24- Start

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Mi sveglio di soprassalto nell'arco della notte, tirandomi su di colpo mi guardo attorno spaesata. Piano piano i miei occhi mettono a fuoco la stanza riconoscendola. Faccio dei respiri profondi e controllo l'ora.

Le tre e trenta.

Mi passo una mano fra i capelli, sospirando. Erano anni che non mi capitava più di svegliarmi in piena notte, probabilmente riportare a galla vecchi ricordi non ha aiutato.

Mi volto verso il letto di Ares che però trovo vuoto. Meglio così. Non ho idea di dove possa essere a quest'ora ma sinceramente preferisco non saperlo.

Afferro il telefono che avevo abbandonato in carica sul comodino, ci sono cinque messaggi da parte di Myle, vuole spiegazioni e non la biasimo. Anche io le vorrei al posto suo. Dovrò affrontare la questione con Ares per capire cosa dirgli e quanto rivelarli. Ma fino ad allora non posso parlare assolutamente. Sono certa mi scapperebbe qualcosa.

Mi alzo e aprendo il più lentamente possibile la porta della camera per non fare rumore, vado in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua.

La stanza e avvolta nel buio, illuminata solo dalla luce della luna che filtra dalla finestra, e tutto calmo e silenzioso, l'unico rumore che si percepisce è quello dell'acqua che sgorga dal rubinetto.

Una volta riempito il bicchiere ne bevo un sorso, osservando fuori dalla finestra.

<pensi di aver fatto la scelta giusta?> una voce spezza quell'armonia apparente, sussulto e mi volto a cercare il proprietario.

Charles se ne sta seduto dandomi le spalle sul tavolo. Lui per me è ancora un mistero bello e buono. Non si e mai aperto ne ha cercato di avere il minimo rapporto con me, quindi non so come comportarmi in sua presenza.

<A cosa ti riferisci?> gli domando esitando leggermente. Non può aver capito, non ha parlato con nessuno di noi e dubito fortemente Ares gli abbia riferito qualcosa. <I miei fratelli potranno anche non essersene resi conto, ma io non sono così ingenuo, tu e Ares avete scelto di tenervi la questione per voi> afferma rimanendo però voltato di spalle. Sussulto, probabilmente conosce bene il fratello, oppure ha fatto due più due. I messaggi non sono spariti, ci è arrivato anche lui. < Non è stata una scelta mia, ma di tuo fratello.> gli rispondo cercando di difendermi <Lo so, però ho una domanda per te, pensi di aver fatto la scelta giusta ad affidarti a lui?>mi chiede, e senza aggiungere altro si alza andando verso la sua stanza. <aspetta, puoi lanciare la pietra e poi nascondere la mano Charles!> esclamo, ma lui ormai si e già chiuso la porta alle spalle.

Torno a letto con il triplo delle domande rispetto a prima, e la testa maledettamente pesante, sono esasperata dall'intera situazione.

Mi butto nel letto cercando di riprendere sonno, e riflettendo se riferire o meno quanto mi ha detto Charles a Ares. Ho paura questo possa creare disguidi tra i fratelli. Tutta la situazione mi sta facendo riflettere e non poco. Insomma sto affidando me stessa a degli sconosciuti, non so assolutamente niente di loro. Delle lacrime mi scendono dagli occhi, la tentazione che ho in questo momento sarebbe di scappare, come ho sempre fatto nell'arco della mia vita. Quando la pressione e l'angoscia iniziavano a crescere dentro di me andavo via, non è una soluzione, anzi probabilmente è stata proprio questa scelta di vita a portarmi i casini che sto affrontando in questo momento.

Sento la porta aprirsi, così chiudo gli occhi di scatto girandomi di lato, Ares è al telefono con qualcuno, e per quanto stia sussurando qualcosa riesco a sentirlo.

Scoperta... Volere... Tempistiche...

Tutte parole sconesse fra di loro, non riesco a sentire altro perchè per concludere la conversazione si chiude in bagno. Non posso fare nessuna supposizione, soprattutto perchè non ho idea dell'identità della persona dall'altro capo del telefono.

Mentre aspetto che lui ritorni mi addormento, restando nell'oblio delle parole sue e di suo fratello.

A ritmo del tuo cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora