16. l'inizio della fine

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Mi dirigo a passo spedito verso il dormitorio dell'ala est rigirandomi fra le dita il fogliettino.

Mi sta bene tutto, ma arrivare a minacciare in anonimo mi sembra un po troppo. D'accordo gli scherzi e quella roba li ma ora stiamo esagerando.

<Scusami, sai per caso qual'è la stanza dei Davis?> domando ad un ragazzo che mi sta passando accanto, lui ci pensa per qualche secondo poi mi risponde. <la 204, è infondo al corridoio> mi risponde, lo ringrazio e vado verso la stanza da lui indicata.

La trovo dopo pochi istanti, faccio un respiro profondo e busso.

Dentro sento vari rumori, segno che sono in camera. Però nessuno viene ad aprirmi.

Busso di nuovo, questa volta più decisa. Finalmente le voci all'interno si bloccato segno che hanno sentito il rumore della porta. Li sento discutere su chi debbe venire ad aprirmi, alla fine, dopo vari istanti, la chiave fa il giro nella serratura e la porta si apre.

<Hazel?> è Heric ad aprirmi la porta, è in pigiama.

Anche se sono le tre di pomeriggio.

Decido di tralasciare queste cose a dopo, al momento ho qualcosa di più urgente da fare.

<tuo fratello c'è?> domando, di getto.

<Hades? Mh, si mi sembra sia in camera> mi risponde, ma io scuoto il capo <no, non lui, Ares> aggiungo, corregendomi.

<Ohhh, beh decisamente la scelta migliore, è un po violento e a volte fa paura persino a me, però...> lo blocco prima che possa finire la frase, capisco al volo a cosa sta alludendo, e non è di certo quello a cui sto puntando. <devo parlarli, potresti chiamarlo?> gli chiedo , cercando di essere il più gentile possibile. Lui annuisce e nel mentre che va verso la sua stanza un altra porta si apre e Hades fa il suo ingresso nel piccolo salotto.

<Hazel? Che diavolo ci fai qui?> mi domanda con occhi sgranati.

<Devo parlare con tuo fratello> gli rispondo senza voltarmi nella sua direzione.

Penso che con ciò che ha fatto qualunque tipo di interesse che c'era sia svanito come fumo. E sono sicura se ne sia reso conto.

Non ha tempo di rispondermi perchè nel salotto fa il suo ingresso Ares.

<che cazzo vuoi bionda psicopatica?> mi chiede acido e sorpreso. Trattengo la tentazione di darli uno schiaffo, ma solamente perchè peggiorerei le cose.

Si unisce a questo piccolo teatrino anche l'ultimo dei quattro fratelli, che resta in silenzio e si siede sul divano.

Faccio un respiro, cercando di non far uscire il mio tono troppo acido, o incazzato

<Ti sembra divertente?> missione fallita, dal mio tono si capisce benissimo il mio umore.

Lui mi guarda con aria interrogativa, un po come gli altri.

<Di che parli, Smith?> mi domanda sospettoso. Gli vado incontro, spiaccicandoli il bigliettino sul petto. Lui sgrana gli occhi per quella vicinanza improvvisa.

Per poi lasciare spazio subito dopo all'ira <se ti avvicini ancora, lo giuro Smith, non finisce bene> mi minaccia ma io punto gli occhi nei suoi, <Non minacciare Davis, non spaventeresti neanche la più piccola delle mosche> gli rispondo, non ribatte ma afferra il bigliettino.

Lo legge, attirando la curiosità anche degli altri.

<Non ho idea di cosa sia> afferma dopo qualche secondo, rileggendolo.

<Tu prendi il nome dal dio del caos, e sono giorni che vai avanti a tormentarmi. Per non parlare delle continue provocazioni> gli rispondo, ma lui dopo aver passato il biglietto agli altri punta i suoi occhi nei miei, e sono sinceri quando mi dice

< Te lo posso giurare Hazel, io non c'entro un cazzo con questa merda> Esclama, e mi sembra sincero.

Tentenno per un attimo, ma se non è stato lui, allora chi è? E soprattutto perché prendersela con me?

A ritmo del tuo cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora