35- Faccia a faccia con i miei demoni

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Ares

Apro la grande porta e respiro l'aria fredda che si cela all'interno, un ondata di ricordi mi invadono la testa.

<Wow> sussurra Hazel, incredula. In effetti è grande come casa. Certo il modo in cui è stata acquistata non è legale. Sono stati soldi sporchi, mio padre era un mafioso.

<ti piace?> gli chiedo voltandomi verso di lei, lei annuisce. <si è..Non so come definirla> mi risponde, mi soffermo ad osservarla, sembra una bambina, sorrido leggermente.

<dov'era la vostra stanza?> mi chiede, non vuole spingermi a parlare e ne sono davvero sollevato. Lo farò, ma preferisco ritardare il momento.

<Seguimi> gli rispondo, salgo le scale e arrivo ad una serie di porta, l'una accanto all'altra.

<Questa era la mia> gli indico la terza porta a sinistra. <Posso?> mi chiede, vuole entrare nella stanza. Annuisco ed apro la porta che emette vari scricchioli.

è tutto esattamente come dieci anni fa, i poster, la scrivania e il letto coperto pero con un telo di plastica.

<Una volta usavi anche altri colori? Wow questa si che è una scoperta> mi dice scherzosamente, <Sisi ridi pure biondina, ma non fingere che i colori che uso adesso non ti piacciano> le rispondo, lei si mette a ridere <permaloso?> mi chiede,

<Nahh, realista> le rispondo, lei mi fa la linguaccia <Lo sai che ogni provocazione è un rischio> l'avverto.

<Ah si? No mi ero scordata questo particolare> mi dice facendo la finta tonta, sorrido.

<Ma non mi dire, una come te che ricorda tutto, casualmente se n'è dimenticata, che caso> gli rispondo, lei sorride e mi guarda con aria innocente.

<Esatto> mi risponde, per poi darmi le spalle.

Pessima mossa.

L'afferro dal bacino per poi caricarla in spalla.

<Ares! E la seconda volta nell'arco di giorni, lo stai prendendo come vizio?> mi chiede scoppiando a ridere. <Puo darsi, mi sto appassionando> gli rispondo per poi togliere il telo dal letto e buttarcela sopra.

Della polvere si eleva in aria, ma fortunatamente non ci colpisce.

Mi metto sopra di lei.

<Non ridi più, piccola combinaguai?> gli domando, lei sbuffa.

<sei sleale, come sempre> mi dice, sembra una bambina.

Punta i suoi occhi azzurri nei miei, nella stanza ora si sentono solo più i nostri respiri.

<Smettila> mi dice.

<Di far cosa?> gli domando, improvvissamente sono a corto di fiato e di parole.

Che mi sta succedendo?

<Di guardarmi così> Mi risponde, non muovendosi però.

<Così come?> gli domando.

<Come se mi volessi davvero> mi risponde, e penso sia il colpo di grazia.

Una strana sensazione mi si dirama nel petto, una nuova consapevolezza si fa largo in me.

Però non mi piace, non è possibile. Sapevo già che tra di noi c'era attrazione sessuale, il mio corpo mi ha mandato segnali più volte. Ma questa è una sensazione nuova, e mi spaventa.

Non posso, per nessuna ragione. Mi sono spinto troppo in la con lei, se andiamo avanti finirà più male di quanto dovrebbe.

Il suono del mio telefono mi salva da una conversazione che non sono pronto ad affrontare.

<Pronto> rispondo tirandomi su dal letto.

<Il tempo stringe, devi muoverti> mi rispondono. Momento sbagliato.

<Lo so, sono quasi pronto> gli rispondo, senza rendermene conto sto tergiversando per un obiettivo che progettavo da anni.

Ed ora che c'è l'ho quasi in pugno non riesco più a provarne piacere o soddisfazione.

Mi volto verso Hazel che si è tirata su e seduta sula letto .

Che cazzo sto facendo?

<Ti richiamo io, non posso parlare adesso> gli rispondo, per poi riattaccare.

<Chi era?> mi domanda d'impulso Hazel, io scuoto il capo.

<Nessuno di importante, andiamo> gli dico freddo.

Lei mi raggiunge e mi blocca afferrandomi per il braccio.

Una scarica di brividi mi attravversa il corpo e per qualche secondo osservo il punto dove lei mi sta toccando.

<Che ti prende Ares?> mi chiede <Niente, dobbiamo cercare Charles> gli rispondo secco, staccandomi dalla sua presa e scendendo dalle scale velocemente.

Lei in poco mi raggiunge, ma quanto cazzo è veloce?

<Ares!> Mi chiama, ha anche iniziato a piovere.

Mi fermo d'istinto.

<Cosa succede?> Mi chiede, i suoi occhi chiari mi osservano, e più mi specchio più mi faccio schifo.

<Niente> gli rispondo cercando di evitare i suoi occhi, lei mi afferra il viso e mi costringe a guardarla.

<Non mentirmi> Mi risponde decisa.

<Non posso Haz, mi dispiace> la liquido staccandomi dalla sua presa. Leggo la delusione nei suoi occhi.

<Sei un codardo> mi dice, quasi in un sussurro.

Può essere, ma questo serviva solo a farti meno male.

Non sono ancora sicuro di ciò che sento, ma sono certo di non volerla perdere, ne tantomento farla soffrire.

Vorrei tornare indietro nel tempo e cambiare le cose.

Te lo giuro piccola combinaguai.

.

.

.

Mi prendo un piccolo spazio per me, se trovate le cose un po accellerate dovreste rileggervi i capitoli precedenti, alcune cose sono modificate e sono uscite più scene su Ares e Hazel.

Per i nuovi lettori che sono arrivati qui dopo la revisione, capirete il corso della storia.

Perchè modifcare i capitoli? Mi è venuta l'ispirazione per il finale e lo scorrimento della storia, fidatevi di me, merita.

Ah e grazie mille per le 1.7 mila letture vi amooooo

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