13. lasciar perdere

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<Hazel, andiamo?> Mi richiama Myle, ormai Caleb e James sono ubriachi e lei è praticamente brilla. Non mi fido gran che ad andare in macchina assieme a loro.

Come declino l'offerta senza offendere?

<Io mi fermo ancora un po', prendo un taxi per tornare al campus> Gli urlo, sopra la musica.

Lei fa un po' di storie ma poi accetta e si allontana.

Aspetto qualche minuto, per darli il tempo di andarsene e poi esco anche io dal locale.

L'aria fresca mi pizzica il viso, afferrò il telefono e digito il numero del taxi della scuola.

<Cosa fai? Ti hanno abbandonata qui?> Ares compare di nuovo nel mio campo visivo. Dio e già un incubo.

<Chiamo un taxi, erano troppo ubriachi per capire che strada fare> Rispondi sincera e quando sto per premere il tasto per far partire la chiamata lui mi blocca .

<Ti accompagno io> Si propone, io storco il naso.
<Ho rifiutato il loro passaggio perché ubriachi, cosa ti fa credere che verrò con te che sei messo come loro?> Gli rispondo.

<Io sono brillo, biondina. So guidare fino al campus> Mi risponde, alzando le spalle.

<E comunque a quest'ora la linea dei taxi è intasata, devono tornare tutti> Aggiunge, io provo comunque a chiamare.

Odio ammetterlo ma ha ragione lui. La linea è occupata. Maledizione. 

<Avevo ragione, non è vero?> Mi chiede lui, io sbuffo. 

<Piuttosto vado a piedi> Annuncio. Fra tutti lui è quello che riesco meno a sopportare. 

<Allora andremo a piedi> Annuncia, iniziando a camminare dietro di me.

<Si può sapere perchè stai venendo con me?> Domando spazientita, mi ha già stancato. Va bene non ho gran che pazienza. Ma anche quel briciolo l'ha completamente esaurita. 

<Sarai anche insopportabile e impicciona, ma non ti lascio tornare da sola nel cuore della notte> Afferma. Dovrei soffermarmi sui suoi insulti velati oppure felicitarmi perchè pensa alla sicurezza degli altri. 

<Grazie, ma sopravvivero> Gli rispondo.< E non sono insopportabile e impicciona> Dichiaro. Lui sorride. <Hai ragione, forse definirti così è riduttivo> Io lo trucido con lo sguardo. Non demorde. 

<Quindi vieni con me oppure c'è la facciamo a piedi?> Mi chiede. <Ma tu non eri quello che intimava i tuoi fratello di starmi alla larga? Che ero pericolosa e non volevi intrometterti?> Gli dico, però incomincio a seguirlo. <Infatti la penso ancora così, ma non ti abbandonerò comunque qua.> Mi risponde, come se la sua affermazione fosse ovvia. 

<Dai vieni, così smettiamo di morire di freddo e posso finalmente tornare nella mia stanza> Annuncia, non ho più voglia di obbiettare. Resto in silenzio fino alla macchina.

<Se facciamo un incidente ti giuro che resuscito per ucciderti una seconda volta Ares.> Preciso prima di salire in macchina. <Correro il rischio> Risponde lui, e poi si siede in auto. 

Il viaggio si svolge in silenzio, arriviamo in poco tempo a destinazione. 

<Hazel> Mi richiama quando chiudo la portiera. Mi volto in attesa che continui. 

<Questa notte non è mai successa> Mi dice, lo capisco. Andrebbe contro a ciò che vieta di fare ai suoi fratelli. 

<Tranquillo, come non ci fossimo mai visti>

Mi rivolto ma lui mi richiama di nuovo. 

<Dimmi> 

<Buonanotte Hell> Mi dice. 

<Notte Ares> Rispondo, poi mette in moto e sparisce. Mentre io mi incammino verso l'ingresso dei dormitori.

A ritmo del tuo cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora