritmo inesorabile. Ogni unità era pronta a sacrificarsi per difendere Lugira. John osservava tutto questo con un misto di ammirazione e preoccupazione, consapevole della difficoltà della missione che li attendeva.
"Liguria è diventata un baluardo imponente," mormorò Elizabeth, osservando la città con occhi spalancati.
"Sì, e sarà difficile entrarvi inosservati," rispose John, mantenendo lo sguardo fisso sulle mura e sulle torri.
Pavel li raggiunse e sembrava sopraffatto da tutto quello che vedeva. "Non ho mai visto niente del genere," ammise, la voce tremante.
"Questa è la realtà della guerra," disse John con tono grave. "Ma dobbiamo mantenere il nostro obiettivo."
"Liberare Lady Clelia." Commentò Elizabeth mentre la barca, con un agile manovra, attraccava ad un molo.

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The mitrhil's Saga- Le storie di una principessa ribelle e della sua guardia
FantasyCome tutti sanno alla base di ogni leggenda c'è una verità, una leggenda può essere sotto forma di racconto, altre invece sono contenute in poemi e infine, sotto forma di canti. Duelli, Dame in pericolo, predoni feroci ed eroi dall'armatura sfolgor...