17.Primo impatto

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Hades è il primo a parlare dopo attimi di silenzio.

<Se non è stato Ares come credevi tu, chi può essere a minacciarti?> mi domanda, non ne ho idea. In realtà in questo momento non so neanche cosa dire.

<Non lo so, sono arrivata e l'ho trovato davanti alla porta della mia camera. Non so chi possa averlo lasciato Hades.> gli rispondo non guardandolo negli occhi, mi riprendo il biglietto da Ares e me lo metto in tasca.

<D'accordo, se non siamo stati noi e tu non hai idea di chi sia cosa facciamo?> domanda Heric , partecipando finalmente alla discussione e mettendo da parte la sua cioccolata calda.
<Non ne abbiamo idea, ma al momento la cosa che possiamo fare è tenertela d'occhio il più possibile> afferma Hades rivolto al fratello <chiunque sia è all'interno del campus, potrebbe essere uno studente, sicura di non aver provocato nessuno oltre noi?> domanda poi rivolgendo a me l'ultima frase.

Sbuffo infastidita 

<Io non provoco nessuno, siete voi e il vostro tono del cazzo che create problemi, sono una persona pacifista> affermo offesa. <Non ne sono così sicuro> afferma Ares. <Oh tu stai zitto, sono giorni che mi infastidisci con i tuoi messaggi> Non nomino la sera al pub, meglio evitare.
<d'accordo, facciamo così > incomincia Charles interrompendo me e Ares, penso sia la prima volta da quando li ho conosciuti che lo sento parlare.
Mi volto ad osservarlo ma dal suo sguardo non trapela alcuna emozione.

è impossibile leggerli cosa li passa per la mente, ha come un muro che nasconde qualunque cosa.

<Finchè la situazione non sarà più chiara ti terremo sott'occhio, non dovrai allontanarti da noi, qualunque cosa strana tu noti devi venircelo a riferire, anche la cosa più stupida.> afferma infine Charles, il che mi lascia di stucco.

Si okay ha senso, ma se prima mi volevano distante perchè ora avviccinarmi?

La cosa mi crea non pochi sospetti che per ora tengo per me, non voglio far sembrare sia una precipitosa che sa tutto. Contando che la mia ipotesi era falsa non voglio di nuovo sparare qualcosa che poi si rivelerà falsa.

I sospetti sono normali ovviamente, insomma ho già passato un anno all'interno di questo collage ed è andato tutto benissimo, forse aveva ragione Myle, non dovevo avviccinarmi.

Eppure nessuno di loro mi ha dato l'impressione di essere fuori di testa. Certo un briciolo strani lo sono, ma siccome ho da guardarmi non mi esprimo, sicuramente penseranno la stessa cosa loro.

<Nel caso ti stessi domandando il perchè dell'ospitalità, ci hai tirato in mezzo venendo a spifferarci tutto, combinaguai.> Precisa Ares, mettendo fine ai miei dubbi. In effetti ha ragione. è la prima regola, tenersi tutto per se. Porca puttana.

<D'accordo> Affermo solamente. 

<Perciò ora che devo fare? Insomma in camera mia non ci sarete voi, ne tantomeno a lezione> aggiungo dopo qualche minuto. 

Loro sembrano ragionarci su e poi Heric trova la soluzione.< starai qui!> Esclama, io lo guardo sgranando gli occhi <Assolutamente no> Affermo decisa

<Però pensaci Hazel, sarebbe la soluzione migliore, a lezione non ci sono problemi, non ti daranno fastidio in mezzo ad altra gente, rischierebbe troppo. Però stando qui eviteresti un sacco di problemi sia a te che alla tua amica> risponde Ares, starò qui? In mezzo a loro?

<Non posso stare qui, mi rifiuto, non starò per chissà quanto tempo su un divano in mezzo a voi> affermo decisa, col cazzo.

<Puoi stare in camera mia, sono l'unico con un letto in più. Però la scelta è tua, non sappiamo chi sia, potrebbe essere innocuo come no, scegli tu. Ma una volta fatta non tornerai sui tuoi passi. Ti stiamo offrendo già troppa disponibilità> Risponde Ares alzando le spalle. 

Non so cosa fare, certo accettare il loro aiuto sarebbe la cosa migliore, insomma da sola cosa posso fare? Assolutamente nulla, so difedermi ma non quanto mi servirebbe contro il re di picche.

Così mi arrendo, sbuffando annuisco <Va bene> gli rispondo, poi mi volto.

<Perfetto, Hades e Charles andate a prendere la sua roba e poi portatela qui> ordina hai fratelli, <Posso farlo da sola grazie> affermo rimanendo voltata, per poi andare via chiudendomi la porta alle spalle.

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