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La settimana successiva ebbi il turno di notte, di solito era molto tranquillo e infatti passavamo la nottata giocando a carte o dormendo nella sala di riposo, ma quella notte non era come tutte le altre. La campanella suonó, segno che c'era un emergenza, in poco tempo eravamo tutti pronti per andare.

"C'è un grosso incendio scoppiato in centro, preparatevi ragazzi perché ci sarà il caos" ci spiegó il nostro capitano. Ogni volta che andavamo in qualche parte non sapevamo mai come doverci organizzare perché era solo andando davanti al problema che potevamo poi procedere in un determinato modo. Ogni incendio era a sé, molti credono che un incendia sia solo un incendio, ma dietro c'è molto di più. Ed impossibile prepararsi un anticipo perché solo una volta lí puoi decidere cosa fare e come agire. A sirene spianate arrivammo nel luogo dell'incendio, c'erano centinaia di persone, la polizia aveva transenna l'area per non fare avvicinare nessuno e dopo una rapida ricognizione ci preparammo. Quando un poliziotto arrivò vicino a noi tutto trafelato dicendoci che all'interno c'era una bambina, subito dopo una donna in lacrime arrivò vicino a noi, urlando di salvarla.
Nel giro di pochi minuti entrammo sfondando una porta, ci dividemmo in coppie da due andando ognuno in un piano.

"Jackie tu controlla quella stanza lí io vado in quest'altra" urló Ryan e ci dividemmo. Feci per entrare quando sentì un forte scoppio e il fuoco divampare ancora di più. Vagai ancora alla ricerca di quella bambina, ma non la trovai. Continuai a cercare, ma di lei nessuna traccio.

"Jackie dobbiamo uscire" urló Ryan.

"Non trovo la bambina" dissi io continuando a farmi strada.

"Non c'è tempo" mi guardai attorno ancora, aveva ragione non c'era più tempo a breve sarebbe crollato tutto, ma non potevo uscire senza quella bambina.

"Tu intanto vai arrivo" urlai io.

"Jackie fuori di qui è un ordine" fece lui usando quel tono di voce per farmi capire chi è che comandava dei due.

"Cristo" sbottai io per poi iniziare a seguirlo, ad un certo punto notai una porta semi aperta fermai la mia discesa andando a controllare. Ed è lí che trovai la bambina, a terra, mi avvicinai era svenuta sentì se respirasse ancora e in quel momento una fiammata si avvicinò a noi.

"Merda" sbottai notando che il fuoco ormai era ovunque. Avevo solo pochi secondi per pensare, sfilai il giubbotto avvolgendo la bambina in essa e mi feci strada tra le fiamme. L'adrenalina mi diede la spinta necessaria per uscire da lí, arrivai fuori dall'edificio, Ryan si avvicinò a me urlandomi contro quando un altro scoppiò fece rompere diverse finestre.

Un paramedico mi si avvicinò subito mentendo la maschera dell'ossigeno alla bambina tra le mie braccia, la quale dopo qualche minuto inizió ad aprire gli occhi. La donna fu subito al nostro fianco, ringraziandoci.

"Portiamo la bambina in ospedale"disse il paramedico provando a prendere la bimba ma si aggrappó a me, la guardai negli occhi. Era spaventata.

"Non avere paura ti portano a vedere se è tutto apposto" le mormorai addolcendo la voce, ma la bimba non ne voleva sapere di lasciarmi andare.
"Che dici se vengo con te?" Provai a dire, lei annuì e poi salì nell'ambulanda.

"Devo avvisare i genitori di Clara" disse a quel punto la donna spiegando che era la sua babysitter.

"Ryan pensi tu a dirlo al capitano?" Dissi al mio collega che annuí non prima di dirmi che dopo mi avrebbe fatto una lunga ramanzina.

A quel punto partimmo dirette in ospedale, la bimba non lasció mai la mia mano, neanche quando il paramedico prese a visitarla.

Entrammo al pronto soccorso dove sembrava ci fosse il caos, tutti i feriti nell'incendio erano arrivati lí e medici e infermieri correvano a destra e a sinistra.

"Jackie?" Mi sentì chiamare da Tara che quella notte anche lei aveva il turno.

"Sto bene Tara, sono qui per lei" dissi facendo un cenno alla bimba che non voleva mollare la mia mano "non vuole lasciarmi andare" aggiunsi. Lei ci guardó e dopo un attimo andammo andammo in uno dei letti del pronto soccorso. Tara fu chiamata altrove e io aspettai un dottore al fianco della bambina che non voleva lasciare la mia mano. Ad un tratto la tenda divisoria si aprì ed entró una dottoressa, mi sguadrò da capo a piedi e poi spostó lo sguardo sulla bambina. Vidi il suo sorriso addolcirsi e poi le parlò con la stessa dolcezza prendendo a visitarla.

"Scusami" disse quando arrivò nel lato dove ero io per poi vedere la mano della bimba ancora stretta nella mia.

"Scusami tu" feci io provando a staccare la mano.
"Ei che dici se ora la dottoressa ti visita? Io rimango qui tranquilla" provai a dire, lei un pó perplessa annuí mollando la presa e così mi spostai per fare spazio alla dottoressa. Notai lo sguardo della bimba che mi seguiva e poco dopo entrare un'infermiera ad avvisarci che erano arrivati i suoi genitori. Subito dopo una giovane coppia fece capolinea andando ad abbracciare la loro figlia. Osservai quella scena con una certa malinconia e a quel punto mi allontanai da lí seguita dalla dottoressa. A quel punto mi permise di osservarla meglio. Una donna davvero molto bella, i suoi occhi azzurri spiccavano nel viso che sembrava di porcellana, qualche ciocca di capelli biondi era sfuggita dalla coda incorniciandole il viso mettendo in risalto un bellissimo sorriso.

"Dottoressa Stone abbiamo bisogno di lei" disse un'infermiera.

"Il lavoro chiama" mi disse lei prima di sparire tra le corsie, guardai il punto in cui era sparire fino a sentire la voce di Tara.

"Ma che faccia hai?" Disse ridendo.

"La mia solita faccia" dissi io ridendo.
"Ora vado che mi aspetta un bel cazziatone" con una risata me ne tornai in caserma per prepararmi alla predica.

Aspettavo Solo TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora