Sulla fine mi alzo alle nove e Ares sta già dormendo.
Trovo solo un post-it appoggiato sul mio comodino.
Russi e sbavi mentre dormi, combinaguai tutto mi ricordi tranne che una principessa
- Ares
Alzo lo sguardo e trucido Ares, per poi afferrare una penna e scrivere un messaggio di risposta
Sono la principessa fiona, pero tu in questo momento mi ricordi molto shrek.
-Hell
Adagio il biglietto sul suo comodino e poi sbuffo, oggi ho intenzione di affrontare Myle, che Ares sia d'accordo o meno.
Mi manca la mia migliore amica e il resto del gruppo. Non rimarrò esclusivamente con i Davis, infondo non li conosco neanche bene.
Sono ancora indecisa però se raccontarle il vero o ommettere qualcosa.
Opterò per ciò che mi verrà più spontaneo sul momento.
In silenzio e controllando che Ares stia ancora dormendo, mi avvio verso la porta per uscire e andare nel salotto.
Caffè
Ne necessito assolutamente.
<Ti ho già preparato il caffè> la voce di Hades mi accoglie nella stanza. Sobbalzo per lo spavento.
<Davvero? Grazie > gli rispondo gentilmente prendendo una tazza e mettendoci il caffè.
Nessuno dei due dice più niente. Diciamo che la tensione si potrebbe tagliare con un coltello.
Finisco in fretta il caffè e poso la tazza nel lavandino. Prendo la borsa ed esco salutandolo. Non aspetto una risposta ma chiudo la porta.
Un problema alla volta.
Mi avvio verso la mensa, so per certo che troverò qui Myle.
Come avevo previsto è seduta al tavolo assieme agli altri, faccio un respiro profondo ed entro. Appena mi nota mi rivolge uno sguardo che avrebbe fulminato persino Zeus.
Ma non posso che biasimarla.
Mi avvicino cauta a lei, sperando non mi lanci nulla contro.
<posso parlarti?> gli chiedo quando sono abbastanza vicina.
<ora ti interessa parlarmi? No guarda sto bene così> mi risponde lei tornando a voltarsi.
Faccio un altro respiro, ancora più profondo di prima. Parliamoci chiaro non ho tutta questa pazienza, ma in questo caso devo racimolarla assolutamente.
<ti prego My> gli chiedo, lei sbuffa però poi acconsente.
Ci allontaniamo dal tavolo.
<da cosa vuoi partire? Dal fatto che sei sparita? O no forse aspetta da quando hai deciso di trasferirti dai Davis?> inizia, non dico niente ma anzi la lascio sfogare.
< su spiegami> Conclude aspettando una mia risposta.
Ed è questo il momento in cui vado in blackout.
Non so cosa posso dirle e cosa no.
In ogni caso questa discussione avrà esito negativo.
< Sono stata minacciata, anzi in realtà lo sono tuttora>
Bravissima, viva la riservatezza.
Mi sgrida la mia coscienza, beh in effetti.
< mi prendi per il culo?> mi chiede Myle guardandomi storto.
Vorrei fosse così, mi risparmierei un sacco di rotture di cazzo.
< no> ammetto
<Okay, ma perché vivi dai Davis?> mi chiede.
< C'entrano loro> gli rispondo, abbassando la testa.
Mi aveva avvertito maledizione.
E io l'ho completamente ignorata.
< Te l'avevo detto Hazel, ma tu hai voluto fare di testa tua> mi dice, con un tono gelido.
< lo so e mi dispi...> non mi lascia finire .
< non mi interessa, crei solo guai e per di più non ascolti ciò che gli altri ti dicono, questo è solo l'esito della tua vita spericolata> mi sminuisce.
Io accetto tutto, che sia incazzata o delusa o dio sa solo cosa. Ma giudicare la mia vita? Oh questo no, proprio no.
< Non esagerare > l'avverto.
< sennò che fai? Crei problemi anche a me? Magari ti diverti un po'> Sono a tanto così dal tirarle uno schiaffo.
Sospirò, non posso, è solo arrabbiata.
< Aspetterò che ti passi, sai dove trovarmi> gli dico solo, poi giro i tacchi e me ne vado.
Anche in questo caso non aspetto risposta.
Sta iniziando a diventare un abitudine.
Esco nel cortile, all'inizio delle lezioni mancano ancora più di quaranta minuti.
Da lontano noto Ares intento a parlare al telefono, di nuovo.
Mi avviccino, contando che siamo solo io e lui cercherò di avere chiarimenti riguardo a ciò che ho sentito ieri sera.
<Sisi, senti ora devo andare poi ti richiamo> conclude la chiamata, io sono seduta ad un tavolo poco distante col cappuccio della felpa tirato su, teoricamente è impossibile dalla sua posizione che possa vedervi.
<Sei pessima nei travestimenti, lo sai vero?> mi chiede.
Okay, i miei calcoli erano sbaglati.
<Non mi sto travestendo, ho freddo> gli rispondo tirandomi giu il cappuccio e liberando i capelli sulle spalle.
Lui mi guarda storto
<Ah si? Dimmi tu sei davvero convinta io non mi sia reso conto che volevi origliare la conversazione?> mi domanda, avvicinandosi a me.
<Che egocentrico> Gli risposto sbuffando e appoggiandomi al tavolo.
<Come mai da sola stamattina? Non hai trovato svegli Heric per tormentarlo?> Mi domanda scherzando.
<Ah Ah Ah, appena trovi la parte divertente della tua battuta dimmelo così ridiamo assieme> gli rispondo ironica.
Lui si siede affianco a me.
<Mamma mia come siamo scorbutiche questa mattina> mi dice, avvolgendomi la spalla con il braccio.
Sussulto per la sorpresa.
Penso sia la prima volta che accada, insomma non è la prima volta che qualcuno lo fa, ma il calore che emana lui è diverso dagli altri.
Mi volto e alzo leggermente il volto per guardarlo negli occhi.
<Questo lo dobbiamo a?> gli domando, lui alza le spalle.
<Mi andava, forse sono stato troppo cattivo nei tuoi confronti all'inizio, so come si sta quando si è da soli> risponde semplicemente.
Io mi appoggio a lui, so che non dovrei, per molteplici ragioni.
Ma in questo momento la cosa di cui ho più bisogno è tranquillità, perciò forse per la prima volta seguo il mio istinto.
<Puoi restare qui finche non dobbiamo andare a lezione? Non ho voglia di star da sola> confesso.
<Finchè ne hai bisogno, combinaguai> Mi risponde lui prendendo poi il telefono.
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A ritmo del tuo cuore
Romance•COMPLETA• VOLUME 1 Hazel Smith, solare e sbadata ha incominciato il suo secondo anno ad Harvard. Tutto sembra svolgere per il meglio. Fino al ritorno dei fratelli Davis, il loro passato è sconosciuto, nessuno riesce ad avvicinarsi a loro. Ares Davi...