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<Aprilo> gli dico decisa a Ares, <si aprilo sono curioso anche io> afferma Heric.

Entrambi ci giriamo verso di lui.

<che c'è? L'ho trovato io e sono curioso, è un mio diritto.> afferma e poi entra andandosi a sedere sul mio letto.

<questo è il tuo letto vero Haz? L'ho notato dal fatto che è colorato> ci informa, Ares sbuffa ma non gli dice niente.

Io invece prendo il biglietto dalle mani di Ares, che mi lancia un occhiata per capire se sono sicura di ciò che faccio.

L'ho apro lentamente.

Sei astuta, ma non abbastanza. Vai avanti a fidarti di chi non devi e a negare l'evidenza. 111

- re di picche

Leggo ad alta voce, mentre loro due sembrano non capirci gran che io capisco eccome.

< Cosa c'entra il numero angelico?> domanda Ares, Heric alza le spalle mentre io invece so benissimo a cosa si riferisce.

<C'è l'ho tatuato> dico solamente, Heric si alza in piedi dalla sorpresa.

<Cosa!?> chiede sotto shock <Da quando tu hai un tatuaggio> nella stanza cala il silenzio, si sente solo la manata che si da in fronte Ares.

<Fammi capire, in tutto questo tu ti stupisci solo del fatto che lei sia tatuata? Cazzo Heric ma come minchia ragioni> gli dice, ormai esasperato.

<No okay, capisco il tuo punto di vista, ma non la facevo tipa da tatuaggi> si giustifica lui, che viene però ignorato. <Dove c'è l'hai?> mi domanda Ares

<Sul fianco, non è visibile se non in spiaggia o comunque se non ho i vestiti addosso> gli rispondo, <Okay quindi può darsi che tu ci sia andata a letto? Cazzo se è così temerario per messaggio figurati a letto, raggio di sole me lo devi far conoscere>.

<Esci> gli ordina Ares, lui alza le mani <Ma dai perchè?> chiede, non riesco a capire se ci è o ci fa.

<Heric levati, prima che ti costringa io> annuncia Ares, poi Heric esce dalla stanza sconsolato.

Appena è fuori Ares chiude la porta con un giro di chiave, io mi vado a sedere sul letto e rileggo ancora la lettera.

<Capiremo chi è, punta te principalmente, su questo non c'è dubbio. Però sappiamo che ti conosce, o comunque ti ha già incontrato> mi dice sedendosi di fianco a me.

<Non lo so, so che sono stanca> gli dico, e lo sono davvero. Vorrei riavvolgere il nastro e tornare indietro, ma questo non è possibile.

<Ti prometto che troveremo il colpevole> mi rassicura, appoggiando le mani sulle spalle. 

<Forse non sono stato molto presente con te, ma ti prometto che ora sarà diverso> mi dice <non ne sei costretto, anzi in realtà nessuno di voi lo è, ero sicura che presto o tardi avrebberò scoperto della mia esistenza, solo non ero pronta> gli rispondo, lui mi fa alzare lo sguardo <Non sei da sola combinaguai, ricordatelo> mi ripete, per poi abbracciarmi.

A ritmo del tuo cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora