39- Bugie

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Ero convinta Ares avesse passato la notte con me, invece, contando che quando mi svegli lui non c'è, ha solo aspettato mi riaddormentassi per poi andarsene. Mi alzo e staracchiandomi mi guardo attorno. Neanche nella stanza c'è traccia di lui.

Scendo dal letto, mi infilo le calze e una felpa e apro la porta della camera.

<Ares?> domando uscendo dalla nostra stanza.

Niente.

Nessuna risposta.

<Heric?> Ritento, questa volta però chiamando un altro dei fratelli.

Anche in questo caso, zero risposte.

Provo a chiamare Charles, anche se non so se effettivamente si sia fatto vivo. Ma contando la tranquillità di Heric ieri sera suppongo sia tornato a casa.

Neanche per Hades ho risposte. Zero di zero, è come se tutti e quattro fossero spariti nel nulla.

<Ma che diavolo?>  Domando ad alta voce, però parlando tra me e me.

Afferrò il cellulare e digito un messaggio ad Ares velocemente.

Ehi, dove sei finito?

Apro anche la chat di Heric e scrivo un messaggio anche a lui.

Dove siete spariti?

Tornando sulla schermata principale noto che ad Ares non arrivano i messaggi, segno che ha il telefono spento.

Appoggio il cellulare sul tavolo  e sbadigliando mi avvicino alla macchinetta del caffè e dopo aver messo la tazza nell'apposito posto faccio partire.

Osservo in silenzio il liquidò bollente scendere nella tazza. Il suono della macchinetta mi segnala che sia pronto.

mi siedo sul tavolo ed inizio a sorseggiare il caffè.

La mia mente però torna automaticamente a ieri sera. Le sue labbra sulle mie, e la sopresa che è esplosa in me. Ne sono contenta, ma ho paura di come saranno le cose d'ora in avanti.

Contando che appena mi sono alzata neanche c'era, presumo inizieranno i problemi.

<Che casino> esclamo, mettendomi le mani fra i capelli.

Sento la serratura della porta scattare, d'impulso mi volto aspettandomi Ares e gli altri fratelli.

Ma fa il suo ingresso solo Heric. Palesemente uscito dal post sbornia e con degli occhiali da sole sopra gli occhi.

<Ehi> lo saluto, lui da subito sembra sorpreso di trovarmi sveglia. Il che è plausibile contando che sono solo le sei e mezza del mattino e contando che lui è appena tornato da chissa dove.

<Ehi, come mai già in piedi?> Mi chiede andando ad appendere la giacca per poi venire verso di me a farsi anche lui un caffè.

Ha qualcosa che non va.

Il linguaggio del corpo me lo fa capire chiaramente. Mi da le spalle, non mi guarda e cerca il modo per andarsene.

Ora il punto è, gli chiedo chiaro e tondo che sta combinando?

Anzi mi correggo.

Che stanno combinando.

Oppure faccio finta di niente?

Decido di sviare questa domanda, però voglio comunque capire che hanno fatto per tutta la notte.

<Dove siete stati? Ti ho scritto ma ne te ne Ares mi avete risposto> gli rispondo, lui rimane voltato e dopo un attimo di esitazione mi risponde.

<Siamo andati al pub, mi si è scaricato il telefono e Ares aveva la connessione che faceva i capricci> mi risponde rimando concentrato sulla sua tazza e sbloccando il telefono.

<Che pub?> gli domando, leggermente insistente. <Mh? Quello infondo alla città> risponde vago, poi come se il pavimento fosse lava si sposta di colpo.

<Che c'è?>

<Niente, vado in camera che sono stanco> Mi liquida, sparendo poi dentro la sua stanza. Lasciandomi nuovamente da sola con i miei dubbi.

<Va bene, ma gli altri tre?> gli domando prima che chiuda la porta, ovviamente non mi risponde, da qui capisco che l'hanno obbligato a mentire.

Solo non so per quale ragione.

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