Spiragli

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Sbarcarono mischiandosi alla folla, si presentarono come villici pronti a versare il proprio sangue per l'impero, lo scrivano che li accolse fu molto spiccio, diede lodo un semplice pezzo di tessuto con scritto sopra l'accampamento presso cui si sarebbero dovuti recare.

Mentre camminavano per Lugira si resero conto che l'intera città era stata militarizzata: edifici pubblici trasformati in caserme, piazze utilizzate come campi di addestramento e torri di avvistamento erette sui punti più alti. Anche le chiese e i templi avevano accolto i soldati, offrendo rifugio e conforto spirituale. Le strade erano pattugliate da guardie armate, che mantenevano l'ordine tra la folla di profughi e cittadini.

Seguendo le indicazioni fornitegli dallo scrivano i tre si diressero verso il cortile della fortezza chiamata Androgina, sede del Governatore Generale, al suo interno, erano stati allestiti banchi dove soldati venivano equipaggiati, fabbri lavoravano incessantemente per adattare armi e corazze, e ufficiali gridavano ordini alle nuove reclute. John, Elizabeth e Pavel si avvicinarono a uno dei banchi di distribuzione, dove un robusto sergente stava distribuendo equipaggiamenti a una fila di soldati.

"Prossimo!" gridò il sergente, John si fece avanti, il sergente gli tolse il pezzo di tessuto e in cambio John ricevette una leggera armatura in cuoio, un piccolo scudo di legno rotondo, una spada, e un fucile con baionetta a retrocarica, chiamato "Donkey". L'equipaggiamento era completato da un elmo semplice.

"Benvenuto in prima linea, soldato," disse il sergente, passandogli l'equipaggiamento. "Assicurati di tenere pulita la tua arma non vorrei che s'inceppasse nel mezzo di uno scontro."

John annuì, accettando il fucile poi mentre Elizabeth e Pavel ricevettero lo stesso equipaggiamento, poi si unirono alla massa di soldati che si muovevano e si vestivano in apposite zone della piazza principale. Si mischiarono facilmente, ascoltando le conversazioni e cercando di raccogliere informazioni.

"Hey, come mai tutte queste difese?" chiese John a un soldato vicino, un uomo con il viso segnato dalle cicatrici e gli occhi stanchi.

"Da dove vieni straniero? Non lo sai che siamo in stato d'assedio? Da quando i Prime hanno invaso le nostre terre il Governatore Generale Arlet ci ha fatto lavorare come schiavi per mesi, però ora le difese sono robuste," rispose il soldato. "Abbiamo fortificazioni in ogni angolo della città, ogni strada è una fortezza e le macchine da guerra sono pronte."

"Quanti siamo qui?" chiese Elizabeth sistemandosi la corazza.

"Circa 150.000," rispose il soldato. "Ma per nostra fortuna gli Imperiali stanno arrivando a marce forzate. Si dice che l'Imperatore stesso stia guidando un esercito di 670.000 soldati."

John trasalì, il numero lo colpì come un pugno allo stomaco. "670.000?" ripeté, incredulo.

"Sì," intervenne un altro soldato, un giovane con gli occhi spalancati dalla paura. "Il governatore generale è preoccupato. Alcuni parlano già di ritirata."

"Pensi che ce la faremo?" chiese Pavel.

"Non lo so," rispose il primo soldato. "Molti di noi sono stanchi e demoralizzati. Ma dobbiamo resistere. Non abbiamo altra scelta."

"Il governatore generale come sta prendendo tutto questo?" chiese Elizabeth, cercando di mantenere la calma.

"È teso, come tutti noi," rispose il soldato con le cicatrici. "Ma non ha mostrato segni di voler cedere. Sta facendo tutto il possibile per rinforzare le difese e preparare la città all'assalto."

John annuì, assorbendo tutte queste informazioni. La situazione era peggiore di quanto avesse immaginato.

"Dobbiamo essere pronti a tutto," disse ai suoi compagni. "Questa battaglia sarà dura.".

The mitrhil's Saga- Le storie di una principessa ribelle e della sua guardiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora