4- I quattro fratelli

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Hades

Avete presente quei momenti in cui vi fate domande esistenziali del tipo, per quale ragione mi trovo qui? Come mai ho accettato di fare questa determinata cosa?

Ecco, in questo momento mi sto facendo questa domanda.

Per quale ragione ho accettato quando Ares ha proposto di tornare a scuola?

Siamo solo al primo giorno e mi sono già rotto il cazzo. Figuriamoci i prossimi come andranno. Mi sono rotto il cazzo di tutti sti ragazzini e ragazzine che girano frettolosamente, senza un apparente motivo.

Tutta questa gente mi da sui nervi, l'ho già specificato?

Mi passo una mano fra i capelli nervosamente, vorrei strapparmeli uno ad uno. Giuro. Mi esaspera stare in mezzo alla gente, e per di più questa scuola non possiede spazi per starsene a riposo. Ci sono le stanze certo, ma contando che la condivido con i miei fratelli anche lì non riesco a far riposare la mente.

Decido di alzarmi e abbandonare questa lezione, anche perchè se resto qui e vado avanti così ben presto assomiglierò al professor Duck e non ne ho alcuna intenzione. Lascio la pelata a lui e io mi tengo i miei amati capelli.

Ho bisogno di prendere un po d'aria e cercare Heric, contando che non è andato a lezione non so dove possa essere finito.

Il problema è che con Heric non c'è mai un lieto fine, se sparisce nel nulla sicuramente sta combinando qualcosa, e non qualcosa di positivo.

Sbuffo sonoramente.

<Davis! Non puoi andartene quando ti pare!> mi urla dietro il professore ma ormai mi sono già chiuso la porta alle spalle. Non ho intenzione di sprecare altro tempo dietro a quel tipo. Devo ricordarmi di cambiare corso, non resisto un anno intero con quello schizzato.

Arrivato a metà corridoio trovo mio fratello Ares intento ad osservare il cortile.

<che stai facendo?> gli domando avviccinandomi a lui. Sembra completamente assorto nei suoi pensieri, infatti sussulta appena sente la mia voce.

< Ti prego dimmi che quello non è Heric> mi implora posandosi una mano sulla fronte, io dal canto mio osservo meglio fuori e si, è esattamente nostro fratello. Mi duole ammetterlo, ma si è proprio lui.

<Non possiamo davvero condividere lo stesso sangue con lui, per favore dimmi che è così, mi rifiuto di credere che siamo stati partoriti tutti dalla stessa persona.> mi dice sconsolato e a me scappa una risata.

Mio fratello è vestito in modo alquanto discutibile, e sta ballando e cantando come un coglione. è da solo in mezzo al cortile, ma sembra fregarsene altamente. Beh perlomeno l'abbiamo trovato.

Noto lo sguardo che fa la bionda, deve pensare la stessa cosa che abbiamo pensato noi. è seduta nell'erba e ha gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta.

Lo pensano un po 'tutti quando incontrano Heric. Diciamo che non è una persona che passa inosservata.

Aspetto che entri dalla grande porta in vetro prima di fermarlo.

<Heric, come diavolo ti sei conciato?> Gli chiede Ares passandosi una mano sul volto e sospirando, lui si gira da prima spaventato e poi divertito

<fratelli, volete farmi morire giovane?> Ci chiede appoggiandosi una mano sul petto.<Il che non sarebbe mica male, pensa lassu quante conquiste potrei fare e quanta roba gratis avrei...> ma che razza di problemi lo affliggono?

Sul serio, me lo chiedo da sempre e ancora oggi fatico a darmi una risposta.

<Smettila di fare l'idiota...E poi dove diavolo hai preso la granita?> contando che qui dentro non le vendono non oso immaginare dove possa averla recuperata

<oh questa dici? L'ho rubata ad un ragazzino di prima , la nostra fama ha i suoi pro> mi dice alzando le spalle e ricominciando a canticchiare e ballare come se questa conversazione non fosse mai avvenuta.

Mi giro un'ultima volta verso il cortile, ma stavolta la biondina non c'è più. Ma non mi sfugge il fatto che Ares sia ancora fisso nel punto in cui era seduta. Lui sa benissimo chi era. Per quanto prima in aula abbia sentito il suo cognome ancora mi è un'incognita.

<Ares, chi era la bionda?> Gli chiedo, sono sicuro che lui sappia benissimo di chi si tratta. Infatti dopo poco rende chiare le idee anche a me.

<Hazel Smith> Mi risponde voltandosi e guardandomi dritto negli occhi.

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