9- Fratellanza

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Rimango sbalordita appena mettiamo piede all'esterno.

Ha davvero fatto aggiungere un chiosco di granite. Non stava scherzando.

<ne prendi una anche tu, dolcezza?> mi dice ma io scuoto il capo, non ne sono mai stata amante. <io prendo una tisana> gli rispondo andando nel bar di fianco al suo chioschetto.

Lui in tutta risposta sgrana gli occhi <una tisana? Ma hai dicianove anni!> mi dice mettendosi una mano sulla fronte con fare teatrale <e quindi? Una tisana al tiglio perfavore> dico sorridendo alla barista dietro al banco <ma almeno te la fai correggere?> mi chiede <le tisane non vanno corrette> gli rispondo guardandolo stranito <come no? Ma che tristezza, non so se dopo questo potro continuare ad avere a che fare con te> mi dice voltandosi dall'altra parte, io sghignazzo e  poi li rispondo <sono sicura del contrario>.

Lui si volta <si hai ragione, ma com'è che ti chiami? Che mentre lo dicevi ad Hades stavo addocchiando la limonata al bancone della mensa> mi chiede, più parla e più mi lascia esterefatta.

<Hazel> gli dico <umh, bel nome posso chiamarti Lezah?>  lo guardo cercando di comprenderne la ragione <è il tuo nome al contrario, è più originale dai> mi dice solamente, <no fa cagare> gli rispondo prendendo la tisana che mi ha sporto la ragazza, e ringraziandola mi avvio verso il primo tavolo libero.

Ho i loro occhi addosso, l'ho notato fin da quando ho varcato la soglia del cortile, ma non ho intenzione di voltarmi. Sono certa che a breve uno di loro farà la sua comparsa.

<perciò niente Lezah? Peccato, dovrò escogitare un altro soprannome all'altezza di quello precedente > dice iniziando a pensarci su.

<Basta Hell, mi chiamano tutti così> Lo rassicuro.

<Eh va bene, vada per Hell> Dice alla fine, non avendo trovato alcun soprannome degno.

<A proposito come ti chiami su insta?> Mi domanda smanettando sul suo cellulare. <Hellsss, senza trattini e con tre S> Gli rispondo, lui comincia a cercarcare digitanto sulla tastiera.

<Trovata!> Esulta. Il mio telefono vibra segno che ha incominciato a seguirmi, presa dalla curiosità apro l'applicazione per vedere il suo profilo.

Herfigo.

Si chiama sul serio così. Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere.

<Sul serio ti chiami Herfigo? Ma da dove ti è uscito?> Gli chiedo, tra una risata e l'altra. Lui si mostra fiero. <è quel che sono, perchè non dovrei renderlo chiaro fin dall'inizio?> Domanda ovvio.

Il telefono vibra di nuovo, sta volta però è un numero sconosciuto.

Apro il messaggio e ne leggo a mente il contenuto.

Non provocarmi Hell, non ho intenzione di entrare in campo.

Le parole sono criptiche, ma trovare il responsabile non mi è difficile. Alzo lo sguardo ed incrocio quello di Ares.

Come ha fatto ad avere il mio numero di telefono?

Come hai reperito il mio numero?

Digito velocemente, la risposta non tarda ad arrivare.

Ho i miei metodi, dunque hai deciso di utilizzare il povero Heric?

Quanta confidenza, contando che neanche mi è venuto a parlare.

Non mi sembra tu abbia il diritto di sapere cosa faccio o cosa no.

Non riesco a leggere la risposta perché una mano sbatte contro il tavolo del bar, e non mi serve voltarmi per sapere che è Hades. Era l'unico che mancava all'appello

<fratello, hai deciso che devo morire giovane?> gli chiede mettendosi una mano sul petto <è già la seconda volta di questa settimana> afferma <e ora come ora non mi dispiacerebbe > conclude vedendo lo sguardo omicidi del fratello, poi si volta a guardare me ignorando completamente suo fratello.

<tu, vieni con me, dobbiamo parlare> mi dice serio <io non ho niente da dirti, quello che volevi me l'ha già detto tuo fratello > gli rispondo tornando a guardare Heric <Hazel muoviti, o giuro che ti ci porto in braccio> mi minaccia. Ignorando completamente ciò che gli ho detto.

Non che mi spaventi, però son quasi sicura che lo farebbe davvero perciò sbuffo e mi alzo seguendolo.

Arriviamo in una parte più appartata e lui incomincia a parlare.

<quindi?> gli chiedo impaziente. < ti ha mandato lui? Perché gli ho già reso chiaro come la penso> lo informo riferendomi a suo fratello. Non so perché ma sembra dipenda tutto da lui.

< devi lasciare stare Heric, ha già i cazzi suoi a cui pensare non ha bisogno di te che lo utilizzi come un burattino > mi informa.

Con quale diritto parla per un altra persona?

Che poi sarebbe suo fratello.

< mi sono persa il momento in cui ho chiesto un consiglio a voi oppure vi ho domandato se potevo vedere Heric o meno> gli rispondo, osservandomi le unghie.

< Hazel il mio è un avvertimento, ma se Ares interverrà non potrò garantire per te>

Scoppio a ridere

<Oh certo, che paura che ho del dio del caos> gli rispondo ironica, sono proprio stanca di questo stile da buffoni. Insomma sono convinto di avere il controllo quando in realtà non ne hanno neanche un briciolo.

< non ho nulla contro di te Hades, ma perché sembra dipendiate dalla parola di vostro fratello? Heric, così come te è libero di fare ciò che vuole. Se a lui non sta bene può venire qui e parlarne, ma sul serio mandare qualcun'altro o minacciare via messaggio è davvero infantile > aggiungo per poi allontanarmi. Non ho voglia di ascoltare un altra parola da parte sua.

La gente che comanda sugli altri mi manda in bestia.

Il telefono vibra di nuovo, alzo gli occhi al cielo e lo afferrò.

Ascolta le parole di Hades, fidati Hell è per il tuo bene.

Non rispondo ma alzo lo sguardo e appena raggiungo il suo li mostro il dito medio.

Se non li sta bene qualcosa puo benissimo venire lui, senza mandare i suoi fratelli ad intimorirmi. Lui ha deciso di iniziare questa guerra di provocazioni. Io sto solo rispondendo ai suoi attacchi.

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