Il giorno seguente decido di saltare le lezioni, non ho ne le forze ne la voglia di partecipare.
Stai sbagliando
Mi rammenta la mia coscienza, ha ragione, mi sono sempre focalizzata sull'obiettivo finale senza farmi influenzare dal resto.
Ma oggi non c'è la faccio, non ne ho le forze. Sprecherei solo tempo ed energie che al momento non ho.
Così una volta alzata e presa la mia dose di caffè mi rinchiudo in camera a studiare.
Va bene non partecipare, ma non ho intenzione di rimanere indietro col programma.
I ragazzi sono a lezione e questo favorisce la mia concentrazione. Zero distrazioni e ciò che mi serve.
Basta un quarto d'ora e la pace si rompe.
Anzi si distrugge del tutto.
<Vaffanculo> la voce di Hades riempie la sala, non so se uscire fuori e controllare che sia tutto apposto o fare finte di niente e sperare non si renda conto che io sia in casa.
<Questo non è mai stato il mio obiettivo, è il vostro. Non ho intenzione di farne parte, non più almeno> intuisco stia parlando al telefono, perciò da brava ficcanaso mi incollo alla porta e rimango ad ascoltare.
<No okay senti, capisco tutto, ma cristo santo questo è troppo!> urla.
La curiosità mi assale, ma so che non posso andare a vedere ne tantomeno aprire la porta. Prevendo un casino imminente. Questa volta cercherò di evitarlo.
Dopo poco sento la porta di camera sua aprirsi e chiudersi con un forte rumore.
Sbuffo e mi metto sul letto, osservando i libri da lontano.
So che sto sbagliando, che sto deludendo me stessa al cento per cento. Ho faticato e non poco per entrare in questo college. Ho messo da parte i soldi da tutta la vita per questo, ed ora sto buttando via tutto per quattro ragazzi e un anonimo inquietante e che, a quanto pare, conosco pure.
Non so cosa mi aspettassi, insomma resto la figlia del più grande boss americano.
Però ero convinta di non subirne le conseguenze.
A quanto pare mi sbagliavo, ed anche di brutto.
Porca vacca.
Non posso stare ancora in questa stanza, devo assolutamente uscire. Prendo una felpa e me la metto, per poi passare a un paio di jeans. Lego i capelli ed esco il più piano possibile dalla stanza.
Una volta fuori afferro giacca e sciarpa ed esco.
Via libera.
Arrivo nella caffetteria, fa freddo ma comunque decido di sedermi fuori. Prendo il mio caffè e mi concentro sul fumo che esce da esso.
<Che ci fai qui? Non hai lezione?> è Ares a parlare, siamo solo io e lui nel cortile.
<Potrei chiederti la stessa cosa, lo sai si?> gli rispondo, senza fare il minimo rumore mi si affianca e mi da le spalle. Una strana sensazione mi provoca i brividi.
<Non avevamo uno stop dalle battutine e provocazioni?> mi domanda, dandomi però le spalle.
Io sbuffo, ha ragione. L'osservo, cazzo ha davvero una bella schiena.
<Si, scusa ma non è giornata> decido di risponderli abbassando lo sguardo dalla sua schena e tornando a guardare il caffe, per poi farne un sorso.
<Sei ancora preoccupata per ieri?> mi chiede, sta volta però si volta e viene a sedersi di fronte a me.
Annuisco, non è solo per quello, però evito di dirglielo. Mi sembra stanco già di suo, e i tagli inflitti dal fratello sono ancora ben chiari sulla sua pelle.
D'istinto allungo la mano e gli accarezzo la crosta del taglio che ha lungo la guancia.
Lui subito sembra sorpreso, però non si allontana.
Quella sensazione di prima torna, pero ora oltre ai brividi c'è anche una sensazione diversa nello stomaco.
<Cosa fai?> mi domanda, con un tono di voce diverso da quello che usa di solito. Ci stiamo guardando negli occhi. è come se ora ci fossimo solo noi due, chiusi in una bolla.
<Guardavo come ti ha ridotto tuo fratello> gli rispondo spostando delicatamente la mano sul livido violaceo attorno all'occhi.
Nei suoi occhi passa per un momento un lampo di dolore, che cerca di nascondere subito.
<Non devi nascondere il dolore Ares, non con me. Ho deciso di smettere di nascondermi da te, puoi provare anche tu?> gli chiedo, passandoli delicatamente l'indice sulla guancia.
Non so che diavolo mi sta prendendo. Ma non riesco a staccarmi.
<Va bene> mi risponde. Dopo qualche minuto stacco la mano e lui si alza in piedi.
<A dopo, combinaguai> mi dice passandomi accanto e scompigliandomi i capelli. Per poi lasciarmi li, da sola. In balia delle mie emozioni confuse, e assolutamente sbagliate.
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A ritmo del tuo cuore
Romance•COMPLETA• VOLUME 1 Hazel Smith, solare e sbadata ha incominciato il suo secondo anno ad Harvard. Tutto sembra svolgere per il meglio. Fino al ritorno dei fratelli Davis, il loro passato è sconosciuto, nessuno riesce ad avvicinarsi a loro. Ares Davi...