38- Resti con me?

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Delle voci soffuse accompagnano il mio sonno, quando mi sono addormentata? Apro lentamentre gli occhi e trovo il petto di Ares. 

<Ares?> domando a bassa voce, con la voce ancora impastata dal sonno.

Sono in braccio a lui, probabilmente mi sono addormentata a metà della puntata che stavamo guardando io e Heric. Mi sento una bambina di cinque anni, contando che mi sta portando a letto.

<Dimmi> mi risponde lui, il suo tono si è addolcito rispetto ad oggi.

Ma che gli prende?

<Dove sei stato?> Gli domando,stringendomi un po di più a lui. Non è l'idea migliore, ho ancora i nervi a fior di pelle per colpa sua. Ma non voglio pensarci adesso, devo approfittare di questa botta di sonno.

Apre la porta della nostra camera per poi chiuderla con il piede. Mi adagia sul letto e io mi metto seduta passandomi una mano sugli occhi per cercare di svegliarmi. Lo so che dovrei dormire, però ormai tutti i pensieri della giornata sono tornati più forti di prima.

<Non preoccuparti, ora sono qui, no?> mi risponde accarezzandomi i capelli. Sto iniziando a preoccuparmi davvero. Perchè questo cambiamento repentino? Prima mi ha quasi abbandonato nella sua vecchia casa ed ora si comporta così. Non dovrebbe stupirmi, ormai conosco i Davis e la cosa che più gli accomuna è il cambio d'umore. Però cavolo, saperlo è un conto, abituarsi è un'altra storia.

<Che ti prende?> gli chiedo, però lascio che le sue mani vadano avanti ad accarezzarmi. Non mi va di allontanarmi da lui.

Caspita non credevo sarebbe successo davvero.

Mi sembra tuttto così strano, bello sicuramente. Ma strano.

<Niente, avevi ragione, sono un codardo> mi risponde, cercando di allontanarsi da me, non gliel'ho permetto. è già scappato troppe volte.

D'istinto lo afferro per il polso.

<Non andartene> gli dico. Lui dopo un beve momento cede e si siede affianco a me.

<Lo sai che non sarà facile avere a che fare con me vero?> mi domanda, io sorrido leggermente.

<Ho sempre e solo amato i miei fratelli, e vedendo come sta andando neanche bene, non sono abituato a queste cose, Hell. > mi dice rabbuiandosi e puntando lo sguardo sulla punta delle sue scarpe.

<Ehi> gli dico dolcemente, afferrandoli il volto e facendolo voltare verso di me <Non mi importa, lo impareremo insieme. Non pensi che siamo stati soli per troppo tempo? è il momento di lasciarsi andare, non avere timore. Prenderemo qualunque cosa senza preavviso> gli rispondo, passandoli delicatamente il dito sulla sua guancia.

Lui annuisce. E poi torna col suo sorriso malizioso.

<Quindi vuol dire che dovrò sopportare la tua lingua lunga?> mi dice sarcastico.

Gli lascio un pugno sul braccio.

<Sei libero di rifiutarti, dio da quattro soldi> gli rispondo, dandogli le spalle e fingendomi offesa.

<Eddai, combinaguai, non potrei mai fare a meno della tua fantastica voce> mi risponde afferrandomi il braccio e facendomi voltare.

In un attimo le sue labbra sono sulle mie, e un mare di farfalle esplodono in me.

Mi sono innamorata di lui.

Questa è la prova più chiara.

Cazzo.

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