18-Occhio per occhio

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Una volta abbandonata la stanza dei quattro mitici mi dirigo a passo svelto verso la mia camera, questa decisione so già che mi porterà delle ripercussioni che non sono pronta ad affrontare in questo momento.

Perciò decido di accantonare questo pensiero per il momento, ci sarà tempo più avanti per preoccuparsi delle conseguenze.

Arrivo davanti alla porta della camera che condivido con Myle sperando con tutta me stessa che non sia all'interno della stanza, faccio un sospiro e apro la porta.

Vuota.

Grazie al cielo non c'è, non avevo alcuna voglia di spiegarli ciò che era successo. Non sarei potuta fuggire in eterno, l'avrei affrontata sicuramente più tardi. Recupero le mie cose il più in fretta possibile.

Dopo circa venti minuti sono fuori con lo zaino e una piccola valigia, per fortuna i corridoi sono vuoti così mi dirigo senza problemi verso la camera dei ragazzi.

Sembro una ragazzina in preda agli ormoni che ha deciso di intramprendere un viaggio sessuale con quattro ragazzi squillibrati.

Vorrei fosse così, ma l'unico viaggio che ho intrapreso è quello verso l'ignoto e con qualche pazzo che mi manda biglietti in anonimo.

Perfetto.

Prima di passare da loro pero decido di fare un salto in mensa per mangiare qualcosa, è da ieri sera che non tocco nulla e sto morendo di fame. 

Prendo un insalata e una fetta di torta, e poi mi vado a sedere in uno dei tavoli liberi della sala. 

Pensare che probabilmente questo sara il mio ultimo pasto da sola e in tranquillita mi fa venire le lacrime. Estraggo il telefono dalla tasca dello zaino e inizio a girare su instagram. 

Appena finisco vado a posare il vassoio, afferro la mia bottiglietta d'acqua e mi dirigo verso il mio destino.

Arrivata davanti alla camera busso alla porta, aspettando qualche secondo prima che mi aprano.

<hai fatto in fretta> afferma Heric, che nel frattempo si è cambiato.

Ora indossa degli shorts blu elettrico e una maglietta gialla.

<Volevo evitare domande dalla mia coinquilina> gli rispondo sorpassandolo e andando nel piccolo salottino. <dove metto questa roba?> domando a Herik, che a quanto pare sembra l'unico qui dentro.

<la camera di Ares è quella> mi indica con il dito una porta chiusa, spero vivamente non sia all'interno <è uscito perciò puoi sistemarti adesso, lui torna fra un oretta> aggiunge quasi leggesse i miei pensieri.

Entro nella stanza e lascio le valigi ai piedi del letto libero, non ho intenzione di sistemarmi. Ne tantomeno di restare a lungo.

Ho intenzione di scovare questo tizio il prima possibile e tornarmene alla mia vita.

Dovevo davvero dare retta a Myle quando era ora, maledizione.

Non mi troverei in questa situazione sicuramente.

Come sottofondo ai miei pensieri c'è solo la musica che ha messo Herik prima, ora è partita JustDance di Ladygaga. Diciamo che questo sottofondo musicale alleggerisce l'atmosfera, mi passo le due mani nei capelli tirandoli all'indietro nel mentre osservo la stanza.

La tapparella è chiusa percio tolto qualche raggio di luce che filtra non si vede gran che, noto la libreria piena per meta e qualche vestito qua e la.

Il letto è disfatto, è il profumo di Ares impregna le pareti.

Dio che schifo.

Afferro il mio profumo dallo zaino e lo spruzzo nella mia meta di stanza, per poi metterlo via una volta soddisfatta del mio lavoro.

Il telefono vibra sul letto. 

Hai già contaminato l'intera stanza o il mio spazio vitale l'hai rispettato?

Digito velocemente una risposta, sorridendo.

Tocca a te scoprirlo, dio del caos.

Abbandono il telefono sopra al comodino e mi stendo, osservo il soffito. 

A parer mio ho fatto una stronzata. Necessaria al novanta percento, ma pur sempre una stronzata.

Sento la porta d'ingresso aprirsi, sono tornati. Sbuffo e mi copro gli occhi con un braccio. Che i balli abbiano inizio. Forza Hell, possiamo farcela.


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